epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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[ Milano, ottobre 1834] A MONS. ANTONIO SAVORIN 928(Milano#1834.10.**) L‟educatrice delle maestre ha riacquistato la salute per cui inizierà il « Corso di educazione ». Il Vescovo mandi quindi a Verona le giovani da prepa rare, purchè siano fisicamente sane. La Canossa, poi che con Monsignor Traversi, aveva concesso che Giuseppe Carsana andasse, per qualche mese a Chioggia per organizzare l‟oratorio dei ragazzi, è ben contenta che il Figlio della Carità soddisfi in tutto, ma prega il Presule di lasciarlo ripartire all‟epoca fissata, per non danneggiare l‟opera dei Figli della Carità ai suoi inizi. V G e M Eccellenza Reverendissima Le orazioni dell’Eccellenza Vostra Reverendissima nelle quali tanto confido hanno ottenuto dal Signore un sufficiente ristabilimento alla prima educatrice delle maestre. In conseguenza di ciò vengo subito con questa riverente mia ad umiliarle ch’ella può mandare a Verona quando comanda le quattro giovani da educarsi all’oggetto. Anzi subito che posso essere all’ordine, sarà bene che sollecitino, non solo prima che s’inoltri la cattiva stagione, ma anche perchè possano approfittare di tutto il corso d’ammaestramento, ritenuto già che per la più povera daremo il letto noi. Si assicuri in pari tempo di tutta la nostra premura interessamento cure per cercare di renderle atte all’esercizio di questa vocazione di carità. Alle viste dell’Eccellenza e superfluo che io richiami la necessità che le figliuole a ciò elette godano buona salute giacchè differentemente renderebbesi frustanea ed ineficace al suo fine l’esimia carità di chi tanto si presta per essa. Spero che giunta le sarà l’altra lettera che in risposta dell’ossequiata sua le scrissi da Milano ove scrivo pur la presente, quantunque la riceverà, ella da Verona dove la mando perchè le sia spedita con più sicurezza. Desidero che Giuseppe 1 continui nel bene cominciato, rinnovando all’Eccellenza Vostra Reverendissima la supplica di lasciarlo poi al tempo statogli prefisso ritornare a’ suoi fratelli, anche per un maggiore, e perenna servizio di lei. Non voglia dimenticarsi di me dinnanzi al Signore, mi accordi la sacra pastorale sua benedizione, mentre passo a raffermarmi col massimo rispetto. ____________________ NB. Minuta con qualche brevissima correzione autografa della Canossa. 1 Giuseppe Carsana, uno dei primi Figli della Carità Canossiani (Ep. I, lett. 412, n. 4, pag. 676).

A MONS. ANTONIO SAVORIN 929(Milano#1834.11.28) Le quattro giovani mandate a Verona dal Vescovo fanno bene e sono atte ad una buona preparazione. L‟ultima lettera del Vescovo ha però procu rato amarezza alla Canossa, la quale è obbligata a far pressione per il ri toi io di Giuseppe Ca; sana al proprio Istituto per non procurare danni a sè e agli altri confratelli. Ritornerà a Chioggia in maggio per qualche altro periodo di aiuto. Eccellenza Reverendissima Quantunque mi sia noto, che la buona mia compagna maestra dell’educazione, si diede l’onore di scrivere all’Eccellenza Vo stra Reverendissima in mia mancanza da Verona, avendomi pero la stessa spedito l’ossequiato foglio del giorno 16 non voglio re star io defraudata del vantaggio di scriverle anch’io. Intesi dunque l’arrivo a Verona delle quattro buone figliole fornite dalla carità di lei, del loro mantenimento, e bisognevole pel semestre Sin qui si annunziarono per quello che già mi aspettava, cioè per molto buone Sarà tutto eseguito di quanto l’Eccellenza Vostra mi dice per quella di Pellestrina 1 . Si assicuri di tutto il nostro impegno per renderla servita e perchè rie scano atte all’oggetto ch’elia, e noi tanto desideriamo, cioè che ritornino desiderose, ed atte a ravvivare la carità di cui, com’ella dice, tanto si abbisogna. Le sante orazioni di lei saranno il nostro ajuto, e senza fine la ringrazio di quella memoria che si degna avere di me nel Santo Sacrifizio, cosa che mi ricolma di consolazione. Io mi trovo ancora a Milano, a Dio piacendo però entro la settimana prossima conto passare a Bergamo, indi a Verona, ove anche l’educazione delle maestre mi fa bramare il ritorno. Debbo poi confessare all’Eccellenza Vostra Reverendissima, che per la sincera e rispettosa venerazione che le professo, restai veramente mortificata leggendo quanto ella mi scrive di Giuseppe 2 sembrandomi ch’ella siasi disgustata nel restituirlo ai fratelli suoi. Mi conforta però una cosa, e questa si è, che il tempo vola, e che il maggio non tarderà tanto a venire. Gran fatti che anche quest’anno, se il Signore mi lascia venire come il solito a Venezia, mi abbia da mancare la barca, come quest’anno per venire a Chioggia. Mi creda, che quando potrò parlarle ella vedrà che si lavora anche per Chioggia a Venezia e che senza tal lavoro non sarebbe, nè l’una ne l’altra sostenuta. Lo zelo, ed il cuore dell’Eccellenza Vostra Reverendissima mi fanno sentire quasi con impazienza la brama di vederla servita ma bene proprio. Intanto l’assicuro delle poverissime mie orazioni e supplicandola della sacra pastorale sua benedizione con invariabile ossequio mi segno Dell’Eccellenza Vostra Reverendissima Milano 28 novembre 1834 _________________ NB. Minuta con qualche breve correzione autografa della Canossa. 1 Località della provincia di Venezia. 2 Giuseppe Carsana, uno dei primi Figli della Carità Canossiani (Ep. I, lett. 412, n. 4, pag. 676).

