epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AD ANNA FANZAGO OLIVARI 969(Verona#1827.12.16) V: G : e M: Pregiatissima e Carissima Amica Nel mentre che io era per iscrivere, mia Cara Amica, quanto erami riuscito sapere intorno all'affare della buona Signora Teresa, che come può credere seguitiamo continuamente a suffragare, ricevo un'altra pregiatissima sua in data li 15 corrente. Prima d'ogni altra cosa la ringrazio di tutto, e il Signore la rimuneri della sua carità, e premura pel minimo nostro Istituto. Sappia dunque ch'io pure avendo saputo come certo Signor Bernardi abitò qualche pò di tempo in sua casa, siccome lo conosco da varj anni, gli parlai, e gli domandai se Egli faceva gli affari della Signora Teresa. Il medesimo mi rispose che non amministrava se non ciò che era relativo alla sua casa di San Zeno in Oratorio, ove appunto è Rettore il fratello del degnissimo Padre Gaetano Salomoni. Mi aggiunse che questa Signora è morta il giorno 12 alle ore 10 della sera, assistita dal Padre Salomoni, e da due Signore delle quali non si ricordava il nome, ma che gli erano state nominate dal Signor Barbieri, che fù la persona che gli comunicò questa notizia. In conclusione poi mi disse aver Egli nelle mani il testamento sigillato. Che il fratello della buona Signora Teresa, persona addetta al Tribunale, era stato informato da Bernardi ch'Egli aveva il testamento, e che istruito dal Signor Buella aveva scritto a Padova per aver la fede di morte legalizzata, ricevuta la quale Egli l'avrebbe annessa al testamento unendoli una supplica, presentata al Tribunale, per l'apertura. Questo Signor Bernardi mi conosce molto, tra gli altri motivi perchè fu secretario di mio fratello alcuni anni, ed è un galantuomo, e cristiano. Malgrado tutto questo eccole come mi sono regolata sulla semplice verità. Gli dissi dunque, che quando la Signora Teresa venne a Padova, meritando secondo me compassione, la raccomandai ad una degnissima Signora mia Amica. Che a me la Signora Teresa non parlò mai di nulla, e che essendo andata a Venezia le Compagne avevano fatto il poco che potevano per servirla. Che io poi me ne dimenticai, e non ne feci ricerca alcuna com'Ella sà nel mio passaggio da Padova. Rifletta che credetti bene di non nominare Lei mai. Dissi che la mia Amica fù fatta pregare al suo ritorno dalla campagna di portarsi dalla Signora Teresa, ma che in realtà non vi andò. Che improvvisamente, fù chiamata con fretta pochi giorni sono, e che l'inferma le diede alcune commissioni a mio riguardo, le quali sono già state eseguite. Soggiunsi che aveva detto di più alla mia Amica di avere a noi lasciato una Cappellania, ma che un'altro luogo pio era l'erede universale. Bernardi mi disse che Egli sapeva averci mandato alcuni mobili da custodire, convenendo però meco che erano bagatelle, e gli raccontai come glieli abbiamo mandati a Padova quando ne ebbe bisogno. Finalmente restamo d'intelligenza ch'Egli niente didi avere con me parlato, nè ch'io nulla sappia di tutto ciò. Che aspetterà la fede mortuaria di Padova, e fatti i passi necessarj stabilito conseguentemente dal Tribunale il giorno dell'apertura del testamento dovendosi egli a questa trovar presente, verrà dopo a significarmi il contenuto, anzi lo pregai d'una copia del testamento se si potrà. Appena saprò qualche cosa, che già ci vorrà qualche giorno, o con la posta, o con un espresso occorrendo l'avertirò di tutto. Nel far ricercare però dal nostro interveniente il testamento negli Atti del fù Notajo Signor Buongiovanni al Repertorio Notarile trovò egli una nota d'un capitale a me lasciato dalla Signora Teresa l'anno 1817. Farò levar la copia di questa Carta, e vedremo cosa sarà. Eccole quanto potei sin quì sapere, mia cara Amica. Approfittando della di Lei bontà continuerò a tenerla al fatto di quanto andrò scoprendo se vi sarà cosa di proposito. Non mi dica del loro interessamento che sono tanto certa che supera di gran lunga il mio. Hanno fatto tutto bene che non potevano far meglio, ed operino pure come se fosse cosa loro per me.

I miei doveri al Signor Francesco, ed al Padre Salomoni. In somma fretta perchè parte la posta l'abbraccio e la lascio nel Cuor Santissimo di Maria. 16 dicembre 1827 __________________________ NB. Questa lettera è stata riprodotta da una copia, fatta eseguire direttamente dalla Canossa, di una minuta, con varie correzioni autografe della Marchesa e che fa parte, con la copia stessa, dell'A.C.R.

