epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AD ANTONIO ROSMINI 710(Bergamo#1824.03.03) Quando avesse ricevuto risposta dal nuovo Vescovo di Trento, voglia segnalargliela, perché sappia come regolarsi sulla fondazione in quella città. Intanto comunica la perdita di sua cognata Francesca Castiglioni. V:G: e M: Veneratissimo Signor Don Antonio Vivamente ringrazio la bontà di Vostra Signoria Illustrissima e Molto Reverenda: dei tre libri, di cui Ella volle favorirmi, che jeri ricevetti. Non le bastò semplicemente il disturbarsi per quanto portava il bisogno, mandandomene uno; ma si compiacque mandarmene tre. L'assicuro, che veramente mi furono molto cari. Ella preghi poi il Signore, che me ne approfitti per la di Lui gloria, unico oggetto per cui Ella li compose. Spero, ch'avrà ricevuto un'altra mia lettera, in riscontro dell'ultimo veneratissimo di Lei foglio. Quand'Ella avrà qualche risposta del novello Vescovo di Trento 1 , intorno a quanto era disposto scrivergli del minimo nostro Istituto, la supplico a volermelo ,far sapere, bramando io per mia norma, conoscere le disposizioni di questo Prelato verso di noi per poter disporre a tenore delle medesime le cose. E siccome da quanto comunemente intesi da chi conosce Trento, sembra che avremo ivi da lavorare in servizio di Dio, così chiaro è, che dovremo vincere molti ostacoli per riuscire in tale fondazione. Col divino ajuto sono disposta ad ogni cosa, onde non si faccia riguardo alcuno a dirmi tutto liberamente, potendo d'altronde a mio credere molto giovare l'essere al fatto d'ogni circostanza a quest'affare relativa, per continuare con sicurezza la concludente trattativa. La prego poi de' miei più distinti, e cordiali complimenti alla Cara Signora Margherita, alle orazioni della quale, come a quelle di V. S. Illustrissima e Molto Reverenda caldamente raccomando la buona mia cognata 2 , che come avrà forse inteso piacque al Signore di chiamar a miglior vita, ed anche la mia famiglia, la quale si trova nella massima desolazione per una tal perdita, la qual'è agli occhi nostri veramente irreparabile. Non posso nasconderle, che a me pure non sia amarissima, ma dobbiamo dire, che così ha disposto il Signore, e che adorabili e amabili sempre sono le di Lui disposizioni. Già morì come visse, cioè della morte de' santi; nondimeno se mai per l'umana fragilità, non fosse ancora al possesso di Dio, la raccomando nuovamente alla loro carità, e non si dimentichi neppur di me. Io mi trovo ancora a Bergamo, dove se altro non succede credo mi tratterrò sin' dopo Pasqua, terminando a quell'epoca il corso dell'ammaestramento delle nostre giovani di campagna, le quali furono in quest'anno quì educate. Le confermo l'invariabili proteste del mio rispetto, e passo all’onore di segnarmi Di Vostra Signoria Illustrissima e Molto Reverenda Bergamo Santa Croce li 3 marzo 1824 P.S. Al momento di mandare in posta la presente ho il contento di ricevere una pregiatissima lettera della Cara Signora Margherita. Mi faccia la grazia di dire alla medesima che quanto prima le risponderò, e che la mia salute è sufficientemente buona, e che non si prenda pena che già non è niente ed a momenti starò benissimo. 1 Mons. Luschin Francesco Saverio (Ep. I, lett. 388, n 5, pag. 626). 2 Francesca Castiglioni (Ep.I, lett. 124, n. 3, pag. 208).

BERGAMO All 'Illustrissimo Molto Reverendo Signore Il Signor Don Antonio Rosmini De' Serbati ROVERETO Umil.ma Obbl.ma Dev.ma Serva Maddalena di Canossa Figlia della Carità

AD ANTONIO ROSMINI<br />

710(Bergamo#1824.03.03)<br />

Quando avesse ricevuto risposta dal nuovo Vescovo <strong>di</strong> Trento, voglia segnalargliela, perché sappia come<br />

regolarsi sulla fondazione in quella città. Intanto comunica la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> sua cognata Francesca Castiglioni.<br />

