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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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miseria la fatal conseguenza d'insinuare uno spirito falso nell'Istituto, e far tralignare i membri del<br />

medesimo da quello spirito d'universale spogliamento, che tanto io reputo necessario a questa<br />

Congregazione. Ve<strong>di</strong>amo quanto fece per allontanare da simili pericoli i suoi figli Sant'Ignazio 6 , quanto<br />

San Filippo Neri 7 , e quale non fu il dolore <strong>di</strong> San Gaetano per l'innalzamento del Carafa? 8 E così tengo<br />

la pensassero gli altri santi Istitutori.<br />

Per la Congregazione dei Figli della Carità io vorrei, e crederei migliore che germogliasse<br />

veramente sul Calvario, tra Gesù Crocifisso e Maria Santissima Addolorata, e crescendo all'inaffio del<br />

Divin Sangue e delle lacrime <strong>di</strong> Maria, ardesse conseguentemente, anzi avampasse <strong>di</strong> carità, ma per se<br />

stessa restasse nell'umiltà ed oscurità della Croce.<br />

Amerei bensì sommamente che tale Congregazione coa<strong>di</strong>uvasse a formare idonei Ministri del<br />

Santuario i quali potessero essere dai propri Vescovi impiegati come Pastori e Parrochi ovunque il<br />

Superior loro credesse, ma sempre estrinseci questi della Congregazione in cui però trovar potessero un<br />

punto d'appoggio valevole ad eccitarne il fervore, a ravvivarne lo spirito, ed a proccurare se non la<br />

perpetuità almeno una successiva particolare coltivazione per gli ecclesiastici Ministri, ed i Pastori<br />

delle anime.<br />

Tutto il punto Ella giustamente <strong>di</strong>rà stà a ritrovarne il modo, ed eccole cosa pensava prima<br />

ch'Ella m'onorasse dei <strong>di</strong> Lei caratteri. Non so se sia a <strong>di</strong> lei cognizione l'Unione dei Religiosi <strong>di</strong> San<br />

Paolo <strong>di</strong> Roma, i quali vivendo tutti nelle loro famiglie si prestarono nelle passate vicende con grande<br />

profitto del loro spirito in tanti caritatevoli Esercizj <strong>di</strong> carità. Io ho i loro Regolamenti in due libri dei<br />

quali se mi riuscirà aver delle copie come spero mi darò il vantaggio <strong>di</strong> fargliene tener una. Pensava<br />

dunque da molto tempo <strong>di</strong>rei confusamente <strong>di</strong> veder <strong>di</strong> eccitare tal'unione, e dopo la <strong>di</strong> Lei lettera mi<br />

sembrerebbe non <strong>di</strong>rò <strong>di</strong> legarla come Ramo, ma solo come una relazione <strong>di</strong> carità appoggiata alla<br />

Congregazione dei Figli della Carità.<br />

Similmente dacche Ella favorì scrivermi mi sovenni gli Obblati <strong>di</strong> San Carlo 9 , che non conosco<br />

apieno, ma dei quali subito che sarò a Milano esattamente m'informerò. Fra gli uni e gli altri potremo<br />

forse conciliare anche meglio, e vedere cosa sarà da farsi, piacendo al Signore <strong>di</strong> condurre a termine<br />

l’0pera fondamentale. Veneratissimo Signor Don Antonio, eccole che secondando la <strong>di</strong> Lei bontà e<br />

sofferenza, le ho esposto con ogni can<strong>di</strong>dezza i miei pensieri ed i miei desiderj. Prima però <strong>di</strong> chiudere<br />

questa lunghissima lettera voglio sottoporle un altro gravissimo riflesso per cui sempre più parmi<br />

restare apoggiati i miei timori. Questo riguarda a <strong>di</strong>rittura la vocazione de soggetti, che bramassero<br />

entrare tra i Figli della Carità, nel caso la Congregazione fosse istituita collo scopo <strong>di</strong> abbracciare a<br />

piacere del Superiore Parrocchie e Cure. Rifletto dunque così, o la persona aspirante è <strong>di</strong> spirito vero, e<br />

cerca abbracciare una vita <strong>di</strong> perfezione religiosa per praticar seriamente gli emessi voti, e questo non<br />

sarà mai per abbracciare un'Istituto nel quale è sempre in procinto <strong>di</strong> ritornare nel mondo che fugge, e<br />

<strong>di</strong> ritornarvi pur anche con pesi e doveri, che non abbracciando la Religione forse non le sarebbero<br />

addossati giammai. O la persona che vuole entrare nella Congregazione, ha una qualche lontana vista <strong>di</strong><br />

essere un dì o l'altro impiegato, e come potremo sperare in questo uno spirito ch'altro non cerchi, che<br />

Dio? Quali terribili esempi non abbiamo a questo proposito nelle Vite dei santi Istitutori. Eppure<br />

certuni la durarono benissimo nei noviziati più santi, e poi fecero sospirare tutto l'Or<strong>di</strong>ne loro.<br />

Ve<strong>di</strong>amo un Frat'Elia nell 'Or<strong>di</strong>ne Serafico 10 , e quei due poveri sacerdoti <strong>di</strong> San Giuseppe<br />

6 Sant'IGNAZIO <strong>di</strong> LOYOLA (1491- Roma 1556), fondatore dei Gesuiti.<br />

7 San FILIPPO NERI (Firenze 1515 -Roma 1595), fondatore della Congregazione dei Preti dell'Oratorio.<br />

8 GIAN PIETRO CARAFA, poi Papa Paolo IV.<br />

9 OBLATI <strong>di</strong> SAN CARLO, Congregazione fondata da San Carlo Borromeo verso il 1570 e formata da sacerdoti secolari<br />

che dovevano vivere sotto l'obbe<strong>di</strong>enza del Vescovo, a sua <strong>di</strong>sposizione per il servizio della Diocesi.<br />

10 Frate ELIA, primo ministro generale dell'Or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> S. Francesco.

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