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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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(Venezia 1820]<br />

VICENZA<br />

AL CONTE ABATI<br />

916(Venezia#1820.**.**)<br />

E‟ stata proposta alla <strong>Canossa</strong> una fondazione a Vicenza, che potrebbe sorgere nel locale « delle Citelle »,<br />

appartenente alla Congregazione <strong>di</strong> Carità. Poichè a questo riguardo la Marchesa teme delle complicazioni,<br />

chiede ulteriori spiegazioni.<br />

Veneratissimo signor Conte Abati 1<br />

La moltiplicità delle cose <strong>di</strong> cui doveva parlare con Vostra Signoria illustrissima e Reveren<strong>di</strong>ssima<br />

nel mio passaggio da Vicenza, e dall’altra parte l’angustia del tempo, che poteva ivi trattenermi, non<br />

mi permisero nè <strong>di</strong> riflettere sul punto, nè <strong>di</strong> sottomettere alla <strong>di</strong> lei saggezza que’ riflessi che pure<br />

mi sembreranno necessarj aversi, nel caso volesse il Signore, che fosse per aver luogo lo<br />

stabilimento costì d’una casa <strong>di</strong> Figlie della Carità, rapporto al provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> un locale. Le<br />

domando mille scuse se mi prendo la libertà d’importunarla, anche forse intempestiva, e troppo<br />

sollecitamente, animata però a ciò fare della cognizione della <strong>di</strong> lei bontà, e zelo per tutto ciò che<br />

può riguardare il <strong>di</strong>vino servizio; ma non posso a meno <strong>di</strong> farlo, temendo io sempre <strong>di</strong> dovere nel<br />

progresso trovarmi in caso per non poter sottomettere l’Istituto a legami non suoi, d’essere costretta<br />

a dare delle involontarie <strong>di</strong>spiacenze a persone, che certamente meriteranno ogni riguardo. Sappia<br />

dunque che riflettendo io a quanto aveva ella avuto la bontà <strong>di</strong> accennarmi intorno al locale delle<br />

Citelle sovvenendomi avermi ella detto altresì, appartener questo alla Congregazione <strong>di</strong> Carità, mi<br />

venne timore, che quando il medesimo non venga liberamente acquistato, non potesse portare la<br />

conseguenza <strong>di</strong> qualche mal inteso, essendo l’Istituto nostro anche per volere sovrano,<br />

imme<strong>di</strong>atamente soggetto ai rispettivi Or<strong>di</strong>narj.<br />

Le confesso che non poteva tranquillisarmi sinche non avessi esposto tutto ciò alla <strong>di</strong> lei<br />

prudenza ancorchè si tratti <strong>di</strong> cosa la quale potrebbe essere ancora molto lontana. In ogni modo vivo<br />

certa mi perdonerà l’attuale <strong>di</strong>sturbo. Vado lusingandomi non nell’entrante, ma nella susseguente<br />

settimana poter effettuare il mio ritorno a Verona e così aver l’onore <strong>di</strong> quivi rivederla e con<br />

maggior tranquillità e chiarezza trattar della cosa.<br />

Frattanto caldamente mi raccomando alla carità delle <strong>di</strong> lei orazioni. Se crede mi favorisca<br />

de miei cor<strong>di</strong>ali complimenti alla cara Contessa Ottavia, e piena delle più profonda venerazione<br />

passo a protestarle l’invariabile mio rispetto.<br />

Di lei veneratissimo signor Conte Abati<br />

1 Appartenente alla nobiltà vicentina.

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