AD ANNA FANZAGO OLIVARI<br />

969(Verona#1827.12.16)<br />

V: G : e M: Pregiatissima e Carissima Amica<br />

Nel mentre che io era per iscrivere, mia Cara Amica, quanto erami riuscito sapere intorno<br />

all'affare della buona Signora Teresa, che come può credere seguitiamo continuamente a suffragare,<br />

ricevo un'altra pregiatissima sua in data li 15 corrente. Prima d'ogni altra cosa la ringrazio <strong>di</strong> tutto, e il<br />

Signore la rimuneri della sua carità, e premura pel minimo nostro Istituto.<br />

Sappia dunque ch'io pure avendo saputo come certo Signor Bernar<strong>di</strong> abitò qualche pò <strong>di</strong> tempo<br />

in sua casa, siccome lo conosco da varj anni, gli parlai, e gli domandai se Egli faceva gli affari della<br />

Signora Teresa. Il medesimo mi rispose che non amministrava se non ciò che era relativo alla sua casa<br />

<strong>di</strong> San Zeno in Oratorio, ove appunto è Rettore il fratello del degnissimo Padre Gaetano Salomoni. Mi<br />

aggiunse che questa Signora è morta il giorno 12 alle ore 10 della sera, assistita dal Padre Salomoni, e<br />

da due Signore delle quali non si ricordava il nome, ma che gli erano state nominate dal Signor<br />

Barbieri, che fù la persona che gli comunicò questa notizia. In conclusione poi mi <strong>di</strong>sse aver Egli nelle<br />

mani il testamento sigillato. Che il fratello della buona Signora Teresa, persona addetta al Tribunale,<br />

era stato informato da Bernar<strong>di</strong> ch'Egli aveva il testamento, e che istruito dal Signor Buella aveva<br />

scritto a Padova per aver la fede <strong>di</strong> morte legalizzata, ricevuta la quale Egli l'avrebbe annessa al<br />

testamento unendoli una supplica, presentata al Tribunale, per l'apertura. Questo Signor Bernar<strong>di</strong> mi<br />

conosce molto, tra gli altri motivi perchè fu secretario <strong>di</strong> mio fratello alcuni anni, ed è un galantuomo, e<br />

cristiano.<br />

Malgrado tutto questo eccole come mi sono regolata sulla semplice verità. Gli <strong>di</strong>ssi dunque, che<br />

quando la Signora Teresa venne a Padova, meritando secondo me compassione, la raccomandai ad una<br />

degnissima Signora mia Amica. Che a me la Signora Teresa non parlò mai <strong>di</strong> nulla, e che essendo<br />

andata a Venezia le Compagne avevano fatto il poco che potevano per servirla. Che io poi me ne<br />

<strong>di</strong>menticai, e non ne feci ricerca alcuna com'Ella sà nel mio passaggio da Padova. Rifletta che credetti<br />

bene <strong>di</strong> non nominare Lei mai. Dissi che la mia Amica fù fatta pregare al suo ritorno dalla campagna <strong>di</strong><br />

portarsi dalla Signora Teresa, ma che in realtà non vi andò. Che improvvisamente, fù chiamata con<br />

fretta pochi giorni sono, e che l'inferma le <strong>di</strong>ede alcune commissioni a mio riguardo, le quali sono già<br />

state eseguite. Soggiunsi che aveva detto <strong>di</strong> più alla mia Amica <strong>di</strong> avere a noi lasciato una Cappellania,<br />

ma che un'altro luogo pio era l'erede universale.<br />

Bernar<strong>di</strong> mi <strong>di</strong>sse che Egli sapeva averci mandato alcuni mobili da custo<strong>di</strong>re, convenendo però<br />

meco che erano bagatelle, e gli raccontai come glieli abbiamo mandati a Padova quando ne ebbe<br />

bisogno. Finalmente restamo d'intelligenza ch'Egli niente <strong>di</strong>rà <strong>di</strong> avere con me parlato, nè ch'io nulla<br />

sappia <strong>di</strong> tutto ciò. Che aspetterà la fede mortuaria <strong>di</strong> Padova, e fatti i passi necessarj stabilito<br />

conseguentemente dal Tribunale il giorno dell'apertura del testamento dovendosi egli a questa trovar<br />

presente, verrà dopo a significarmi il contenuto, anzi lo pregai d'una copia del testamento se si potrà.<br />

Appena saprò qualche cosa, che già ci vorrà qualche giorno, o con la posta, o con un espresso<br />

occorrendo l'avertirò <strong>di</strong> tutto. Nel far ricercare però dal nostro interveniente il testamento negli Atti del<br />

fù Notajo Signor Buongiovanni al Repertorio Notarile trovò egli una nota d'un capitale a me lasciato<br />

dalla Signora Teresa l'anno 1817. Farò levar la copia <strong>di</strong> questa Carta, e vedremo cosa sarà. Eccole<br />

quanto potei sin quì sapere, mia cara Amica. Approfittando della <strong>di</strong> Lei bontà continuerò a tenerla al<br />

fatto <strong>di</strong> quanto andrò scoprendo se vi sarà cosa <strong>di</strong> proposito.<br />

Non mi <strong>di</strong>ca del loro interessamento che sono tanto certa che supera <strong>di</strong> gran lunga il mio. Hanno<br />

fatto tutto bene che non potevano far meglio, ed operino pure come se fosse cosa loro per me.

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