epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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A MONS. SARDAGNA 906(Milano#1834.09.30) La Canossa è sempre decisa a realizzare la fondazione a Cremona, ma è necessario convincersi che, se non arriva l‟assenso sovrano, è inutile ogni passo presso il Governo: l'esperienza l‟ha edotta. V .G.M. Eccellenza Reverendissima Persuasa come sono, che l'Eccellenza Vostra Reverendissima si troverà lontana da Cremona occupata nella santa visita, pure approfitto della bella occasione del passaggio da Cremona, o di mio fratello, o del cugino Carlo per far consegnare questa riverente mia al suo palazzo perchè le sia recata quando avranno comoda occasione. Prima di tutto io la supplico a voler essere persuasa del doveroso e vivissimo interessamento, che io ho per la fondazione di Cremona, e che tutto quello, che può dipendere da me lo farò certamente. Debbo però umiliarle venir io assicurata, che avendo creduto il Governo di domandare l'assenso sovrano sinchè questo non è venuto si rende superfluo ogn'altro passo. L 'esperienza mi fece conoscere lo stesso relativamente a Milano, ed a Bergamo. Del geniale assenso di Sua Maestà non ne so dubitare, ma com'Ella dice benissimo vi vorrà il suo tempo ad avere la risposta da Vienna. Se potrò avere il numero del Ricorso, come mi fu promesso, cercherò qualche mezzo colà per sollecitare. L 'ottimo Cavaliere che qui mi favorisce è impegnato per farle intanto avere una qualche risposta pressochè governativa che potesse in qualche nodo abilitare la delicatezza di Lei per le rascossioni e gli fù promessa. Rapporto al prendere la strada di Cremona al momento del mio ritorno a Verona, questo non mi sarà possibile, dovendo ritornare a Bergamo ove avrò l'elezione della Superiora, che mi cade pur quì, ragione, per cui quest'anno il mio soggiorno da queste parti, quando inaspettati urgentissimi affari non me lo impedissero, sarà molto più lungo dell'anno scorso. Sarò per altro quindi più in caso io spero di eseguire i suoi comandi. La prevengo di non aver io veduto ancora la giovane lodigiana. Col massimo rispetto supplicando l'Eccellenza Vostra Reverendissima della sacra pastorale sua benedizione mi raccomando caldamente alle sante sue orazioni, e mi onoro di raffermarmi Di Vostra Eccellenza Reverendissima Milano dalla Certosina li 30 settembre 1834 1 NB. Autografa solo la firma. Umil.ma Ubb.ma Oss.ma Serva Maddalena di Canossa Figlia della Carità 1

A MONS. SARDAGNA 907(Bergamo#1834.12.22) La Canossa aveva architettato con la Durini, che l'aveva raggiunta a Bergamo, di fare un viaggio sino a Cremona, ma quando si era resa conto dell‟esatta distanza, vi aveva rinunciato, tanto più che il freddo era troppo intenso. [Bergamo] 22 dicembre 1835 1 Ella non saprà io credo cosa pensare di me, né in qual parte io li trovi ed è perciò che mi prendo la libertà di venire ad ossequiare l’Eccellenza Vostra Reverendissima. Io mi trovo dunque a Bergamo ritornatavi da Milano. Sono già più di tre settimane e vi ritornai persuasa come colà mi avevano assicurato che trenta miglia soli passassero di distanza da Bergamo a Cremona; in conseguenza aveva progettato all’Amica Durini che qui con me venne di far meco allora una gita costì, ma il fatto si è che la strada da qui è circa come quella di Milano, né mi fu possibile allora combinare, e frattanto il freddo si è innoltrato a segno, che mi toglie quasi ogni speranza di venire questa volta. Dico quasi perché se appunto per la stagione e pei riguardi che mi conviene avere per la debole mia salute dovessi ritardare sino ad un vero cambiamento, o da qua o da Brescia verrei anche a Cremona. Può credere quanto desidero e dirò anche bisogno io abbia di ritornare a Verona centro dell’Istituto. Michele 2 il giorni 17 era venuto a prendermi ma non ebbi coraggio per l’eccessivo freddo che qui abbiamo di mettermi in viaggio. Mi vado consolando coll’idea che nell’estate seguirà per quanto pare la fondazione di Brescia e se non potrò combinare là una gita adesso, io verrò allora; intanto se avessi qualche suo venerato comando da significarmi o qualche lume da darmi si compiaccia avvanzarmelo in iscritto. Mi onoro di significarle che le caritatevoli sue cure per la Novizia Bedina spero abbiano a riuscire a gloria del Signore promettendo molto questa giovanetta. L’ottima Romanelli non è ancora rimessa va però migliorando sempre. Soffra adesso l’Eccellenza Vostra Reverendissima che prima di chiudere la presente approfitti della vicinanza dell’anno novello per umiliarle gli augurj più sinceri, e più vivi anzi dirò meglio che l’assicuri delle debolissime ma cordiali mie suppliche al Signore perché voglia degnarsi di ricolmare la sacra persona di Lei delle più copiose, e dolci benedizioni nel decorso di quello che siamo per cominciare, come per molti altri che voglia concederle per di lui servizio e vantaggio della Chiesa, come per consolazione di chi la conosce, e venera. Mi faccia la grazia di non iscordarmi nelle sante sue orazioni mentre implorando la santa pastorale sua benedizione con pari venerazione, che rispetto mi segno _______________________ NB. Minuta scritta sulla pagina bianca di una lettera inviata alla Marchesa, come dimostra l'indirizzo, scritto verticalmente al corpo della stessa minuta. In calce appare un altro periodo, evidentemente parte di un'altra minuta, non rintracciabile; non se ne capisce il contenuto 1 Corr. 1834. 2 Michele Masina (Ep.I, lett. 357, pag. 564).

