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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AD ANNA FANZAGO OLIVARI<br />

975(Verona#1828.01.21)<br />

V: G: e M: Pregiatissima e Carissima Amica<br />

Non mi fù ancora possibile, avere la copia del testamento quantunque abbia fatto i passi che<br />

potei per averla, e subito che l'avrò ricevuta gliela spe<strong>di</strong>rò. Oggi mia Cara Amica, le scrivo in riscontro<br />

della pregiata <strong>di</strong> Lei lettera del giorno 18 relativamente alla ricerca che si compiace farmi intorno a<br />

quelle monete d'oro <strong>di</strong> singolare grandezza. Senta dunque cosa a me pare, mia Cara Signora Annetta.<br />

Il danaro forse verrà ricercato, e forse nò. Qui sento che nessuno pensa che tàl danaro vi sia,<br />

anzi fù detto a me e seppi essere stato detto anche in altra parte che danaro non ve nè. Oltre <strong>di</strong> ciò<br />

essendo il danaro, trovandosene, <strong>di</strong> proprietà nostra, non pare che l'erede abbia da farne una singolare<br />

ricerca. Per salvar però ogni cosa, e perche in qualunque evento nessuna cosa <strong>di</strong>spiacevole avesse da<br />

accadere mi sembrerebbe ch'Ella prendesse presso <strong>di</strong> Lei quelle monete gran<strong>di</strong>. Se il Padre Gaetano<br />

venisse interrogato sul danaro che ha, <strong>di</strong>ca quanto si trova nelle mani. Se viene interrogato esservi altro,<br />

risponde come è vero che altre monete <strong>di</strong> qualità singolare che sembrava che la defonta avesse genio<br />

mi fossero passate <strong>di</strong>rettamente sono in deposito presso <strong>di</strong> Lei, ed in questo modo mi pare abbiano<br />

assicurato tutto.<br />

Veda peraltro Lei cosa gliene pare, senta il consiglio del degnissimo Signor franco sapendo essi<br />

le cose meglio <strong>di</strong> me e si regolino liberamente come giu<strong>di</strong>cano il migliore.<br />

Ella mia Cara Amica per la sua bontà tanto si rallegra pel vantaggio del minimo nostro Istituto,<br />

ed il Signore gliene renderà certamente il merito, ma quantunque abbia un po <strong>di</strong> pena a replicarle<br />

<strong>di</strong>sturbo sopra <strong>di</strong>sturbo trattandosi del servizio <strong>di</strong> Dio ed il bene dei poveri mi voglio superare, e<br />

pregarla d’un altro carità.<br />

Sappia che dopo il mio ritorno da Bergamo mi fù domandato se riceverei in Ritiro qui da noi la<br />

Contessa Zucchi la quale vorrebbe un’appartamento dove abiterebbe con due sue donne, e mi <strong>di</strong>ssero<br />

che credevano volesse rinunziare a noi le sue ren<strong>di</strong>te ed avere mi figuro un conveniente mantenimento.<br />

Io risposi che noi come è vero non possiamo per Regola accettare nessuna in ritiro per qualsiasi<br />

vantaggio ci venisse proposto. Pensi però all’Ospitale delle Convalescenti che come si sa si pensa<br />

erigere in Venezia nella località delle Campanare la quale fù già comperata tanto la parte della famiglia<br />

Guizzetti tanto l’altra <strong>di</strong> un altro Signore restando però nel suo quartiere la buona religiosa Teresa<br />

Maria Guizzetti. E tale località fu accomodata, e ridotta in miglior essere, e siccome la cosa principierà<br />

molto piccola perciò la parte della casa che riguarda la fondamenta si vorrebbe affittare per utilità<br />

dell’opera nascente.<br />

E se vi fosse le convenienze reciproche dell’opera e <strong>di</strong> chi venisse ad abitare nella casa si<br />

servirebbe quella tal signora come volesse.<br />

A me basta, mia Cara Amica, mi <strong>di</strong>cesse se niente sa <strong>di</strong> detta Signora e nel caso Ella avesse<br />

cognizione mi dasse un’idea della stessa, de suoi mo<strong>di</strong> ancora giacche altro è quando si tratta<br />

dell’Istituto nostro altro è quando si tratta <strong>di</strong> far bene ad un Ospitale <strong>di</strong> cui se occorrerà le farò<br />

conoscere quale se ne contempla abbia da essere lo spirito. Già mi pare d’averle detto che per questo<br />

caso unico accordai <strong>di</strong> dare la mia Marianna da Lei ben conosciuta per cominciarlo ed avviarlo. Cosa<br />

che vorrebbero si cominciassero nel prossimo aprile se il Signore mi provvederà una buona e vocata<br />

figliuola da mettere con Marianna.<br />

Termino subito questo lungo processo col domandarle scusa per amor del Signore per questi<br />

nuovi imbrogli<br />

Tanti doveri al degnissimo Signor Francesco <strong>di</strong> vero cuore piena <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne l’abbraccio e la<br />

lascio nel Cuor Santissimo <strong>di</strong> Maria.<br />

Di Lei Carissima Amica<br />

Verona li 21 gennajo 1828<br />

___________________<br />

NB. Minuta non firmata

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