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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AD ELISABETTA RENZI<br />

889(Verona#1833.02.05)<br />

Scambio <strong>di</strong> affettuose <strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong> stima, anche se si avverte che la <strong>Canossa</strong> ha lasciato cadere l‟idea <strong>di</strong> una<br />

fondazione in Romagna.<br />

Carissima Figlia<br />

Dalla Carissima sua lettera mia Carissima Figlia rilevo, che le nostre lettere sono andate<br />

smarrite, sentendola priva da tanto tempo delle nostre nuove. Sappia, ch’io pure era in pena credendo il<br />

suo silenzio prodotto dal trovarsi Ella meco <strong>di</strong>sgustata, per non avere più l’Isabella creduto <strong>di</strong><br />

proseguire a contribuire la piccola somma al Conservatorio attesa la continuazione de’ suoi incomo<strong>di</strong>, e<br />

la continua incertezza <strong>di</strong> poter proseguire, a stare, o non istare nell’Istituto nostro.<br />

L’assicuro mia Cara Signora Betta, ch’io non ho minimamente perduto tanto verso <strong>di</strong> Lei, che<br />

verso il Conservatorio quell’attaccamento, che sinceramente le <strong>di</strong>mostrava avere per lo passato, e<br />

vorrei poterglielo <strong>di</strong>mostrare co’ fatti, ma le mie circostanze non me lo permettono.<br />

Si tenga certa dunque, ch’io la riguardo, e terrò sempre per mia Cara Figlia, e stia certa, che da<br />

miserabile non la <strong>di</strong>mentico mai nelle povere mie orazioni. Supplico <strong>di</strong> cuore il Signore a volerle<br />

donare tutti que’ lumi ed aiuti, che le sono necessari per ben <strong>di</strong>rigere le opere riguardanti la <strong>di</strong> Lui<br />

gloria, che le <strong>di</strong>ede nelle mani. Del Conservatorio si assicuri, che non ho sentito a <strong>di</strong>re una parola la più<br />

piccola svantagiosa, onde anche per questo si metta in quiete perfetta. Le <strong>di</strong>sposizioni ammirabili <strong>di</strong><br />

Dio sono tante, e potrebbe ancora darci la consolazione <strong>di</strong> vederci e <strong>di</strong> poter operare unitamente pel<br />

bene <strong>di</strong> cotesti paesi. Intanto la prego a volermi continuare le sue nuove, e quelle delle Care Figlie del<br />

Conservatorio che abbraccio.<br />

La mia salute quest’anno è migliore dell’anno scorso, ed anche l’inverno l’ho passato molto<br />

meglio avendomi però dei riguar<strong>di</strong> per isfugire la tosse. L’Isabella pure passò l’invernata meno male.<br />

Poté alzarsi tutti i giorni dal letto. La malattia glandulare però insiste, ed ha bisogno delle loro orazioni.<br />

Le presento della stessa i più cor<strong>di</strong>ali, ed affettuosi complimenti. Favorisca presentare i miei<br />

<strong>di</strong>stinti rispetti al Signor Don Paolo. Quando mi scrive mi <strong>di</strong>a nuove del Signor Don Vitale <strong>di</strong><br />

Fossombrone.<br />

Tanti e poi tanti cor<strong>di</strong>ali saluti a tutte le Figlie del Conservatorio anche per parte dell’Isabella e<br />

<strong>di</strong> Cristina. Nella lusinga d’aver <strong>di</strong> nuovo presto sue notizie, l’abbraccio, e lascio nel Cuor Santissimo<br />

<strong>di</strong> Maria<br />

Di Lei Carissima Figlia<br />

Verona li 5 Febbraio 1833<br />

Aff.ma Madre <strong>Maddalena</strong> <strong>di</strong> <strong>Canossa</strong><br />

Figlia della Carità

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