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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AD ELISABETTA RENZI<br />

888(Verona#1831.10.16)<br />

Ancora notizie <strong>di</strong>screte della Ferrari, anche se permane lo stato patologico. La Renzi trattenga ancora per<br />

Coriano l‟assegno mensile <strong>di</strong> Isabella.<br />

Carissima Figlia<br />

Non so se questa mia lettera la troverà più a Coriano mia Cara Figlia, ed avrei voluto scriverle<br />

prima se mi fosse stato possibile, ma insomma se anche fosse partita per Sogliano, gliela manderanno<br />

ove si troverà.<br />

Comincierò per <strong>di</strong>rle, che la Cara Isabella, che l’abbraccia continua nel suo miglioramento<br />

intorno al vomito, il quale grazie al Signore intieramente cessò nel giorno assegnatole da quel santo<br />

Principe, ma fin’ora non piacque al Signore <strong>di</strong> ristabilirla veramente. Essa anzi non crede abbia da<br />

succedere il suo ristabilimento. Io però spero, che quel Dio, che ha cominciato abbia da compire<br />

l’opera sua. Non<strong>di</strong>meno fin qui è dalla se<strong>di</strong>a al letto. Però il poter ritenere il cibo, il sortire dal letto<br />

dallo stato, ch’era a quello, che si trova, è un gran miglioramento.<br />

Non mancai <strong>di</strong> farle vedere la Cara sua lettera. Per carità, mia Cara Figlia, tanto Isabella, ch’io<br />

ci ricor<strong>di</strong>amo, come pensando Ella pure si ramenterà, che per quel danaro io proposi <strong>di</strong> lasciarlo al<br />

Conservatorio per due, o tre anni, ed Isabella vi acconsentì. Ultimamente quando Isabella le scrisse, che<br />

non poteva darglielo, sappia ch’io non c’era neppure a Verona, ma fu propriamente la delicatezza<br />

dell’ammalata, la quale vedendo quanto le abbisognava per la sua malattia, cercò <strong>di</strong> dare tutto<br />

l’assegnamento suo a questa casa, né creda per questo, che non abbia tutta la premura, ed attaccamento<br />

anche per Coriano. Senta dunque mia Cara Figlia, anche questa volta viene ad essere il compimento dei<br />

tre anni, scrive la Cara Isabella alla sua famiglia <strong>di</strong> passare la somma consueta a compimento <strong>di</strong> quanto<br />

abbiamo detto.<br />

Sento con molta consolazione che il Signore bene<strong>di</strong>ce le sue fatiche, e che spera <strong>di</strong><br />

fondamentarsi a Sogliano veramente. Cara la mia Betta, ella non ne ha bisogno, ma soffra, che da<br />

madre le raccoman<strong>di</strong> quello, che già le preme, cioè la Gloria del Signore, e la salute delle anime. Che<br />

possa confidando nella Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio, vederla un giorno con una gran corona in Para<strong>di</strong>so.<br />

I più cor<strong>di</strong>ali saluti a tutte le Figlie del Conservatorio. I miei doveri al Signor Don Paolo.<br />

Cristina le <strong>di</strong>ce tante cose, raccomandandoci coll’Isabella caldamente alle loro orazioni, le abbraccio, e<br />

lascio nel Cuor Santissimo <strong>di</strong> Maria.<br />

Verona li 6 ottobre 1831<br />

Di Lei Carissima Figlia<br />

Sua Aff.ma Madre<br />

<strong>Maddalena</strong> Figlia della Carità<br />

PS. Faccia pure domandare alla famiglia Ferrari li 25 Scu<strong>di</strong> avendoli la Isabella prevenuti <strong>di</strong><br />

consegnarglieli quando Ella glieli domanderà. Non mi <strong>di</strong>ce se siano poi state a visitare Maria<br />

Santissima a Loreto. Basta mi raccoman<strong>di</strong>no a questa Madre delle Misericor<strong>di</strong>e anche a Coriano,<br />

confermandomi <strong>di</strong> nuovo.<br />

Sua Aff.ma Madre<br />

<strong>Maddalena</strong> <strong>di</strong> <strong>Canossa</strong> Figlia della Carità

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