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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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Veneratissimo Signor Don luigi 1<br />

LETTERE DI CARATTERE ECONOMICO<br />

A DON LUIGI TREVISANI<br />

960(Venezia#1813.08.05)<br />

La ringrazio della continuazione della <strong>di</strong> Lei bontà, e premura per i miei affari, benché<br />

sinceramente le confesso, che per la cognizione che ho della <strong>di</strong> Lei bontà ne sono sempre sicura. Io<br />

pure come la Signora Leopol<strong>di</strong>na trovo meglio che quel poco certo che abbiamo sia piuttosto in<br />

mano <strong>di</strong> mio fratello, che <strong>di</strong> altri, e molto mi piacerebbe il <strong>di</strong> Lei pensiero <strong>di</strong> avere i 500 ducati<br />

come prestito, e non come <strong>di</strong>minuzione del capitale. Solo a me pare, che siccome ho scritto, e<br />

trattato imme<strong>di</strong>atamente con mio fratello la cosa, il fargli adesso parlare dal Signor Francesco<br />

Bongiovanni mi pare che possa portare qualche <strong>di</strong>spiacere a mio fratello. Penserei dunque <strong>di</strong> fare<br />

così, <strong>di</strong> scrivergli sinceramente questo pensiero, giacché poi la sostanza per Lui è lo stesso, e<br />

siccome nell’anno venturo pare che possiamo avere qualche piccola somma che dovevano darci, ma<br />

che non ci fu pagata in questo, fargli vedere che quando io l’avrò ricevuta torneremo a pareggiarci,<br />

nella medesima lettera gli <strong>di</strong>rei che ne parlasse al Signor Bongiovanni da me fatto pregare, perché<br />

riceva il danaro facendogli la quiettanza in regola, così al momento <strong>di</strong> restituirglielo non vi sono<br />

altre spese quando è lacerata la carta.<br />

Se V.S.M.I.R. è persuasa <strong>di</strong> questa mia opinione favorisca una parola sola <strong>di</strong> risposta, e se le<br />

fosse <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo il farla Lei, mi basta ch’Ella mi faccia scrivere, sono contento così e poi mi faccia<br />

la grazia <strong>di</strong> avvertire <strong>di</strong> ogni cosa l’ottimo Signor Francesco, al quale se Ella crede sia meglio, che<br />

non<strong>di</strong>meno la <strong>di</strong> Lei prevenzione, io scriva, basta che anche su questo articolo aggiunga una parola,<br />

che lo farò.<br />

Trà qualche mese credo sia per portarsi a Verona quel giovane che desidera farsi sacerdote 2 ,<br />

<strong>di</strong> cui le parlai quando fui alla patria ultimamente. Gli è quel giovane che voleva farsi Riformato, e<br />

che effettivamente passò alcuni anni in quella Religione, senza però incontrare nessun legame <strong>di</strong><br />

Voti. Io <strong>di</strong>ssi al medesimo quanto Ella ebbe la bontà <strong>di</strong> <strong>di</strong>rmi rapporto cioè che secondo ciò che si<br />

pratica tanto giustamente nel nuovo Seminario si ricor<strong>di</strong> che conviene sia <strong>di</strong>sposto non solo per la<br />

condotta, della quale mi pare non vi sia luogo a dubitare, ma anche per essere abilitato al corso tutto<br />

degli studj a non essere or<strong>di</strong>nato sino che non ha passato quel corso che da noi si costuma. Quando<br />

egli verrà già io gli darò una lettera colla quale se le presenterà. Mi faccia la grazia <strong>di</strong> farmi sapere<br />

se la dozzina abbia da essere pagata anticipata, se per tutto l’anno, o <strong>di</strong> sei in sei mesi. E se nella<br />

mobilia vi sia prescrizione per esempio se fa obbjetto che il letto sia con la lettiera, piuttosto che in<br />

altro modo. Perdoni anche questo <strong>di</strong>sturbo, che il Signore faccia che da questo ne abbia da risultare<br />

che ci abbia da essere un buon sacerdote <strong>di</strong> più.<br />

La prego poi a non parlare con quelle frasi rapporto all’assistenza che per ogni rapporto era<br />

dovuta alla buona <strong>di</strong> Lei sorella. Mi riuscì però <strong>di</strong> consolazione sentire che Ella ne sia restata<br />

contenta. Sperava già che le mie Compagne avrebbero fatto il loro dovere, ma desiderava <strong>di</strong> sentirlo<br />

confermato. Il Signore se gli piace la conservi nella riacquistata salute anche singolarmente per Lei.<br />

Credo però che abbia bisogno <strong>di</strong> essere frequentemente stimolata a governarsi, perché già sa come<br />

pensa, ed in quella qualità <strong>di</strong> malattia, se non si governerà faremo peggio. Mi creda che pur troppo<br />

niente son buona da fare né qui, né a Verona, ma sia altresì persuasa premermi molto la mia patria,<br />

e le mie San Zenate, benché le replico mi veda con sincerità affatto supperflua. Ella vede<br />

non<strong>di</strong>meno che sarebbe una cosa mal fatta l’abbandonare questa Opera qui senza vederla affatto<br />

1 Luigi Trevisani, sacerdote che segue gli affari dell’Istituto (Ep. II/1, lett. 444, n. 1, pag. 65).<br />

2 Si ricollega con le lettere del settore VARIE dal n. 934 al 940 in cui la <strong>Canossa</strong> tratta del seminarista, poi sacerdote,<br />

Antonio schiavoni.

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