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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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Rapporto all'obbligare le ragazze a venire la festa da loro alla Dottrina, senta come la penso. Per<br />

quei giorni, che non vi sarà alla Parrocchia possono obbligarle a venire al Conservatorio, ma in quelle<br />

feste che la faranno alla Parrocchia bisogna, che le esortino ad andarvi, e se ancora non potrà andarvi<br />

nè Lei, nè le altre ci vorrà pazienza, ma vi va<strong>di</strong>no le ragazze almeno.<br />

Non approverei per ora, che portasse al collo la Madonna 5 come portiamo noi ancorchè<br />

nascosta. Quella, che lasciò qui l'Isabella era <strong>di</strong> una ammalata, che io le avevo anzi detto <strong>di</strong> abbruciarla.<br />

La prego <strong>di</strong> riverire da mia parte e dell'Isabella il degnissimo Signor Arciprete, il Signor Don<br />

Francesco 6 ed il Signor Don Paolo 7 . Sono anch'io del sentimento <strong>di</strong> Monsignor Vicario 8 che non debba<br />

rinunziare i censi, perché poi è meglio qualche cosa che niente. La mia salute, e quella dell'Isabella va<br />

benino. Di lenzuoli, foderette, e altre cosette, che sono nello scattolone, che erano dell'Isabella ne<br />

faccia pure quell'uso, che crede. Per la Maestra si assicuri mia cara Figlia, <strong>di</strong> tutta la mia premura,<br />

faccia orazione, che il Signore me la farà trovare. Preghi pure il Signore per molti altri miei bisogni, e<br />

lo faccia fare da tutte codeste buone figliuole, che <strong>di</strong> cuore saluto. Abbracciandola la lascio nel Cuor<br />

Santissimo <strong>di</strong> Maria.<br />

Di Lei mia Cara Figlia<br />

Venezia Santa Lucia 10 luglio 1829<br />

U B B I D I E N Z A<br />

Sua Aff.ma Madre<br />

<strong>Maddalena</strong> <strong>Canossa</strong> Figlia della Carità<br />

1°. Ubbi<strong>di</strong>re subita ad ogni cosa, che venga dalla voce della Superiora comandata.<br />

2°. Interrompere subito ogni cosa, che si stesse facendo quando la Superiora o un’altra ne comanda.<br />

3°. Ubbi<strong>di</strong>re come si è detto nel primo grado, non solo prontamente, ma anche allegramente.<br />

4°. Ubbi<strong>di</strong>re nel modo detto nel terzo grado, non solo prontamente ed allegramente, ma anche<br />

ciecamente.<br />

5°. Ubbi<strong>di</strong>re alla volontà conosciuta e a noi palese della Superiora, ancorchè non vi sia l’attuale<br />

comando.<br />

6°. Ubbi<strong>di</strong>re sempre in ispirito <strong>di</strong> fede riguardando Id<strong>di</strong>o nella Superiora.<br />

7°. Tenendo collo stesso spirito <strong>di</strong> fede il suo volere, conosciuto come volontà <strong>di</strong> Dio.<br />

8°. Ubbi<strong>di</strong>re con semplicità senza replicare con parole all’ubbi<strong>di</strong>enza.<br />

9°. Ubbi<strong>di</strong>re con semplicità interna troncando ogni riflesso, ed ogni ragione, che ci si presenta alla<br />

mente.<br />

5 Tablò, medaglione con l’immagine <strong>di</strong> Maria Addolorata (Ep.I, lett. 343, n. 3, pag. 536).<br />

6 Don Macchini (Ep. II/2, lett. 876, n. 3, pag. 1164).<br />

7 Don Paolo Bellini, altro sacerdote <strong>di</strong> Coriano.<br />

8 Mons. Brioli, vicario generale della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Rimini

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