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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AL SIGNOR ALESSANDRI<br />

893(Verona#1825.10.19)<br />

Si dovrebbe mettere un custode all‟Ospedale delle Convalescenti, perchè <strong>di</strong>fenda lo stabile nell‟attesa che la<br />

nuova opera possa funzionare. E‟ stata proposta una famiglia sfrattata, ma la <strong>Canossa</strong> <strong>di</strong>mostra come non<br />

sia da accettare, essendo essa composta anche da due bambini piccoli, che osta colerebbero la prestazione<br />

dei genitori. Suggerisce a chi rivolgersi per trovare la persona adatta. C‟è anche la futura Direttrice, la<br />

nobile Marianna Francesconi, che ha una sorella maritata e senza figli, la quale sarebbe assai utile.<br />

V.G. e M. Stimatissimo signor Giuseppe<br />

Verona 19 ottobre 1825<br />

Le sarà già stato noto stimatissimo signor Giuseppe la gita <strong>di</strong> Monsignor Albricci 1 a Verona.<br />

Ricevetti la pregiatissima <strong>di</strong> lei lettera domenica sera, ed il medesimo partiva la susseguente mattina<br />

onde non potei consegnargli la mia risposta. Mi affretto per altro <strong>di</strong> scriverle sentendo com’ella<br />

giustamente brama un riscontro sollecito. Prima <strong>di</strong> tutto dunque le <strong>di</strong>rò che non posso a meno <strong>di</strong><br />

non ridere intorno allo spoglio democratico fatto da quel buon laico nella nostra casa e chiesetta,<br />

sentendo tutte le circostanze del Dottorato. In somma sono poi molto contenta che ci resti l’altar<br />

maggiore Quello che m’imbarazza piu <strong>di</strong> tutto si e la situazione attuale della povera Teresa Maria 2<br />

che per attacca mento, per istima, e per amicizia, vorrei contentare, e consolare, ma vorrei farlo<br />

senza con<strong>di</strong>scendere a cose che potessero formar ostacoli al caro nostro ospitale Nel progetto che<br />

questa buona anima ci fa <strong>di</strong> prendere intanto quella famiglia, ecco quel che rifletto.<br />

Questa famiglia viene ricoverata in questa casa perchè attesa la demolizione della casa dove abita al<br />

momento non sa dove andare, e questa famiglia resta composta <strong>di</strong> padre, madre, e due figli, piccoli<br />

ambedue. Questa dunque non è nè può assolutamente mai essere al caso <strong>di</strong> restare per servizio<br />

dell’ospitale in qualità <strong>di</strong> casanti come abbiamo detto avendo noi bisogno <strong>di</strong> coniugati senza figli,<br />

dei quali possiamo servirci nelle occasioni con libertà, e senza il pericolo, e l’imbarazzo <strong>di</strong> ragazzi.<br />

Conseguentemente questa famiglia conviene rimandarla quando il Signore comincierà l’opera.<br />

Questo principio può essere sollecito, e può essere lontano. Se dovesse essere sollecito,<br />

come una famiglia può sollecitamente trovarsi poi casa in altra parte, e non sembrar noi crudeli <strong>di</strong><br />

metterla su d’una strada. Se il principio dell’opera è lontana, accomodata per un tratto <strong>di</strong> tempo la<br />

famiglia ivi senza pagare, non troveremo più modo da farla determinare ad appoggiarsi pagando se<br />

non con <strong>di</strong>spiacere. A me dunque sembrerebbe una cosa per cui mi <strong>di</strong>spiace dover proporre un<br />

nuovo <strong>di</strong>sturbo o a lei, o all’ottimo signor Padenghe 3 , ma affidata alla loro carità la <strong>di</strong>co.<br />

Io pensava dunque se uno, o l’altro <strong>di</strong> loro avessero trà la gente <strong>di</strong> loro servizio, nei, loro negozj<br />

qualche buon uomo, o solo, o anche colla famiglia, ma che potessero comandargli, e questo<br />

metterlo ivi a dormire, e anche ad abitare se credessero, perchè essendo sotto i loro coman<strong>di</strong> quando<br />

fosse il momento senza contrasti la famiglia partirebbe. Se fosse un buon uomo timo rato <strong>di</strong> Dio<br />

solo, mi pare che si potesse donargli qualche bagatella, o mensuale, o alla fine, ed ancora ci<br />

tornerebbe conto. Potrebbe anche farmi la grazia <strong>di</strong> pregare il signor Padenghe il quale e amico del<br />

Pievano attuale dei Tolentini, perche domandasse al medesimo se avesse qualche buon uomo da far<br />

dormire in quella casa per questo tempo, e per non finire mai d’incomo darla ella mi faccia la carità<br />

<strong>di</strong> parlar anche a Don Zulian, che essendo vicino può avere anch’esso qualche uomo fidato da farlo<br />

ivi dormire. Di più voglio secretamente confidarle due cose.<br />

La prima, che Marianna 4 ha qualche vista, e molto deside rio nel caso possa combinare<br />

trovando in ogni rapporto come pare sin quì le persone a proposito, <strong>di</strong> prendere per casanti 5 una sua<br />

1 Mons. Albrizzi Giuseppe, canonico e parroco <strong>di</strong> S. Marco, , Venezia (Ep. II/1, lett. A 37, n. 1, pag. 226).<br />

2 Dovrebbe essere non una Figlia della Carità, ma una conoscente <strong>di</strong> entrambi.<br />

3 Francesco Padenghe (Ep. I, lett. 352, n. 1, pag. 555).<br />

4 Marianna Francesconi (Ep. III/1, lett. 1095, n. 6, pag. 223).<br />

5 Custo<strong>di</strong>

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