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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AL CONTE LUCA PASSI<br />

924(Verona#1833.11.08)<br />

Dopo due anni, la <strong>Canossa</strong> avverte che non è possibile lasciar a<strong>di</strong>to ancora a speranze per la fondazione <strong>di</strong><br />

Breno e scrive a Don Luca perchè, seguendo quanto ella propone, lasci, almeno per il momento, in libertà chi<br />

sta manovrando per ottenerne la realizzazione.<br />

Veneratissimo Signor Conte Luca 1 ,<br />

Verona li 18 novembre 1833<br />

Eccomi costretta a dover <strong>di</strong>sturbare nuovamente la carità della Signoria Vostra Illustrissima e Molto<br />

Reverenda, relativamente all’affare <strong>di</strong> Breno. Sappia che al mio ritorno a Verona trovai qui una lettera<br />

del signor Giovanni Giacomelli mio procuratore <strong>di</strong> cui le unisco la copia. Come ella vedrà vi è qualche<br />

osservazione da fare su quanto egli scrive. La prima che io trovo in<strong>di</strong>spensabile si è <strong>di</strong> mettere in libertà<br />

anche prima del febraio l’appartamento impegnato in casa del signor Gian Maria Giacomelli non<br />

trovando modo per ora <strong>di</strong> poter pensare per mancanza <strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong> metter una nostra fondazione colà.<br />

Mi creda che io peno a non potermi prestare in ogni opera che riguarda la gloria <strong>di</strong> Dio ma tanti<br />

sono gl’impegni che attualmente mi circondano anche per la per<strong>di</strong>ta da noi fatta della compagna<br />

Rosmini, che non posso assumerne de’ nuovi.<br />

Con tutto ciò la mia Cristina 2 mi eccita a non abbandonare affatto il pensiero per altro momento<br />

più opportuno.<br />

Siccome i superiori dell’Istituto si unirono pienamente al parere della S.V.Ill.ma e M.to Rev.da<br />

intorno alla fondazione <strong>di</strong> Brescia e giu<strong>di</strong>carono ch’io dovessi accettarla <strong>di</strong>etro alcune con<strong>di</strong>zioni che<br />

vennero accettate dall’illimitata carità dell’ottimo si gnor Carlo .Manziana 3 e Padre Taeri 4 La Cristina<br />

dunque desidererebbe che la carità <strong>di</strong> lei andando a Breno cercasse d’im pegnare la buona signora<br />

Lucia Cismon<strong>di</strong> perche potesse in qual che modo sussistere per qualche tempo la scuola, col mezzo<br />

della buona Revellini. Dicendo la Cristina che avviata poi la fondazio ne in Brescia dell’Istituto nostro<br />

potrassi vedere se ci riesce <strong>di</strong> levare una piccola colonia per fare pure colà una fondazione. A questo<br />

pensiero <strong>di</strong> Cristina io non ho niente in contrario anzi avrei piacere che potesse un giorno venire<br />

eseguito pel bene che sento ne riuscirebbe. Ma devo <strong>di</strong>rle colla solita mia ingenuità e <strong>di</strong>spiacere<br />

insieme ch’io pel temporale non posso <strong>di</strong>sporre minimamente <strong>di</strong> più del lascito Albersoni e se la cara<br />

signora Lucia Cismon<strong>di</strong> non trova modo pel mantenimento della Revellini mi trovo nella necessità <strong>di</strong><br />

rinunziare all’ospitale il lascito e lasciar in libertà la stessa Revellini alla quale sarebbe necessaria a mio<br />

parere un assistente se avesse a proseguire lungamente la scuola.<br />

La carità dell’Illustrissima Signoria Vostra e Molto Reverenda, andando a Breno, la supplico<br />

con ogni libertà <strong>di</strong> osservare e determinare ciò ch’ella giu<strong>di</strong>cherà meglio nel Signore.<br />

Io scrivo intanto al Procurattore per la mia impossibilità <strong>di</strong> ritenere l’appartamento, ma<br />

essendovi tempo fino ai 24 <strong>di</strong> febbrajo gli scrivo anche <strong>di</strong> aspettare l’andata sua colà che se non mi<br />

sbaglio deve essere nella Novena del Santo Natale.<br />

Per Rovato al mio passaggio da Brescia con mia sorpresa mi raccontò il signor Manziana che<br />

anche il signor Don Giuseppe Angelini 5 gli <strong>di</strong>sse che non vogliono più le orfane bensì le Terziarie 6 , ma<br />

queste vogliono (Senta s’è da ridere) che sieno le quattro Figlie della Carità entrate per Rovato. Per non<br />

1 Conte Luca Passi missionario apostolico e fondatore dell’Istituto <strong>di</strong> S. Dorotea (Ep. II/2, lett. 711, n. 7, pag. 788).<br />

2 Cristina Pilotti (Ep. I, lett. 297, n. 7, pag. 454).<br />

3 Carlo Manziana si occupa <strong>di</strong> una fondazione <strong>di</strong> Brescia (Ep. II/2, lett. 786, n. 1, pag. 969).<br />

4 P. Taeri Angelo, oratoriano <strong>di</strong> Brescia (Ep.II/2, lett. 795, n. 1, pag. 981).<br />

5 Don Giuseppe Angelini, pre<strong>di</strong>catore (Ep. II/2, lett. 797, n. 3, pag. 983).<br />

6 Piano delle Terziarie (Ep. II/1, lett. 640, n. 1, pag. 584).

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