epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

[Venezia 1828]
V. G. e M. Carissima figlia
A UNA FIGLIA DELLA CARITÀ
979(Venezia#1828.**.**)
Avrete inteso mia carissima figlia nell’utima lettera che vi ho scritto che il mio viaggio fù
felicissimo, e che ritrovai anche le care compagne in sufficiente stato, le quali grazie a Dio si
ritrovano anche presentemente. La mia salutte è discrettamente buona, se non che un poco oppressa
dalle mie solite e continue occupazioni. Vi sono a tutte obbligatissima delle orazioni che andate
facendo per me, e continuate a farmene, avendo io molto bisogno della divina assistenza onde possa
supplire a tutto. Le nostre Pie Dame (come già sapete) hanno cominciato venerdì i santi Esercizj.
L’introduzione poi che si degnò far loro questo degnissimo Patriarca, fu si bella e fervorosa, che
rimasero tutte imbalsamate ed innamorate per gli Esercizj, per cui giovami sperare che anche il
frutto sarà grande,
Le monete d’oro che vi consegnò il signor Don Giuseppe Angelini intanto tenetele, e la
copia della ricevuta che mi cercate se il tempo me lo permette di farvela ve la occluderò nella
presente, se nò alla più lunga ve la manderò con altro ordinario.
(NB. Dopo un’interruzione, un’altra segretaria, come si rileva dalla di versa calligrafia, continua senza un
rapporto evidente con quanto scritto sopra).
E osservai che l’ottimo signor Mezzari non so per qual motivo, io penso trattanti di lui affari, si sarà
dimenticato l’ultima nostra intelligenza, e nella procura ha messo che io autorizzo la mia
Procuratrice ad accettare l’obbligazione dell’amministrazione di rimborsarmi delle spese del
funerale disobbligando l’amministrazione delle spese dell’ultima malattia della defonta: medico,
Medicine, e mercedi a persone di servizio incontrate dal signor Poma coi denari del legato
dichiarando, che staranno a carico delle legatarie. Conviene, mia cara figlia, che l’amica Metilde
faccia pregare il signor Mezzari di venire da lei e la preghi pure di seco portare la nota delle spese
incontrate dal nostro Procuratore Poma. La Metilde faccia ch’egli favorisca rileggerla e se vi
ritroverà che io gli dissi come era disposta ad abbonare al pio Luogo erede le spese di quelle noti
eccettuato il funerale, ed i suffragj, non già il medico e le medicine che mai non furono nè
soddisfatte dal Dottor Poma nè da me contemplate, essendo che non saranno piccole essendo stata
lunghissima la malattia. Vi rimando dunque invece della procura autentica, e firmata, la formula
della procura che mi spediste. Rilevate ogni cosa dal signor Carlo pregatelo di cambiare il paragrafo
ultimo, e mandatemi questo solo in una lettera avendo io già la formula totale.
Io la farò nuovamente, ed intieramente copiare la firmerò alla presenza di due testimonj, e
colla possibile sollecitudine ve la rimanderò.
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Mia cara figlia ho scritto questo paragrafo in modo, che possiate copiarlo, e occluderlo in una lettera
a Mezzari. Realmente come ha sentito anche l’amica Metilde questa fu la mia intelligenza con
Mezzari. Se mai poi egli disgraziatamente avesse fatto l’obbligazione col Luogo Pio, e non potesse
più ritirarsi ci vorrà pazienza, ma sono persuasa che andiamo a perdere qualche migliaia di lire.
Ripeto se non ci è rimedio procuriamo di non avvilire Mezzari. Se ti preme che torni presto cerca di
sollecitare, perchè tra tanti altri affari se anche questo non è finito non posso partire.