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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AL PADRE GIOACHINO VENTURA, PREPOSITO GENERALE DEL TEATINI<br />

952(Venezia#1830.06.03)<br />

Il Padre Generale dei Teatini era stato richiesto per la pre<strong>di</strong>cazione della novena e per il panegirico <strong>di</strong> San<br />

Gaetano, ma poichè non erano stati completati gli accor<strong>di</strong>, aveva pregato la <strong>Canossa</strong> che se ne interessasse.<br />

L‟esito però delle sue ricerche era, almeno per il momento, negativo.<br />

V.G. e M. Veneratissimo Padre Generale 1<br />

Quando mi <strong>di</strong>e<strong>di</strong> l’onore <strong>di</strong> riscontrare la prima lettera con cui la S. V. Ill.ma e Rev.ma mi onorò, non<br />

aveva <strong>di</strong>menticato il positivo riscontro da lei richiestomi sulla novena <strong>di</strong> San Gaetano. Non ne parlai<br />

però, e ciò fu perchè le ricerche da me fatte sino a quel momento per ritrovare chi potesse avere non so<br />

se debba <strong>di</strong>re il <strong>di</strong>ritto, il dovere, il metodo, o la devozione <strong>di</strong> ritrovare il pre<strong>di</strong>catore per la Novena e<br />

panegirico erano riuscite vane. Aveva interpellato una dama devotissima <strong>di</strong> San Gaetano, il <strong>di</strong> cui figlio<br />

è un certo Conte Orti fabricere della Chiesa dei Teatini, ma mi assicurò essa che suo figlio non aveva la<br />

minima ingerenza nelle funzioni, e che qualche persona devota, la quale faceva dei lavori eleganti,<br />

fatture muliebri già s’intende da offrire all’altare dei Santo, li faceva colla con<strong>di</strong>zione che la sola Pia<br />

Associazione ne avesse parte. Mi rivolsi allora a cercare il capo della Pia Associazione suddetta, ed<br />

avendo dovuto per i doveri del mio impiego, e per servizi dei minimo nostro Istituto recarmi a Venezia<br />

da dove mi dò il vantaggio <strong>di</strong> scriverle, <strong>di</strong>e<strong>di</strong> la commissione alle mie compagne <strong>di</strong> rilevare quanto<br />

avrei fatto personalmente se mi fossi trattenuta a Verona, in<strong>di</strong>cando loro le tracce da me scoperte per<br />

trovare il filo. Effettivamente trovarono il capo della pia Associazione, il quale non è un Conte, ma un<br />

buon artigiano infervoratissimo della devozione del loro Santo Padre. Un passo dopo l’altro si scoperse,<br />

che hanno un oratore, pissimo sacerdote, e parroco d’un’altra Chiesa della nostra città, il quale fa i<br />

<strong>di</strong>scorsi della novena, ed il panegirico per quanto mi scrivono per una devozione al Santo. In<br />

conseguenza <strong>di</strong> tutto questo, non saprei a chi avesse mai potuto parlare, se anche vi fosse stato un<br />

maggior periodo <strong>di</strong> tempo, che quest’anno manca ormai assolutamente per trattare la cosa. Se ella si<br />

potesse risovvenire il nome <strong>di</strong> chi l’invitò, quante settimane e mesi che fu invitato, quali tracce ella<br />

abbia <strong>di</strong> chi tratto seco, con quale intelligenza restarono per l’epoca del tempo, pel suo alloggio, nel suo<br />

recapito giungendo a Verona, per commissione <strong>di</strong> chi l’abbia pregato, potrei destramente fare delle<br />

nuove ricerche al mio ritorno in patria Giacche sappia che in tutto quello da me fatto sin qui, nessuno<br />

potè scoprire, nè chi le facesse, nè per qual oggetto venissero fatte per non esporre in verun modo la<br />

rispettabile <strong>di</strong> lei persona. Trovandosi alle volte gente <strong>di</strong> ottimo cuore, e <strong>di</strong> eccellenti desideri efficaci,<br />

come ella mi <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong> quel buon cavaliere Palmieri, ed in questo caso <strong>di</strong> solito hanno questi il merito<br />

<strong>di</strong>nanzi a Dio, ma non l’esito presso gli uomini.<br />

Oltre il continuo mio viaggiare, il voler andare con quella riserva da me stimata necessaria per<br />

non adombrare per l’oggetto maggiore, porta, e richiede un tempo più lungo per eseguire le cose,<br />

omettendo anche che l’essere donna, e vivere rinchiusa nei nostri conventi quando sono nelle citta per<br />

le quali passo per servire l’Istituto, tutto mi toglie quella pronta attività, che si richiederebbe per simile<br />

oggetto.<br />

La Signoria Vostra Illustrissima e Reveren<strong>di</strong>ssima stia certa che potendo avere altri lumi per<br />

l’e<strong>di</strong>ficante e giusta <strong>di</strong> lei premura non mancherò <strong>di</strong> sottoporglielì. Ella voglia fare la carità <strong>di</strong> ricordarsi<br />

<strong>di</strong> me col Signore, ed io da quella miserabile che sono, non mancherò <strong>di</strong>nnanzi a Dio del<br />

contraccambio.<br />

1 Padre GIOACHINO VENTURA (Palermo 1792 - Versailles 1861). Superiore Generale dei Teatini, dei quali entrò a far<br />

parte nel 1818, dopo esser stato <strong>di</strong>scepolo dei Gesuiti.

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