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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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A DON LUIGI TREVISANI<br />

961(Venezia#1813.08.17)<br />

Veneratissimo Signor Don Luigi<br />

Approffittando della medesima occasione, colla quale repplico a Vostra Signoria Molto<br />

Illustre il <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> scriverle, scrivo altresì a mio fratello nel modo concertato, ed anzi <strong>di</strong>co al<br />

medesimo che farò pregare il Signor Francesco Bongiovanni <strong>di</strong> riscuottere per me i 500 ducati, e<br />

che col medesimo si consigli se il progetto mio sia combinabile, come anche intorno al modo <strong>di</strong><br />

eseguirlo, giacché io avrei intenzione <strong>di</strong> restituirgli il più presto che potrò il dannaro stesso. Sono<br />

dunque a supplicarla <strong>di</strong> pregare a nome mio detto Signor Francesco a ricevere il dannaro da passare<br />

poi nelle mani, o delli Signori Angeli, e Simeoni <strong>di</strong>rettamente, o del Signor Botta come Ella crede<br />

meglio, avvertendolo <strong>di</strong> tutto, e pregandolo altresì <strong>di</strong> fare quella ricevuta per me che vede vada<br />

bene.<br />

La ringrazio delle notizie che mi ha dato riguardante quel chierico che desidera entrare in<br />

codesto tanto ben regolato Seminario. L’assicuro che pel desiderio che ho che i sacerdoti siano<br />

quello che hanno da essere pel servizio del Signore, e della Chiesa ho già detto al medesimo quanto<br />

mi scrive, e forse anche più, non<strong>di</strong>meno glielo repplicherò con tutta la forza. E’ vero che la <strong>di</strong> Lei<br />

sorella si è rimessa, ma io le confesso che pel governo stò con un po <strong>di</strong> pena, e mi faccia questa<br />

grazia tanto Lei, quanto il Signor Don Stefano <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>care perché si abbia cura. Mi faccia la grazia<br />

de’ miei doveri al <strong>di</strong> Lei secretario, e mi raccomando alle <strong>di</strong> Lei, e sue orazioni. Ho sentito con<br />

compiacenza il nuovo attestato del buon cuore delle Sanzenate nella morte della cara Annetta; già<br />

Ella sa che esse sono sempre state il mio primissimo amore. Non<strong>di</strong>meno ho detto male per l’amore<br />

del Padrone delle San Zenate adesso mi conviene trattenermi un poco ancora qui, ma colla<br />

intenzione, e col desiderio <strong>di</strong> giovare e <strong>di</strong> essere quando egli me lo permetterà colle medesime.<br />

Piena <strong>di</strong> venerazione e <strong>di</strong> rispetto mi segno per sempre.<br />

Di Vostra Signoria Molto Illustre e Reverenda<br />

Venezia, 17 agosto 1813<br />

Al Molto Illustre, e Reverendo Signor Padrone<br />

Colen<strong>di</strong>ssimo<br />

Il Signor Don Luigi Trevisani<br />

V E R O N A<br />

1 NB. Lettera scritta da Don Lorenzo Piazza. Autografa della <strong>Canossa</strong> solo la firma.<br />

Dev.ma Umil.ma Obb.ma<br />

Serva <strong>Maddalena</strong> <strong>di</strong> <strong>Canossa</strong> 1

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