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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AL CONTE MELLERIO<br />

932(Venezia#1815.03.25)<br />

Il Mellerio è temporaneamente a Vienna come <strong>di</strong>rettore della Cancelleria morava, carica che egli rifiuterà quasi<br />

subito. La <strong>Canossa</strong>, sapendolo a <strong>di</strong>retto contatto con l‟imperatore, il quale ha chiesto preghiere perchè cessino<br />

le agitazioni dei popoli sottomessi, lo incarica <strong>di</strong> ottenere il permesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere le Missioni nelle varie<br />

parrocchie.<br />

Stimatissimo Signor Conte 1<br />

Le recherà molto stupore, stimatissimo signor Conte, il vedere, che non avendo avuto che una sol volta<br />

il vantaggio <strong>di</strong> riverirla, ed anche momentaneamente abbia il coraggio <strong>di</strong> scriverle non solo, ma <strong>di</strong> farlo<br />

<strong>di</strong> più per tutt’altro oggetto <strong>di</strong> quello ch’ella potesse aspettarsi. Non<strong>di</strong>meno essendomi tanto nota la <strong>di</strong><br />

lei pietà, stimolata io credo da quello spirito <strong>di</strong> quella vocazione d’impiegarmi pel bene dei prossimi <strong>di</strong><br />

cui degnossi il Signore, benchè indegnissima <strong>di</strong> favorirmi, e spinta dalla premura <strong>di</strong> una particolare<br />

orazione, che da questi sacri Oratori fù caldamente raccomandata secondo la mente, e l’intenzione<br />

dell’ottimo ed Augusto nostro Sovrano 2 cosa, che fù <strong>di</strong> pari e<strong>di</strong>ficazione, e tenerezza insieme <strong>di</strong> tutta<br />

questa città, mi sono determinata <strong>di</strong> farlo.<br />

Avendo sempre avuto come sà la sorte <strong>di</strong> essere la mia famiglia sud<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Sua Maestà, ed<br />

avendo altresì avuto quella come pure le è noto, <strong>di</strong> servire l’Augusta Famiglia più da vicino, per<br />

conseguenza avendo cognizione della bontà del nostro Sovrano m’imagino quanto il paterno <strong>di</strong> lui<br />

cuore tanto affezionato ai proprj sud<strong>di</strong>ti si troverà angustiato per le nuove insorgenze. E per l’altra parte<br />

le confesso spaventarmi unicamente il giustissimo sdegno <strong>di</strong> Dio troppo irritato dai nostri comuni<br />

peccati. Non vi ha dubbio che l’orazione e molto più quella dei Sovrani, per essere voce <strong>di</strong> padre, e <strong>di</strong><br />

chi Dio ha mezzo in luogo suo, non abbia in ogni tempo <strong>di</strong>sarmato il braccio del Signore, ma senza<br />

conversione nei popoli, non sò se almeno pienamente potrassene vedere l’effetto; ed in simile caso Dio<br />

saprà bene salvare il padre, e castigare i figlioli. Egli, è pure una gran pena veder tante anime<br />

incamminandosi all’eterna per<strong>di</strong>zione, riempire sempre più coi peccati il Calice della Divina Giustizia,<br />

ed insieme colla loro per<strong>di</strong>ta attirare intanto nuovi castighi.<br />

Mi fanno compassione anche esse, e giacchè il Signore nelle <strong>di</strong> cui mani stà il cuor dei<br />

Regnanti, ha ispirato nuovamente il nostro Monarca <strong>di</strong> far pregare, io vorrei, che la <strong>di</strong> lei carità<br />

cercasse, che questo santo sovrano desiderio, venisse eseguito in modo da poter essere esau<strong>di</strong>to dal<br />

Signore, il che a mio credere non può farsi senza dar qualche mezzo per la conversione dei cattivi. In<br />

questi infelici tempi in cui, per i mali costumi infruttuoso, è <strong>di</strong>venuto il solito modo <strong>di</strong> porgere la<br />

Divina Parola, altro miglior mezzo parmi non potersi trovare <strong>di</strong> quello, che suole or<strong>di</strong>nariamente il<br />

Signore accompagnare colle più copiose, ed efficaci bene<strong>di</strong>zioni, quello cioè delle sante Missioni, non<br />

solo nei paesi, ma anche nelle città, dove non sia vicino il teatro della guerra, e questo, è ciò, che forse<br />

il Signore vuole a lei dare il merito <strong>di</strong> proccurare.<br />

So bene, che nella molteplicità degli affari, ed in simili momenti queste cose non sono da<br />

trattarsi come Ministero, ma a me pare altresì, che fatto presente tutto ciò alla esimia pietà, e clemenza<br />

<strong>di</strong> Sua Maestà Imperiale una semplice mostra del suo desiderio per questo bene, esternata puramente ai<br />

Dipartimenti delle rispettive città, che hanno la fortuna, e l’onore <strong>di</strong> circondare adesso il regio trono,<br />

debba bastare per impegnarci ognuno pel compiacimento del Sovrano, e pel bene dei proprj paesi,<br />

1 Conte Mellerio Giacomo , benefattore della Casa <strong>di</strong> Milano (Ep.I, lett. 387, pag. 624).<br />

2 Francesco I, imperatore (Ep.I, lett. 283, n. 2, pag. 422).

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