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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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A MONS. CHIARISSIMO FALCONIERI<br />

919(Bergamo#1830.04.16)<br />

L‟Arcivescovo, dopo circa un anno, torna a proporre alla <strong>Canossa</strong> una fon dazione a Ravenna, ma con tre soli<br />

soggetti. La casa sarebbe <strong>di</strong>sponibile. La Marchesa è <strong>di</strong>sposta ad assecondare i desideri del Prelato, ma non<br />

può non <strong>di</strong>mostrare che le con<strong>di</strong>zioni, se non mo<strong>di</strong>ficabili, rendono impossibile la realizzazione dell‟opera.<br />

V.G.M. Eccellenza Reveren<strong>di</strong>ssima 1<br />

in risposta alla lettera del<br />

5 aprile 1830<br />

Colla maggior compiacenza e sorpresa insieme mi trovo onorata dell’ossequiato foglio dell’Eccelenza<br />

Vostra Reveren<strong>di</strong>ssima.<br />

Nell’atto, che la ringrazio <strong>di</strong> tanta sua degnazione, confermandole gli umili sentimenti<br />

dell’illimitata mia venerazione posso assicurarla, vivere sempre in me lo stesso desiderio, nel mio<br />

niente s’intende, ma <strong>di</strong> servirla, e l’invariabile mia premura per Ravenna. Tentai anzi l’anno scorso con<br />

mezzo privato far sapere al l’Em.V.Rev.ma queste mie non interrotte <strong>di</strong>sposizioni, ma la lettera penso<br />

possa essersi smarrita. A me basta ciò <strong>di</strong>rle unicamente in attestazione della mia servitù. Prevedo, che<br />

la brama <strong>di</strong> poterla servire non solo, ma <strong>di</strong> poterlo fare con isperienza <strong>di</strong> qualche riuscita andrà a<br />

portarle de’ nuovi <strong>di</strong>sturbi per darmi que’ lumi, e rischiaramenti i quali mi <strong>di</strong>vengono necessarj onde<br />

<strong>di</strong>visare e pre<strong>di</strong>sporre quanto da me <strong>di</strong>pende pel felice avviamento della cosa. Lessi dunque, e<br />

considerai il progetto che l’Eminenza Vostra Reveren<strong>di</strong>ssima si compiace propormi, il quale per una<br />

parte non v’ha dubbio faciliterebbe l’esecuzione della cosa, ma a mio credere toglierebbe a me il<br />

contento che potesse stabilirsi, e mantenersi con piena <strong>di</strong> lei sod<strong>di</strong>sfazione. Ed eccone il motivo.<br />

Siccome si tratta <strong>di</strong> un Istituto religioso, e d’Istituto il quale ha il doppio scopo <strong>di</strong> cercare col bene de<br />

prossimi la propria santificazione, e questa col mezzo <strong>di</strong> Esercizj, ed interne Regole sue proprie,<br />

impossibile sarebbe che tre soli soggetti attendessero <strong>di</strong> proposito alle opere <strong>di</strong> carità della vocazione,<br />

ed alle pratiche interne, senza le quali <strong>di</strong>ficilmente conserverebbesi nei membri lo spirito. Per ciò<br />

ritenendo quanto la carità dell’Eminenza Vostra è <strong>di</strong>sposta a fare per l’Istituto, io vorrei per mia parte<br />

veder pure <strong>di</strong> ridurre almeno a cinque i soggetti, che formar dovessero il principio della Casa <strong>di</strong><br />

Ravenna. Supplico quin<strong>di</strong> la bontà <strong>di</strong> lei a degnarsi <strong>di</strong> farmi sapere se la casa sia affatto contigua alla<br />

Chiesa <strong>di</strong> cui ella mi parla, o se sia semplicemente vicina. Se nella casa stessa vi si trovi corte, piccolo<br />

orto, o veramente sia casa affatto semplice. Non parlo della sua salubrità, e della salubre sua<br />

ubicazione, perche gia la Ecc V Rev ma comprende bene essere troppo necessaria per un’Istituto, che<br />

deve molto operare. Bensì la supplico a volermi dare un’idea della sua capacita per mia norma. Dietro a<br />

questi lumi andro prendendo quelle misure che sapro migliori, e niente ultimero poi senza tutto<br />

umiliarle. Sappia anzi che ritornata dal mio viaggio l’anno scorso avevo già messo gli occhi su qualche<br />

soggetto che sembravami per ogni riguardo opportuno. Ma intese ch’ebbi le sempre adorabili <strong>di</strong>vine<br />

<strong>di</strong>sposizioni sopra l’angusta<br />

Persona del Sommo Pontefice Leone XII pensando che necessariamente almeno per del tempo dovea<br />

restare ogni cosa sospesa, non innoltrai alcun passo, aspettando nuove <strong>di</strong>lucidazioni. Adesso poi<br />

ripiglierò gli esami, e la trattative, pregandola caldamente <strong>di</strong> volermi assistere colle sante sue orazioni.<br />

Voglia altresì l’Eccellenza Vostra Reveren<strong>di</strong>ssima avvalorarmi colla sacra pastorale <strong>di</strong> lei<br />

bene<strong>di</strong>zione, che imploro nell’atto in cui mi do l’onore <strong>di</strong> rispettosamente <strong>di</strong>chiararmi<br />

Dell’Eccellenza Vostra Reveren<strong>di</strong>ssima<br />

Bergamo, dal Convento <strong>di</strong> Santa Croce li 16 aprile 1830<br />

1 Papa Leone XII, eletto Papa il 28-9-1823 (Ep. I, lett. 340, n. 2, pag. 530)

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