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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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[1799]<br />

PIANO<br />

B.6 - 6(Verona#1799.**.**)<br />

La collocazione archivistica B.6 dovrebbe in<strong>di</strong>care un « dopo », quin<strong>di</strong> il documento, così contrassegnato,<br />

dovrebbe essere posteriore ai vari tentativi <strong>di</strong> PREFAZIONE e all'EPILOGO DELLE REGOLE, che si<br />

daterebbero nell'arco <strong>di</strong> tempo dal 1816 al 1818. La lettura approfon<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> esso, però, già fatta in parte<br />

dalla Peschera, che lo farebbe risalire all'Ottocento, dà l‟impressione che debba essere per la <strong>Canossa</strong>, il<br />

primo tentativo <strong>di</strong> abbozzo <strong>di</strong> un sogno, già da lungo tempo accarezzato e che sarebbe derivato<br />

dall'elaborazione del « Piano della Fratellanza », per stendere il quale ella aveva dato la sua collaborazione<br />

a Don Pietro Leonar<strong>di</strong>. La Marchesina veronese non dovrebbe avere avuto ancora il perentorio invito del<br />

Vescovo Avogadro <strong>di</strong> abbandonare l‟idea dell‟ospedale per accentrare interesse e forze nel campo educativo<br />

della gioventù. E‟ vero che ella ritiene che le necessità del prossimo si riconducano a « Necessità<br />

d'educazione, necessità d'istruzione », ma aggiunge con incidenza alla pari, « e <strong>di</strong> sovvenimento nelle<br />

malattie e nella morte », per la quale opera si <strong>di</strong>lunga abbastanza per <strong>di</strong>mostrare come dovrebbe essere<br />

attuata. Il documento, che è <strong>di</strong> un‟importanza assai notevole e che la Peschera chiama « l'atto <strong>di</strong> nascita dei<br />

Figli della Carità » gli attuali Canossiani, potrebbe risalire al 1799, se il Piano, <strong>di</strong> cui parla il Libera nella<br />

lettera del 5 luglio 1799, è questo stesso. Certo era già steso ne11805, quando la <strong>Canossa</strong> aveva già<br />

raccolto le prime tre bambine e stava convincendo se stessa del come si sarebbe dovuta espletare la sua<br />

vocazione caritativa. Lei stessa, nella lettera al Rosmini (Cf. pag. 756) <strong>di</strong>chiara che la sua ideazione del<br />

ramo maschile è pressapoco del primo Ottocento. In questo documento si affiancano due costruzioni<br />

architettoniche, entrambe ideali: una, il piano <strong>di</strong> attività dei Figli della Carità in « nuce », a cui corrisponde<br />

quello delle donne per la parallela opera caritativa a favore dei molti destinatari; la seconda, quella<br />

prospettica degli e<strong>di</strong>fici da costruirsi, perchè ragazzi e ragazze « da educarsi e da istruirsi » abbiano<br />

accanto, in posizione opposta, le due se<strong>di</strong> dei loro educatori che, a loro volta confluiscono nella sede<br />

centrale dell'ospedale, dove si possa svolgere l‟importantissima attività infermieristica.<br />

PIANO 1<br />

Alcune persone desiderose d'impiegarsi alla Gloria, ed al servizio d'Id<strong>di</strong>o, riflettendo alle attuali<br />

circostanze in cui lo sdegno del Signore sembra chiaramente domandare una riforma <strong>di</strong> costumi,<br />

penserebbero d'istituire una Congregazione, o Unione pia; l'oggetto della quale sia l'adempimento<br />

dei due gran Precetti della Carità, Amare Id<strong>di</strong>o e amare il Prossimo; e conseguentemente col mezzo<br />

<strong>di</strong> questa, santificando se stesse, sovvenire anche alle necessità che scorgono nel loro Paese. Tutte le<br />

regole dunque tutte le <strong>di</strong>sposizioni, tutti i meto<strong>di</strong>, tutte le pratiche oltre le interne anche le esterne,<br />

nel tempo che portano a tutto cercare in vantaggio del prossimo, dovendosi sul Piano della<br />

Congregazione, esercitare quasi tutte le opere della Misericor<strong>di</strong>a, esse intendono, che debbano avere<br />

sempre la prima mira, <strong>di</strong> condurre nello stesso tempo al posse<strong>di</strong>mento del perfetto amore,<br />

proccurando possibilmente, l'unione la più intima, cor<strong>di</strong>ale, familiare, continua con Dio, facendo<br />

operare in favore del prossimo, in vista <strong>di</strong> lui solo. Non s'intende in quest'abbozzo <strong>di</strong> parlare, né <strong>di</strong><br />

meto<strong>di</strong>, né <strong>di</strong> regole, solo si aggiunge, che se al Signore piacerà <strong>di</strong> piantare questa Opera, si ha<br />

intenzione <strong>di</strong> cavarle da varie istituzioni, ed in ispecie dalla prima Regola data da S. Francesco <strong>di</strong><br />

Sales alle Salesiane, e da quelle delle Figlie della Carità <strong>di</strong> S. Vincenzo de' Paoli, per le donne; con<br />

questo non intendendosi <strong>di</strong> dare che un'idea generale delle varie mansioni <strong>di</strong> questa Istituzione, che<br />

formano a nostro credere quest'opera compita.<br />

A tre particolarmente sembrano potersi ridurre le necessità del nostro prossimo, dalle quali<br />

poi derivano quasi tutti i mali. Necessità d'educazione, necessità d'istruzione, necessità d'assistenza,<br />

e <strong>di</strong> sovvenimento nelle malattie, e nella morte. A queste necessità si crede poter sovvenire nel<br />

seguente modo; avvertendo che questa Congregazione, benché unita in sostanza, e nel cercare lo<br />

1 NB. E' tutto autografo della <strong>Canossa</strong> e scritto con molta cura.

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