V:G: e M: Veneratissimo Signor Don Antonio<br />

Vivamente ringrazio la bontà <strong>di</strong> Vostra Signoria Illustrissima e Molto Reverenda: dei tre libri,<br />

<strong>di</strong> cui Ella volle favorirmi, che jeri ricevetti. Non le bastò semplicemente il <strong>di</strong>sturbarsi per quanto<br />

portava il bisogno, mandandomene uno; ma si compiacque mandarmene tre.<br />

L'assicuro, che veramente mi furono molto cari. Ella preghi poi il Signore, che me ne approfitti<br />

per la <strong>di</strong> Lui gloria, unico oggetto per cui Ella li compose.<br />

Spero, ch'avrà ricevuto un'altra mia lettera, in riscontro dell'ultimo veneratissimo <strong>di</strong> Lei foglio.<br />

Quand'Ella avrà qualche risposta del novello Vescovo <strong>di</strong> Trento 1 , intorno a quanto era <strong>di</strong>sposto<br />

scrivergli del minimo nostro Istituto, la supplico a volermelo ,far sapere, bramando io per mia norma,<br />

conoscere le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> questo Prelato verso <strong>di</strong> noi per poter <strong>di</strong>sporre a tenore delle medesime le<br />

cose. E siccome da quanto comunemente intesi da chi conosce Trento, sembra che avremo ivi da<br />

lavorare in servizio <strong>di</strong> Dio, così chiaro è, che dovremo vincere molti ostacoli per riuscire in tale<br />

fondazione. Col <strong>di</strong>vino ajuto sono <strong>di</strong>sposta ad ogni cosa, onde non si faccia riguardo alcuno a <strong>di</strong>rmi<br />

tutto liberamente, potendo d'altronde a mio credere molto giovare l'essere al fatto d'ogni circostanza a<br />

quest'affare relativa, per continuare con sicurezza la concludente trattativa.<br />

La prego poi de' miei più <strong>di</strong>stinti, e cor<strong>di</strong>ali complimenti alla Cara Signora Margherita, alle<br />

orazioni della quale, come a quelle <strong>di</strong> V. S. Illustrissima e Molto Reverenda caldamente raccomando la<br />

buona mia cognata 2 , che come avrà forse inteso piacque al Signore <strong>di</strong> chiamar a miglior vita, ed anche<br />

la mia famiglia, la quale si trova nella massima desolazione per una tal per<strong>di</strong>ta, la qual'è agli occhi<br />

nostri veramente irreparabile. Non posso nasconderle, che a me pure non sia amarissima, ma dobbiamo<br />

<strong>di</strong>re, che così ha <strong>di</strong>sposto il Signore, e che adorabili e amabili sempre sono le <strong>di</strong> Lui <strong>di</strong>sposizioni. Già<br />

morì come visse, cioè della morte de' santi; non<strong>di</strong>meno se mai per l'umana fragilità, non fosse ancora al<br />

possesso <strong>di</strong> Dio, la raccomando nuovamente alla loro carità, e non si <strong>di</strong>mentichi neppur <strong>di</strong> me.<br />

Io mi trovo ancora a Bergamo, dove se altro non succede credo mi tratterrò sin' dopo Pasqua,<br />

terminando a quell'epoca il corso dell'ammaestramento delle nostre giovani <strong>di</strong> campagna, le quali<br />

furono in quest'anno quì educate.<br />

Le confermo l'invariabili proteste del mio rispetto, e passo all’onore <strong>di</strong> segnarmi<br />

Di Vostra Signoria Illustrissima e Molto Reverenda<br />

Bergamo Santa Croce li 3 marzo 1824<br />

P.S. Al momento <strong>di</strong> mandare in posta la presente ho il contento <strong>di</strong> ricevere una pregiatissima<br />

lettera della Cara Signora Margherita. Mi faccia la grazia <strong>di</strong> <strong>di</strong>re alla medesima che quanto<br />

prima le risponderò, e che la mia salute è sufficientemente buona, e che non si prenda pena che<br />

già non è niente ed a momenti starò benissimo.<br />

1 Mons. Luschin Francesco Saverio (Ep. I, lett. 388, n 5, pag. 626).<br />

2 Francesca Castiglioni (Ep.I, lett. 124, n. 3, pag. 208).

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