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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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quell’ottima persona a cui <strong>di</strong>ede Dio da <strong>di</strong>eci o do<strong>di</strong>ci anni tal vocazione, e questo intanto si và sempre<br />

maggiormente fondamentando nella pietà la più soda. Gli altri <strong>di</strong> Lui compagni aspiranti, chi per<br />

mancanza <strong>di</strong> sussistenza, e chi per istanchezza <strong>di</strong> aspettare lo abbandonarono, alcuni entrando in altre<br />

Religioni, altri abbracciando la ecclesiastica secolare carriera, rimanendo legati con chi <strong>di</strong>ede loro il<br />

mantenimento. Al povero Capo restò solo un amico 2 legato però, per avere la madre vecchia da<br />

assistere, e provvedere. Questi prese pochi mesi sono a pigione una casa <strong>di</strong>screta con orticello,<br />

lusingandosi <strong>di</strong> poter ivi cominciare. Avevano messo l'occhio su d'un sacerdote 3 <strong>di</strong> molta pietà, col<br />

quale erano in qualche intelligenza, che sarebbe andato ad abitare nella casa, e sarebbesi con essi<br />

prestato. Tal sacerdote era stato da me varie volte quando mi trovava a Milano. A me non sembrava che<br />

fosse veramente vocato, quantunque vedessi la <strong>di</strong> lui santità. Lo <strong>di</strong>ssi al Capo, ma vedendo la bontà e<br />

carità del sacerdote per una parte e trovandosi bisognoso per l'altra <strong>di</strong> compagni si determinò <strong>di</strong><br />

accettarlo. Un giorno ad opera stabilita forse lo sarà, ma adesso fatta che fu l'affitanza il sacerdote si<br />

ritirò, e la cosa è andata così.<br />

Io ho in vista due ottimi sacerdoti. L 'uno anzi sarebbesi unito al Capo nello scorso autunno, e<br />

me lo aveva esibito, ma essendo questo d'altra città, abbandonando la patria restava senza niente, e non<br />

avendo io un mantenimento al momento, ne un mezzo onde assicurargli la sussistenza mi parve<br />

prudente non accettarlo, sin che Dio non mi apre una qualche strada. Questo sacerdote fù per del tempo<br />

maestro in seminario della sua Diocesi, ha molto dono e vocazione per la gioventù, è confessore,<br />

pre<strong>di</strong>catore non insigne, ma da frutto, è tutto <strong>di</strong> Dio. Volevano fosse parroco, ma gli riuscì <strong>di</strong> sottrarsi.<br />

Parlai <strong>di</strong> tale Religioso al nostro Provve<strong>di</strong>tore Traversi 4 , che lo conosce pienamente, ed egli ne sarebbe<br />

molto persuaso. L'altro pure <strong>di</strong> pietà singolare, gran sapere, insigne pre<strong>di</strong>catore, confessore, anch'esso,<br />

<strong>di</strong> spirito vero, e <strong>di</strong> gran dono per la gioventù. Ma questo al momento più assai legato del primo, credo<br />

per soccorrere la sua famiglia non si potrebbe così sollecitamente avere.<br />

Oltre <strong>di</strong> questi due, ho sempre costante l'altro sacerdote <strong>di</strong> cui parmi averle altre volte parlato.<br />

Questo è pre<strong>di</strong>catore, confessore, e <strong>di</strong>rei piuttosto santo, che buono. Non ha egli bisogno <strong>di</strong> niente<br />

essendo provveduto da se, ma per degni rispetti non può entrare che ad opera incominciata.<br />

Quantunque tutti <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti Diocesi Dio <strong>di</strong>ede l'opportunità che tutti e tre separatamente conoscessero<br />

il Capo, e tutti ne restarono presi. Continui per carità a pregare affinche il Signore voglia fare il<br />

rimanente se tal è la santissima <strong>di</strong> Lui volontà. Eccole l'andamento e la situazione attuale della casa.<br />

Veniamo adesso all'altra parte del progetto ch'Ella mi mette sott'occhio, e che in qualche maniera era<br />

stato da me <strong>di</strong>visato. Non può trovarsi a mio credere idea più consolante <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> poter servire la<br />

Chiesa universale e prestarsi ad un sempre maggiore ravvivamento dello spirito ecclesiastico. Provo<br />

una gran consolazione solo in trattenermi ora <strong>di</strong> ciò con Lei.<br />

Fù questo il singolar <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> San Gaetano 5 nell'istituire l’apostolica sua Religione. Debbo<br />

confessarle però che bramando molto la verificazione della cosa in massima, non parmi opportuno per<br />

l'esecuzione il servirsi dei membri della Congregazione, ne stabilirne per prestarsi <strong>di</strong>rò per ispiegarmi<br />

identicamente neppure il Corpo della Congregazione medesima. Quell'introdurre nell'istituzione dei<br />

Figli della Carità per uno scopo spirituale suo proprio, non solo la possibilità, ma quasi <strong>di</strong>rei anche il<br />

dovere, e la sicurezza d’essere poi promossi a parrocchie, cure, ed altri ecclesiastici sì, ma provveduti<br />

posti.<br />

Più da paventare quanto più alti e luminosi, temerei portasse troppo facilmente all'umana<br />

2 Piero Porta (Ep. II/1, lett. 524, n. 4, pag. 303).<br />

3 Don Pietro Ribossi (Cf. lett. 714).<br />

4 Mons. Traversi Antonio , provve<strong>di</strong>tore dell’I. R. Liceo <strong>di</strong> Venezia (Ep. II/1, lett. 489, n. 2, pag. 165).<br />

5 San GAETANO DA THIENE (1480-1547). A Venezia, fondatore e promotore dell'Ospedale degli Incurabili alla<br />

Giudecca. A Roma fondatore dell'Or<strong>di</strong>ne dei Chierici Regolari, detti comunemente Teatini o Chietini, presso la Chiesa <strong>di</strong><br />

S. Nicola dei Prefetti e poi sul Pincio.

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