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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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[Milano] novembre l833<br />

AL PADRE GIOVANNI BATTISTA BIASIUTI<br />

956(Milano#1833.11.**)<br />

Contemporaneamente, o precedendo <strong>di</strong> poco la lettera scritta all‟Alessandri in data 11 novembre 1833, la<br />

<strong>Canossa</strong> prega il Religioso veneziano a interporsi ancora perchè la Durini non esiga l‟imme<strong>di</strong>ato<br />

versamento della rata per il suo cre<strong>di</strong>to con l‟Alessandri. D‟altra parte la Contessa milanese è talmente<br />

depressa fisicamente, che potrebbe essere prossima al suo decesso e allora la posizione del commerciante<br />

veneziano, presso gli ere<strong>di</strong>, <strong>di</strong>venterebbe ancora più critica.<br />

V. G. e M. Veneratissimo Padre 1<br />

Sorprenderà senza dubbio alla Reverenza Vostra che da Milano la <strong>di</strong>sturbi per un oggetto<br />

che so aver ella altre volte trattato. Per compiacere alla buona mia amica Durini, e fare quel bene<br />

che in via <strong>di</strong> equita possiamo al buon signor Alessandri, accettai l’im pegno però sempre a me<br />

gra<strong>di</strong>to <strong>di</strong> seco lei trattenermi come ora faccio con questa mia. Non sono, che assai pochi giorni,<br />

ch’io quì mi trovo. Il signor Giuseppe 2 credendo vi fossi da qualche tempo mi in<strong>di</strong>rizzò qui una<br />

lettera, nella quale mi si gnificava, o almeno così compresi, che scaduta essendo l’epoca in cui<br />

sod<strong>di</strong>sfar doveva la convenuta rata ad estinzione del debito Durini non avendola egli pagata, si<br />

venne alla minaccia dell’oppignorazione, e che volevano i Legali dell’amica Durini che la moglie si<br />

costituisse garante della propria dote del debito stesso, cosa alla quale essa non credette <strong>di</strong><br />

addattarsi.<br />

In questa lettera il buon signor Giuseppe mi parlava pure della scadenza imminente della<br />

rata alle Proto, e mi faceva il quadro della situazione della sua famiglia affinchè ne parlassi<br />

all’amica. Tal lettera mi fu mandata a Verona, ed io la rimandai ad una delle mie compagne in<br />

Milano perchè a mio nome semplicemente la leggesse alla Durini, come fece.<br />

Giunta qui la buona mia amica mi parlo subito dell’affare, e <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> essersi informata con<br />

varie persone dalle quali ebbe tutt’altre informazioni delle mie; <strong>di</strong>ce che l’impotenza nasce dalla<br />

mancanza <strong>di</strong> economia nel signor Giuseppe. In somma non potei fare come voleva. Ottenni però <strong>di</strong><br />

scrivere alla Reverenza Vostra per pregarla a <strong>di</strong>rmi quello che può sapere intorno allo stato<br />

economico del buon signor Giuseppe.<br />

Da quanto il medesimo <strong>di</strong>sse alle compagne <strong>di</strong> Venezia, questa volta sod<strong>di</strong>sfece a tutto, ma<br />

mi fa angustia, e compassione insieme che si riduca a passi così amari. Io non gli ho ancora risposto<br />

non sapendo in qual modo farlo essendo appena arrivata.<br />

Daltronde a lei confesso <strong>di</strong> essere restata mortificata rivedendo la Durini, trovandola<br />

decaduta assai, e se venisse a mancare temerei pel signor Giuseppe <strong>di</strong>spiaceri maggiori.<br />

La carità <strong>di</strong> lei perdonerà se dunque perciò la <strong>di</strong>sturbo, il solo <strong>di</strong> lei nome potè calmare<br />

l’amica, che ben conosce la <strong>di</strong> lei rettitu<strong>di</strong>ne equità e viste insieme: la prego mi <strong>di</strong>a lumi in<br />

proposito e lo incoraggi a sod<strong>di</strong>sfare possibilmente. Il Signore le renderà il merito anche <strong>di</strong><br />

quest’opera caritatevole. Ve ne aggiunga però un’altra, e questa si è quella <strong>di</strong> avermi presente nelle<br />

sante sue orazioni. Le rinnovo le più sincere proteste della rispettosa mia venerazione e passo subito<br />

all’onore <strong>di</strong> confermarmele<br />

____________________<br />

NB. Minuta con qualche correzione autografa della <strong>Canossa</strong>.<br />

1 P. Giovanni Biasiuti, Oratoriano, parroco della Fava e superiore dei Padri Filippini.<br />

2 Alessandri Giuseppe, uno dei due procuratori <strong>di</strong> <strong>Maddalena</strong> a Venezia (Ep. I, lett. 257, n. 1, pag. 380)

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