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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AL CONTE ABATI<br />

917(Verona#1820.07.03)<br />

La lettera tratta per buona parte <strong>di</strong> un argomento non definibile, ma poi conclude che, se la fondazione in quella<br />

città è ostacolata, avrà senz‟altro buon esito per l‟intervento della Vergine Santa.<br />

V:G: e M: Veneratissimo signor Conte Abati<br />

Non mi <strong>di</strong>e<strong>di</strong> l’onore <strong>di</strong> ricontrare sul punto il veneratissimo <strong>di</strong> lei foglio non solo perche non sapeva<br />

quell’esito fosse per avere l’abboccamento <strong>di</strong> Gaetano Roberti colla madre, ma <strong>di</strong> più ancora, perchè io<br />

credeva domani alla più lunga dover essere a Vicenza, ed ivi aver il vantaggio <strong>di</strong> tutto personalmente<br />

significarle. Ma siccome attesa la stagione tanto calda, gli Esercizj delle Dame, quali erano stabiliti per<br />

cominciarli li 12 corrente, sono <strong>di</strong>fferiti a tempo più opportuno, così non avendo più l’incontro per ora<br />

<strong>di</strong> dovermi portare a Venezia, voglio darmi il bene <strong>di</strong> trattenermi con lei, veneratissimo signor Conte<br />

Abbati qualche momento in iscritto.<br />

Suppongo che già lo stesso Roberti, che pregai <strong>di</strong> presentar le i miei doveri, le avrà raccontato<br />

come la madre sua serve ora in qualità <strong>di</strong> cameriera in una nobile locanda, non essendo troppo <strong>di</strong>fficile<br />

a cambiar padrone. Da me credo sia più <strong>di</strong> un anno, e mezzo, che non viene. Mi <strong>di</strong>sse quell’uomo che<br />

ci serve, che stettero madre e figlio, <strong>di</strong>eci minuti senza potersi parlare piangendo ambedue, ed il nostro<br />

gastaldo 1 faceva il terzo. Questo non seppe <strong>di</strong>rmi molto <strong>di</strong> più, perchè si parlarono secretamente, ma<br />

pure da quel poco che mi <strong>di</strong>sse, non formai speranza alcuna, che la nota unione sia per seguire, nè dopo<br />

la donna si lasciò più vedere. Io credo che il motivo principale per cui questa si allontanò da me sia<br />

stata, perchè a me non piaceva quel cambiare sì facilmente padrona, come non sarei mai stata persuasa<br />

che andasse a servire in una locanda per quanto sia nobile.<br />

Noti pero che niente mai ho sentito in nessuno dei luoghi ove è stata, che faccia torto alla sua<br />

saviezza. Per altro potrebbe essere, che si combinasse col figlio In quell’incontro mi fece <strong>di</strong>re che<br />

sarebbe venuta a salutarmi, ma poi non la vid<strong>di</strong>. Al caso che venga, <strong>di</strong>rò tutto quello che saprò, e<br />

trovando la cosa combinata non mancherò comunicano alla <strong>di</strong> lei carità.<br />

Intesi poi quanto ella ebbe la bontà <strong>di</strong> comunicarmi intorno al nostro affare. L’assicuro, che mi<br />

sorprenderebbe molto più, il sentire tutto piano, e facile, che sentire degli ostacoli. Io credo che il<br />

demonio farà maggiori sforzi per impe<strong>di</strong>re la fondazione anche perchè il succeder questa con un<br />

Prelato 2 si degno e si santo come è il loro aprirebbe il campo da fare un doppio bene per la città e per la<br />

campagna.<br />

(NB. Questo periodo da: «Io credo» è scritto in calce da altra mano).<br />

Per parte mia, ho rimesso la cosa nel Cuor santissimo <strong>di</strong> Ma ria, e nelle mani <strong>di</strong> San Gaetano<br />

uno dei protettori dell’Istituto, e che con la protezione <strong>di</strong> Monsignore Vescovo, col <strong>di</strong> lei mezzo, e con<br />

quello dell’ottima Contessa Ottavia, tutto riuscirà.<br />

Mi raccomando intanto caldamente alle <strong>di</strong> lei orazioni, col più profondo rispetto, e colla<br />

massima venerazione, passo all’onore <strong>di</strong> protestarmi. Se non le <strong>di</strong>spiace, la prego de’ miei complimenti<br />

alla Contessa suddetta.<br />

Di Vostra Signoria Illustrissima e Molto Reverenda Verona<br />

[Verona] San Giuseppe 3 luglio 1820<br />

Umilissima Devotissima serva<br />

<strong>Maddalena</strong> <strong>di</strong> <strong>Canossa</strong> Figlia della Carità 3<br />

1 Gastaldo per CASTALDO, fattore.<br />

2 Mons. PERUZZI GIUSEPPE MARIA, Vescovo <strong>di</strong> Vicenza, dopo il suo trasferimento da Chioggia<br />

3 NB. Autografa la firma.

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