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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AL CONTE LUCA PASSI<br />

949(Bergamo#1829.04.25)<br />

Il Conte aveva chiesto alla <strong>Canossa</strong> delle <strong>di</strong>rettive per poter compilare e stampare un regolamento sugli oratori<br />

festivi. La <strong>Canossa</strong>, piuttosto controvoglia, scrive quanto a lei pare opportuno.<br />

Veneratissimo signor Conte 1<br />

Bergamo li 25 aprile 1829<br />

Io aveva pregato il <strong>di</strong> lei fratello a fare colla Signoria Vostra Illustrissima e Molto Reverenda le mie<br />

scuse sulla mia impossibilità <strong>di</strong> risponderle intorno a quanto si compiacque domandarmi. Ciò non era, e<br />

non è prodotto dalla mancanza <strong>di</strong> desiderio <strong>di</strong> servirla, e servendola <strong>di</strong> coa<strong>di</strong>uvare come so al bene che<br />

il Signore le concede la grazia <strong>di</strong> fare, ma dal non sapere neppur io cosa <strong>di</strong>rle e dalla somma angustia<br />

del tempo perche mi trovo sempre in moto dall’una all’altra delle nostre Case, e poco posso farmarmi<br />

in ogni luogo quin<strong>di</strong> sono quasi oppressa dalla molteplicità degli affari che ritrovo dopo una lunga<br />

assenza.<br />

Per iscrivere quant’ella desidera mi si renderebbe necessario scrivere la notte cosa poi per cui<br />

mi mancano le forze atteso che la mia salute come sa è poco ferma. Oggi avendo sentito nuovamente<br />

dal signor Conte Matteo 2 le sue premure voglio almeno aver l’onore <strong>di</strong> riscontrarla e non sapendo ne<br />

potendo <strong>di</strong>re <strong>di</strong> più aggiungerò quì due righe <strong>di</strong> ciò che mi pare. Rapporto alla <strong>di</strong>visione dell’età delle<br />

ragazze giuocando, noi ove il numero nostro e le località lo permettono, facciamo tre <strong>di</strong>visioni le<br />

piccole le mezzane e le gran<strong>di</strong>. Si cerca però potendo <strong>di</strong> tenire <strong>di</strong>vise le ragazze più svagate, e ben<br />

custo<strong>di</strong>te giuocando tra loro con qualche compagna, che le sorvegli delle più avvedute ed alle quali<br />

sieno queste più attaccate, ed abbiano anche un po <strong>di</strong> estro per <strong>di</strong>vertirle. Mi è impossibile il descriverle<br />

i giuochi essendo necessario anche il variarle perche non si annojano. Le piccole giuocano volentieri<br />

alle noci.<br />

Le gran<strong>di</strong> cantano passeggiando cose spirituali già s’intende pur volentieri. Le mezzane cercano<br />

<strong>di</strong> saltare forse più <strong>di</strong> tutte. In vece <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong> questo, o <strong>di</strong> quel giuoco le <strong>di</strong>rò soltanto le avvertenze<br />

che cerco d’aver io. Prima io non permetto loro mai <strong>di</strong> ballare, cosa che per se da noi chiuse non vi<br />

sarebbe male, ma lo faccio perche ballando da noi sempre più si avezzano, e prendono gusto ad un<br />

<strong>di</strong>vertimento in se pericoloso. Similmente non permetto giuochi in cui abbiano da parlarsi strettamente<br />

tra ragazze, o da trovarsi in due sole per combinare il giuoco o per eseguirne parte. Non parlo della<br />

compostezza necessaria vale a <strong>di</strong>re che le ragazze non si gettino giuocando e correndo l’una sopra<br />

l’altra e cose simili perche già s’intende.<br />

Non si può neppur quì precisare perche conviene vedere tanto il numero delle ragazze, che<br />

quello delle soprastanti. Certo che il bisogno sarebbe che le persone che le custo<strong>di</strong>scono fossero<br />

piuttosto molte.<br />

Ciò che pure io osservo assai si è che non solo sia sempre vigilata, ma non vi sia mai<br />

abbandonata la porta della camera, o altro luogo ove le ragazze si ritirano per qualche momento. Anzi<br />

per quanto è possibile a me piace che le piccole abbiano un luogo da ritirarsi, e le gran<strong>di</strong> un’altro, e pari<br />

vigilanza e custo<strong>di</strong>a vi sia <strong>di</strong> una come dell’altra porta non permettendo assoluta mente che entrino più<br />

d’una alla volta.<br />

1 Conte Luca Passi, missionario apostolico e fondatore dell’Istituto <strong>di</strong> S. Dorotea (Ep. II/2, lett. 711, n. 7, pag. 788).<br />

2 Conte MATTEO PASSI, figlio del conte Enrico, come i due sacerdoti, Luca e Marco, e sposo della marchesa Anna<br />

Lomellini da Barco.

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