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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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per compenso, le <strong>di</strong>sse che vi è il progetto, o trattato che sia <strong>di</strong> fabbricare ivi per la vicinanza del teatro<br />

un casino relativo. Se la visualità <strong>di</strong> questo giungesse anche all’orto sarebbe peggiore dei cariaggi<br />

militari, e penso che nè la vicinanza nè la visualità d’un simile casino potrà forse l’Eccellenza Vostra<br />

Reveren<strong>di</strong>ssima trovare opportuno per l’orto parrocchiale che venisse ceduto.<br />

Dopo tutto questo le esporrò adesso l’ostacolo insuperabile che per l’Istituto in cotesta casa io<br />

trovo. Sento che nel pezzo d’orto che verrebbe ceduto ed in cui si potrebbe formare il passaggio ad una<br />

specie <strong>di</strong> tribuna che vi si farebbe, vi è la camera mortuaria che <strong>di</strong>rebbesi quì a Venezia scuoletta de’<br />

morti nella quale si depositano dopo l’esequie i poveri defonti sino al momento del loro trasporto.<br />

Quando non sia possibile il levarla to talmente, e metterla proprio altrove, io non posso accettare<br />

assolutamente la località.<br />

L’Eccellenza Vostra reveren<strong>di</strong>ssima riderà forse <strong>di</strong>cendo che sono paure <strong>di</strong> donne. Veramente<br />

io non ho timore de’ morti, e quando ha portato l’occasione sono restata anche sola a tener loro<br />

compagnia, ma questo timore regna molto nella gioventu, e sarebbe l’espor le compagne a perdere la<br />

salute ed impe<strong>di</strong>re le vocazioni il prendere una casa con simile abitazione. Oltre <strong>di</strong> che, cosa niente<br />

meno <strong>di</strong> questa rilevante per l’esperienza accadutami in eventuali circostanze d’assai minor rilievo,<br />

certa sono, che andressimo incontro ad incagli ed osservazioni governative per cui frequentemente<br />

resteressimo esposte ad ogni qualsiasi influenza a chiudere le scuole, e l’a<strong>di</strong>to alla gioventù, oltre<br />

maggiori <strong>di</strong>spiaceri che potrebbonsi incontrare, ed allora le tanto caritatevoli cure loro per l’Opera<br />

andrebbero a vuoto, come vane <strong>di</strong>verrebbero le nostre fatiche.<br />

Ciò dunque ritenuto se ella giu<strong>di</strong>cherà opportuno che ad ogni modo venga a Treviso, si<br />

compiaccia <strong>di</strong> farmelo sapere nel modo <strong>di</strong> minore suo <strong>di</strong>sturbo, e potendo verrò certamente a servirla.<br />

Domando mille scuse all’Eccellenza Vostra Reveren<strong>di</strong>ssima della pazienza che le faccio portare con<br />

tanto mio <strong>di</strong>re.<br />

Accetti i rispettosi doveri della Damina Manfre<strong>di</strong>ni, e delle mie compagne; mi accor<strong>di</strong> la sacra<br />

sua pastorale bene<strong>di</strong>zione, e mi permetta <strong>di</strong> ripettermi con invariabile ossequio<br />

Dell ‘Eccellenza Vostra Reveren<strong>di</strong>ssima<br />

Santa Lucia Venezia li 14 giugno 1833<br />

A Sua Eccellenza Reveren<strong>di</strong>ssima<br />

Monsignor Sebastiano Soldati<br />

Degnissimo Vescovo<br />

Di TREVISO<br />

5 NB. Autografa solo la firma.<br />

Umilissima Devotissima Ossequiosissima Serva<br />

<strong>Maddalena</strong> <strong>di</strong> <strong>Canossa</strong> Figlia della Carità 5

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