A MONS. ANTONIO SAVORIN<br />

929(Milano#1834.11.28)<br />

Le quattro giovani mandate a Verona dal Vescovo fanno bene e sono atte ad una buona preparazione. L‟ultima<br />

lettera del Vescovo ha però procu rato amarezza alla <strong>Canossa</strong>, la quale è obbligata a far pressione per il ri toi<br />

io <strong>di</strong> Giuseppe Ca; sana al proprio Istituto per non procurare danni a sè e agli altri confratelli. Ritornerà a<br />

Chioggia in maggio per qualche altro periodo <strong>di</strong> aiuto.<br />

Eccellenza Reveren<strong>di</strong>ssima<br />

Quantunque mi sia noto, che la buona mia compagna maestra dell’educazione, si <strong>di</strong>ede l’onore <strong>di</strong><br />

scrivere all’Eccellenza Vo stra Reveren<strong>di</strong>ssima in mia mancanza da Verona, avendomi pero la stessa<br />

spe<strong>di</strong>to l’ossequiato foglio del giorno 16 non voglio re star io defraudata del vantaggio <strong>di</strong> scriverle<br />

anch’io.<br />

Intesi dunque l’arrivo a Verona delle quattro buone figliole fornite dalla carità <strong>di</strong> lei, del loro<br />

mantenimento, e bisognevole pel semestre Sin qui si annunziarono per quello che già mi aspettava, cioè<br />

per molto buone Sarà tutto eseguito <strong>di</strong> quanto l’Eccellenza Vostra mi <strong>di</strong>ce per quella <strong>di</strong> Pellestrina 1 . Si<br />

assicuri <strong>di</strong> tutto il nostro impegno per renderla servita e perchè rie scano atte all’oggetto ch’elia, e noi<br />

tanto desideriamo, cioè che ritornino desiderose, ed atte a ravvivare la carità <strong>di</strong> cui, com’ella <strong>di</strong>ce, tanto<br />

si abbisogna.<br />

Le sante orazioni <strong>di</strong> lei saranno il nostro ajuto, e senza fine la ringrazio <strong>di</strong> quella memoria che si<br />

degna avere <strong>di</strong> me nel Santo Sacrifizio, cosa che mi ricolma <strong>di</strong> consolazione.<br />

Io mi trovo ancora a Milano, a Dio piacendo però entro la settimana prossima conto passare a<br />

Bergamo, in<strong>di</strong> a Verona, ove anche l’educazione delle maestre mi fa bramare il ritorno.<br />

Debbo poi confessare all’Eccellenza Vostra Reveren<strong>di</strong>ssima, che per la sincera e rispettosa<br />

venerazione che le professo, restai veramente mortificata leggendo quanto ella mi scrive <strong>di</strong> Giuseppe 2<br />

sembrandomi ch’ella siasi <strong>di</strong>sgustata nel restituirlo ai fratelli suoi. Mi conforta però una cosa, e questa<br />

si è, che il tempo vola, e che il maggio non tarderà tanto a venire. Gran fatti che anche quest’anno, se il<br />

Signore mi lascia venire come il solito a Venezia, mi abbia da mancare la barca, come quest’anno per<br />

venire a Chioggia. Mi creda, che quando potrò parlarle ella vedrà che si lavora anche per Chioggia a<br />

Venezia e che senza tal lavoro non sarebbe, nè l’una ne l’altra sostenuta. Lo zelo, ed il cuore<br />

dell’Eccellenza Vostra Reveren<strong>di</strong>ssima mi fanno sentire quasi con impazienza la brama <strong>di</strong> vederla<br />

servita ma bene proprio.<br />

Intanto l’assicuro delle poverissime mie orazioni e supplicandola della sacra pastorale sua<br />

bene<strong>di</strong>zione con invariabile ossequio mi segno<br />

Dell’Eccellenza Vostra Reveren<strong>di</strong>ssima<br />

Milano 28 novembre 1834<br />

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NB. Minuta con qualche breve correzione autografa della <strong>Canossa</strong>.<br />

1 Località della provincia <strong>di</strong> Venezia.<br />

2 Giuseppe Carsana, uno dei primi Figli della Carità Canossiani (Ep. I, lett. 412, n. 4, pag. 676).

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