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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AL CONTE LUCA PASSI<br />

942(Verona#1825.10.01)<br />

E‟ stato chiesto alla <strong>Canossa</strong> <strong>di</strong> preparare la figlia del signor Girelli, <strong>di</strong>rettore del Conservatorio <strong>di</strong> Brescia,<br />

per essere a sua volta maestra e Direttrice del medesimo Conservatorio <strong>di</strong>pendente dal Governo. La<br />

Marchesa se ne schermisce. Chiede anche preghiere per la nipote Isotta Orti in Ravignani affetta da febbre<br />

miliare, e per il suocero <strong>di</strong> lei, Conte Teodoro Ravignani, affetto a sua volta da cancro alla bocca.<br />

V.G. e M Veneratissimo signor Conte 1<br />

Con somma mia sorpresa mi fu significato dall’ottima mia compagna superiora della Casa <strong>di</strong><br />

Bergamo 2 , come la lettera che mi <strong>di</strong>e<strong>di</strong> l’onore <strong>di</strong> scrivere a Vostra Signoria Illustrissima e Molto<br />

Reverenda pochi giorni dopo essere quì arrivata, sia andata smarrita. Mi creda che per la<br />

venerazione e <strong>di</strong>stinte obbligazioni che le professo mi spiacque sommamente tal successo accidente,<br />

perchè naturalmente le avrà sembrato ch’io non mi avessi voluto prendere cura dell’affare ch’ella<br />

tanto mi raccomandò. Nella lusinga dunque ch’ella sarà più che persuasa della premura ch’io tosto<br />

mi <strong>di</strong>e<strong>di</strong> secondo la nostra intelligenza <strong>di</strong> servirla, non posso fare che affrettarmi a replicarle quanto<br />

già nella sopracennata mia le scrissi intorno alla buona Alessandra.<br />

Ma prima debbo premetterle che a motivo delle <strong>di</strong>verse molteplici circostanze che<br />

attualmente mi circondano non posso ancora <strong>di</strong>rle cosa alcuna precisa sul ricevere qui quest’anno le<br />

buone propostemi giovani <strong>di</strong> campagna.<br />

Venendo adesso al nostro affare <strong>di</strong> Brescia comincerò per <strong>di</strong>rle, quello che le aveva scritto<br />

nella lettera smarrita, cioè essere io restata prima <strong>di</strong> tutto ammiratissima delle egregie qualità del<br />

signor Girelli 3 . Questo signore vo(le)va che andassi a vedere il Conservatorio da lui con tanto<br />

impegno <strong>di</strong>retto, ma il troppo breve mio soggiorno in Brescia non mi permise <strong>di</strong> compiacerlo. E già<br />

a <strong>di</strong>rle il vero, per me fu cosa. gra<strong>di</strong>tissima il potermene <strong>di</strong>spensare non avendo io que’ lumi che mi<br />

suppongono. Per altro da tutto quello, ch’egli mi <strong>di</strong>sse richiedersi da una maestra estera in quelle<br />

circostanze, a me ed a Cristina che si trovò presente a tutto il <strong>di</strong>scorso pare, che non sia propria<br />

mente impegno per l’Alessandra, quantunque a questa non apparterebbe <strong>di</strong> stare presente a trattati<br />

<strong>di</strong> nozze, i quali da quanto detto signore mi raccontò, seguono con quell’or<strong>di</strong>ne e santa condotta,<br />

che si può aspettare dalla pietà e dalla prudenza <strong>di</strong> quell’ottimo signore che regge. A lui pare che ci<br />

vorrebbe persona con numeri tali non solo <strong>di</strong> cuore, ma ezian<strong>di</strong>o <strong>di</strong> mente, per cui potesse passar<br />

poi ad essere superiora, e mi <strong>di</strong>ceva egli che quando il soggetto non sia tale, piuttosto resta come<br />

attualmente si trova.<br />

Eccole esattamente quanto mi onorai <strong>di</strong> significarle in pro posi1 nell’antecedente mia che<br />

andò perduta. Le avea poi soggiunto, come ora le ripeto ch’ella volesse riflettere bene sulla mas<br />

sima, perchè se anche potessi aver la sorte <strong>di</strong> servirla ricevendo per li sette mesi la figlia, altra cosa<br />

si è insegnare alla mede sima i lavori, ed altra ben <strong>di</strong>fferente il formarla per essere con tanti riguar<strong>di</strong><br />

maestra, <strong>di</strong>rettrice in un Consevatorio soggetto al Governo, per servire il quale l’impegno <strong>di</strong>viene<br />

sempre maggiore. Quest’è quanto per ora le posso <strong>di</strong>re su quest’argomento. Po sto poi che<br />

determinatamente le potrò parlare sull’altro, non esiterò punto <strong>di</strong> rinnovarle il <strong>di</strong>sturbo co’ miei<br />

caratteri.<br />

Dalla buona superiora dì Bergamo avrà ella senza dubbio sentite le nuove passate che tanta<br />

pena ci <strong>di</strong>ede della cara mia nipote Ravagnana 4 , e parimenti la dolorosa notizia del degnissimo<br />

signor Conte Teodoro 5 Sapedo io dunque quanta bontà ed attaccamento ella abbia per questa<br />

famiglia, credo bene aggiungerle quì come adesso se la passino ambidue li pazienti in fermi.<br />

1 Conte don Luca Passi (Ep. II/2, lett. 711, n. 7, pag. 788).<br />

2 Rosa Dabalà (Ep. II/1, lett. 585, n. 4, pag. 442).<br />

3 Il Direttore del Conservatorio o orfanatrofio <strong>di</strong> Brescia.<br />

4 Isotta, figlia <strong>di</strong> Rosa Orti <strong>Canossa</strong> e sposa del Conte Francesco Ra vignani (Ep. II/2, lett. 942, n. 4, pag. 1334).<br />

5 Conte Teodoro Ravignani, suocero <strong>di</strong> Isotta, figlio <strong>di</strong> Rosa Orti.

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