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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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[31 luglio 1824]<br />

A DON GIUSEPPE SEGHETTI<br />

941(Verona#1824.07.31)<br />

Don Seghetti, il precettore della casa del Marchese Bonifacio, ha scritto alla <strong>Canossa</strong> notizie penose sulla<br />

situazione familiare del fratello dopo la sua vedovanza, particolarmente per la vocazione religiosa della prima<br />

figliola e malattia della seconda. La <strong>Canossa</strong> dà i suoi consigli.<br />

V.G. e M. Reveren<strong>di</strong>ssimo Signor Don Giuseppe<br />

La sua bontà vuoi giustificarsi in qualche modo sembrandole <strong>di</strong> non avermi scritto con tanta<br />

sollecitu<strong>di</strong>ne, ma che dovrò <strong>di</strong>r io che effettivamente ritardai a riscontraria sin qui? Posso però ben<br />

assicurare Vostra Signoria Molto Illustre e Reverenda, procedere da impotenza, ma non da volontà<br />

questo ritardo. Io le sono obbligatissima prima <strong>di</strong> tutto <strong>di</strong> tante <strong>di</strong> lei carità e premure per mio fratello e<br />

per tutta la nostra famiglia, e la supplico a non istancarsi a continuar loro e segnatamente a mio fratello,<br />

la <strong>di</strong> lei assistenza, chiaramente conoscendo esser ella l’unico conforto ch’egli possa avere tra tante sue<br />

angustie. La ringrazio poi vivamente <strong>di</strong> tutte le notizie che mi favorisce, che può figurarsi a qual segno<br />

m’interessino.<br />

Sapia che qualche giorno dopo avere ricevuta la pregiatissima <strong>di</strong> lei lettera, un’altra me ne<br />

scrisse mio fratello nella quale molte cose mi <strong>di</strong>ce intorno alla <strong>di</strong> lui situazione ed ai <strong>di</strong> lui contrasti,<br />

come anche intorno al cambiamento del confessore della cara Metil<strong>di</strong>na 1 , domandando per sè la mia<br />

opinione. Veneratissimo signor Don Giuseppe, ella ben comprenderà aver io il cuore <strong>di</strong>viso tra l’affetto<br />

del fratello e quello dei nipoti. Oltre <strong>di</strong> ciò non ho lumi nè cognizioni da consigliare gli altri, avendo<br />

bisogno sempre d’esser io consigliata. Desidero bensì ed unicamente per <strong>di</strong>vina misericor<strong>di</strong>a,<br />

l’adempimento in tutto del <strong>di</strong>vino volere perciò null’altro nella mia lettera <strong>di</strong> oggi gli risponderei se non<br />

che gli faccio coraggio e gli prometto orazione. Oggi singolarmente, giornata <strong>di</strong> Sant’Ignazio,<br />

protettore della nostra famiglia, misi in opera più del solito la carità delle buone mie compagne. Già<br />

altro rime<strong>di</strong>o io non vedo che l’orazione.<br />

Non mancherò <strong>di</strong> trovare anche a Milano dove devo passare sul principio dell’entrante<br />

settimana. Se tratto tratto ella potrà continuarmi le notizie, mi farà una grazia singolare. Basta già a me<br />

nel modo ch’ella fece, non potendo che sommamente loda re ed approvare le <strong>di</strong> lei cautele <strong>di</strong> non<br />

entrare in iscritto in certi dettagli i quali neppur io bramerei e che per ogni rapporto mi sono affatto<br />

superflui. Mio fratello mi <strong>di</strong>ce che i me<strong>di</strong>ci nulla sperano della cara Marianna 2 . Già per questa pure<br />

altro non bramo che l’adempimento della Divina Volontà quantunque mi convenga confessare che<br />

umanamente non posso essere su tale articolo in<strong>di</strong>ferente. Raccomando però anche questa buona figlia<br />

alla <strong>di</strong> lei carità. Il cambiamento <strong>di</strong> confessore nella Metilde non vorrei avesse da essere oggetto<br />

d’angustia alla Marianna e avesse a <strong>di</strong>minuirne le visite giacchè, come facilmente ella crederà, sen to<br />

umanamente che questa giovine abbia da lasciare presto la vita, ma assai più mi preme che bene si<br />

apparecchi e santamente incontri la morte e che possa destramente ed utilmente <strong>di</strong>sporre le cose; a tal<br />

mira io non vedo altro che lei.<br />

Veniamo adesso all’altro affare che interessa la <strong>di</strong> lei carità. Io intendo le premure dell’ottima<br />

famiglia <strong>di</strong> Valsugana e ben volentieri farò la conoscenza del signor Cavalier Lor<strong>di</strong>, ma per quanto sia<br />

la mia premura ed il vivo mio desiderio <strong>di</strong> servirla, sul momento non oso ancora promettermi <strong>di</strong> avere<br />

1 La prirnogenita <strong>di</strong> Bonifacio <strong>Canossa</strong> (Ep.I, lett. 356, n. 3, pag. 563).<br />

2 La secondogenita <strong>di</strong> Bonifacio <strong>Canossa</strong> (Ep.I, lett. 361, n. 2, pag. 563).

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