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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AD ANNA FANZAGO OLIVARI<br />

978(Verona#1828.02.14)<br />

V: G: e M: Pregiatissima e Carissima Amica<br />

Ella mi crederà morta, e sepolta, mia cara amica ma la lusinga <strong>di</strong> poterle mandare la<br />

proccura <strong>di</strong> momento in momento mi fece <strong>di</strong>fferire il piacere <strong>di</strong> scriverle sin qui.<br />

A <strong>di</strong>r il vero è una gran felicità lo stare in convento ma rapporto agli affari non potere andare<br />

se stesse a farseli porta sempre lunghezza. Comincierò per <strong>di</strong>rle mia Cara Amica che ricevetti<br />

benissimo la cara <strong>di</strong> Lei lettera <strong>di</strong> cui Ella mi parla nell'ultima sua ma la mia balordagine non<br />

comprese ch'Ella volesse <strong>di</strong>rmi <strong>di</strong> mandarle la procura subito. Per risponder poi alle altre cose <strong>di</strong> cui<br />

Ella cor<strong>di</strong>almente mi parla mi mancò propriamente il tempo trovandomi più occupata del solito,<br />

perche ebbi una delle Compagne, che quantunque non sia attualmente Superiora essendolo però<br />

stata il triennio passato è una <strong>di</strong> quelle che si presta moltissimo, e questa fu ammalata con reuma <strong>di</strong><br />

petto che ci <strong>di</strong>ede da temere. Ebbe bisogno <strong>di</strong> quattro emmissioni <strong>di</strong> sangue ed un vissicante al petto<br />

onde tra l'ammalata, ed il supplire per essa mi era, e mi è un'accrescimento d'occupazioni. Ebbi<br />

anch'io in questi giorni bisogno <strong>di</strong> farmi cavar un poco <strong>di</strong> sangue ma con tutta la sincerità l'assicuro<br />

che sto proprio bene.<br />

La Cara Compagna è in piena convalescenza onde anche per questa parte sono quietissima.<br />

Veniamo prima <strong>di</strong> tutto alla Spasciani. Favorisca dunque <strong>di</strong>re al degnissimo Padre Salomoni<br />

presentandogli i più <strong>di</strong>stinti miei rispetti, che Teresa stà bene ed è Superiora della casa <strong>di</strong> Milano<br />

dove lavora senza misura e non si sazia mai <strong>di</strong> lavorare; è molto cara a quel Paese e si trova più che<br />

contenta.<br />

Rapporto la buona giovane <strong>di</strong> cui Ella mi parla sono persuasissima che abbia tutte le qualità<br />

ch'Ella mi descrive, e coll'andare degli anni potrebbe il Signore aprire qualche strada o nell'incontro<br />

<strong>di</strong> novelle fondazioni, o insomma in quei mo<strong>di</strong> che saprà la <strong>di</strong> Lui sapienza. L'assicuro che è una<br />

compassione il non potere, avendo in ogni Paese ove abbiamo Case, soggetti che hanno tutti i<br />

numeri e sospira per entrare, ma prive <strong>di</strong> mo<strong>di</strong> e <strong>di</strong> sussistenza. Il Signore faccia Lui. Veniamo<br />

adesso al nostro affare. Le occludo finalmente la proccura come il nostro Legale me la fece con<br />

tutte quelle legalità possibili ed impossibili. Mi <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> unirvi anche la fede <strong>di</strong> morte parimenti<br />

legalizzata della mia Cara Beatrice onde le mando tutto questo imbroglio approfittan(do) della <strong>di</strong><br />

Lei amicizia, e carità come della bontà del degnissimo suo genero dell'impegno del quale sono più<br />

che certissima. Il mio dovere sarebbe <strong>di</strong> affrancare il plico ma non lo faccio unicamente perche<br />

l'esperienza m'insegnò che anche le lettere affrancate si ricevono tante volte dopo gran tempo.<br />

Tanti doveri al degnissimo Signor Francesco. Termino questa lettera la vigilia dei famosi<br />

gnocchi. Domani avremo circa centocinquanta convitate e sono le nostre giovani ragazze. Se il<br />

tempo me lo permette lunedì conto partire per Bergamo. Non<strong>di</strong>meno scrivendomi in<strong>di</strong>rizzi pure qui<br />

le lettere e perche sono in dubbio se realmente potrò partire, e perche dovendo dopo Bergamo<br />

pasare a Milano ed essendo incerta dell'epoca d'ogni cosa, mi manderanno le lettere ove sarò.<br />

Mi <strong>di</strong>menticava <strong>di</strong> parlarle della parte dell'ere<strong>di</strong>tà dolce. Per la chioccolata mi <strong>di</strong>spiace che<br />

non possiamo servire subito il Signor Barbieri, ma lo faremo quando potremo. Per i bussolai poi<br />

Ella mi fece da ridere, credo anch'io che i sorci e le tignole siano gratissimi ai sigilli che li <strong>di</strong>ffende,<br />

e ad ora che sieno levati avranno mangiato tutto cosi anche essi hanno la loro parte, che avrebbero<br />

mangiato volentieri le povere donne. L 'abbraccio <strong>di</strong> vero cuore la ringrazio <strong>di</strong> tutto. Mi raccomando<br />

assai alle <strong>di</strong> Lei orazioni e sono piena <strong>di</strong> amicizia, <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne, e <strong>di</strong> attaccamento.<br />

Di Lei Pregiatissima e Carissima Amica<br />

Verona li 14 febbrajo 1828<br />

___________________<br />

NB. Minuta non firmata.

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