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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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V G e M Pregiatissima e carissima amica 1<br />

AD ANNA FANZAGO OLIVARI<br />

968(Verona#1827.12.13)<br />

Verona li 13 <strong>di</strong>cembre 1827<br />

Non so con quali termini rispondere alle due pregiatissime <strong>di</strong> lei lettere, mia carissima amica, vedendo<br />

sempre nuove e maggiori prove della <strong>di</strong> lei carità ed interessamento pel minimo nostro Istituto e della<br />

<strong>di</strong> lei amicizia verso <strong>di</strong> me. La ringrazio senza fine <strong>di</strong> tutto; il Signore solo può rimunerarla come<br />

merita e come non mancheremo <strong>di</strong> supplicarlo.<br />

Veniamo adesso alle lettere. Jer sera dunque ricevetti la prima favoritami del giorno 11<br />

<strong>di</strong>cembre: e quasi <strong>di</strong>rei che prima d'aver tempo da detterminarvi sopra, ricevetti l'altra carissima sua del<br />

giorno 13. L'attentissimo espresso quì giunto dopo le ore 9 essendo questo convento situato da due<br />

miglia lontano dalla porta della città che si viene da Venezia, siccome tutto era chiuso, questo povero<br />

uomo si <strong>di</strong>sperava mezzo parlando col nostro gastaldo perchè chiamasse me, il medesimo e per essere<br />

vecchio e perchè suppose che non avressimo sentito, non volle battere.<br />

Questa mattina dunque soltanto ricevetti la carissima <strong>di</strong> lei lettera coll'annessavi Fede <strong>di</strong> morte<br />

della buona signora Teresa che subito cominciai a far suffragare. Ecco quanto antecedentemente erami<br />

noto sopra questo argomento, poi dopo che le avrò esposto quanto sapeva le sottoporrò quello che a me<br />

pare e su tali punti raccomandandomi molto ai <strong>di</strong> lei lumi, e consigli come a quelli del degnissimo<br />

signor Francesco.<br />

Io sapeva dunque che la povera signora Teresa nel suo testamento aveva a noi lasciato una<br />

Capellania; sapeva pure che per questo testamento erasi appoggiata al signor Francesco Bongiovanni,<br />

persona <strong>di</strong> tutti i numeri del quale io pure mi valeva nei casi gravi ed imbarazzanti perché la <strong>di</strong> lui<br />

oppinione era stimata anche dagli avvocati, se mai seppi che una Carta da lui estesa era stata in<br />

Giu<strong>di</strong>zio tagliata, ma questo morì, né potrei mai immaginarmi a chi la signora Teresa abbia consegnato<br />

il suo testamento ne quale luogo pio potesse essere erede, attesa la secretezza somma della medesima.<br />

Ci fece tenere anche, qui in convento, per qualche tempo de’ suoi mobili, <strong>di</strong>cendo che se fosse morta<br />

dovevamo tenerli, ma quando venne a stabilirsi a Padova n’ebbe bisogno e glieli abbiamo restituiti.<br />

In questo stato <strong>di</strong> cose senta dunque cosa a me pare, mia cara amica signora Annetta. Ella non<br />

poteva far meglio in tutto <strong>di</strong> quello che fece. Sinche possiamo conoscere le cose fondatamente io <strong>di</strong>rrei<br />

che faccia così. Che adempisca esattamente a quanto prescrisse detta signora Teresa appunto col farle il<br />

funerale come penso conveniente e riconoscere le donne che l’anno servita giusto il loro merito e la<br />

fatica. Del rimanente la buona, e brava Teresa fece tutto benissimo, e sino che non ve<strong>di</strong>amo in chiaro,<br />

ed una <strong>di</strong>sposizione formale non mi pare possiamo oltrepassare quanto ho detto. Io destramente subito<br />

indagherò su d’ogni cosa e coll’or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> domenica le scriverò il <strong>di</strong> più.<br />

Fece una vera carità degna della sua prudenza a spe<strong>di</strong>rmi l’espresso che mi farà la grazia <strong>di</strong><br />

sod<strong>di</strong>sfare a mio conto come meglio crede e se occorressero altre spese le faccia pure per me, che in<br />

ogni modo vada la cosa, supplirò a tutto.<br />

Rapporto ad elleggere un Proccuratore costì, mia cara amica, a chi mai meglio <strong>di</strong> lei e del<br />

1 Le lettere dal n. 968 al 977 sono tutte in<strong>di</strong>rizzate all'amica <strong>di</strong> Padova, nobile ANNA FANZAGO, moglie <strong>di</strong> Francesco<br />

Fanzago, professore all'Università <strong>di</strong> Padova (Ep. I, pag. 653). Entrambi i coniugi hanno avuto la procura dalla <strong>Canossa</strong><br />

per seguire e mandare a termine l'affare dell'ere<strong>di</strong>tà che la signora TERESA BUELLA, morta a Padova, ha lasciato<br />

all'Istituto delle Figlie della Carità. La corrispondenza però ha come sola destinataria l'amica Anna. L'ultima missiva<br />

invece, che tratta sempre dell'ere<strong>di</strong>tà Buella, ha come destinataria una Figlia delle Carità, che non si riesce a in<strong>di</strong>viduare,<br />

perchè manca la destinazione.

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