A MONS. SARDAGNA<br />

907(Bergamo#1834.12.22)<br />

La <strong>Canossa</strong> aveva architettato con la Durini, che l'aveva raggiunta a Bergamo, <strong>di</strong> fare un viaggio sino a<br />

Cremona, ma quando si era resa conto dell‟esatta <strong>di</strong>stanza, vi aveva rinunciato, tanto più che il freddo era<br />

troppo intenso.<br />

[Bergamo] 22 <strong>di</strong>cembre 1835 1<br />

Ella non saprà io credo cosa pensare <strong>di</strong> me, né in qual parte io li trovi ed è perciò che mi prendo<br />

la libertà <strong>di</strong> venire ad ossequiare l’Eccellenza Vostra Reveren<strong>di</strong>ssima. Io mi trovo dunque a Bergamo<br />

ritornatavi da Milano. Sono già più <strong>di</strong> tre settimane e vi ritornai persuasa come colà mi avevano<br />

assicurato che trenta miglia soli passassero <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza da Bergamo a Cremona; in conseguenza aveva<br />

progettato all’Amica Durini che qui con me venne <strong>di</strong> far meco allora una gita costì, ma il fatto si è che<br />

la strada da qui è circa come quella <strong>di</strong> Milano, né mi fu possibile allora combinare, e frattanto il freddo<br />

si è innoltrato a segno, che mi toglie quasi ogni speranza <strong>di</strong> venire questa volta.<br />

Dico quasi perché se appunto per la stagione e pei riguar<strong>di</strong> che mi conviene avere per la debole<br />

mia salute dovessi ritardare sino ad un vero cambiamento, o da qua o da Brescia verrei anche a<br />

Cremona. Può credere quanto desidero e <strong>di</strong>rò anche bisogno io abbia <strong>di</strong> ritornare a Verona centro<br />

dell’Istituto. Michele 2 il giorni 17 era venuto a prendermi ma non ebbi coraggio per l’eccessivo freddo<br />

che qui abbiamo <strong>di</strong> mettermi in viaggio. Mi vado consolando coll’idea che nell’estate seguirà per<br />

quanto pare la fondazione <strong>di</strong> Brescia e se non potrò combinare là una gita adesso, io verrò allora;<br />

intanto se avessi qualche suo venerato comando da significarmi o qualche lume da darmi si compiaccia<br />

avvanzarmelo in iscritto. Mi onoro <strong>di</strong> significarle che le caritatevoli sue cure per la Novizia Be<strong>di</strong>na<br />

spero abbiano a riuscire a gloria del Signore promettendo molto questa giovanetta. L’ottima Romanelli<br />

non è ancora rimessa va però migliorando sempre.<br />

Soffra adesso l’Eccellenza Vostra Reveren<strong>di</strong>ssima che prima <strong>di</strong> chiudere la presente approfitti<br />

della vicinanza dell’anno novello per umiliarle gli augurj più sinceri, e più vivi anzi <strong>di</strong>rò meglio che<br />

l’assicuri delle debolissime ma cor<strong>di</strong>ali mie suppliche al Signore perché voglia degnarsi <strong>di</strong> ricolmare la<br />

sacra persona <strong>di</strong> Lei delle più copiose, e dolci bene<strong>di</strong>zioni nel decorso <strong>di</strong> quello che siamo per<br />

cominciare, come per molti altri che voglia concederle per <strong>di</strong> lui servizio e vantaggio della Chiesa,<br />

come per consolazione <strong>di</strong> chi la conosce, e venera. Mi faccia la grazia <strong>di</strong> non iscordarmi nelle sante sue<br />

orazioni mentre implorando la santa pastorale sua bene<strong>di</strong>zione con pari venerazione, che rispetto mi<br />

segno<br />

_______________________<br />

NB. Minuta scritta sulla pagina bianca <strong>di</strong> una lettera inviata alla Marchesa, come <strong>di</strong>mostra l'in<strong>di</strong>rizzo,<br />

scritto verticalmente al corpo della stessa minuta. In calce appare un altro periodo, evidentemente<br />

parte <strong>di</strong> un'altra minuta, non rintracciabile; non se ne capisce il contenuto<br />

1 Corr. 1834.<br />

2 Michele Masina (Ep.I, lett. 357, pag. 564).

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