epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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3° grado. Abbracciandolo non farete nessuna azione esterna che mostri turbamento ed angustia. 4° grado. Abbracciandolo quanto nel primo grado si disse, mostrerete esterna contentezza. 5° grado. Per poter eseguire stabilmente tutto ciò, e fondamentarvi in questa virtù, per dissipare ogni turbamento quando nelle cose contrarie, e disgustose vi si susciterà cercherete di calmarlo, rivolgendo altrove ed isvagando il pensiero, a riflesso della cosa che vi turba. 6° grado. Nel caso di qualche mancamento di qualsiasi sorte, non lasciate entrar perturbazione nell'anima, ma umiliatevi, pentitevi, e quietatevi risolvendo generosamente d'esser fedele nell'avvenire, fortificando nel mancamento stesso la vostra risoluzione.

AD ELISABETTA RENZI 878(Venezia#1829.07.10) La Canossa ribadisce il suo dissenso alla vocazione contemplativa della Renzi e la consiglia a continuare la sua missione nel Conservatorio. Oltre ad altre direttive, le acclude delle norme sulla pratica dell‟ubbidienza. V.G.M. Carissima Signora Betta e Figlia Amatissima Cosa mai didi me la Cara Signora Betta? Mi figuravo che questo mio lungo ritardo nel riscontrare la graditissima sua lettera in data del primo di giugno le avrà dato occasione di pensare male di me, o almeno le avrà rinnovato l'idea del deserto. Già io le ho scritto altra volta, che la sua vocazione non è pel deserto onde non vi deve neppur più pensare, ma esser ben sicura, che il Signore la vuole in questo Conservatorio ove molto può contribuire alla Divina Gloria, ed alla salute delle anime. Ora poi vengo a fare le mie scuse, per aver tanto ritardato a risponderle. Mia Cara Signora Betta, Ella già sa quanto molteplici sieno le mie occupazioni in tutte le Case, ma molto più queste si aumentano allorchè mi trovo in quelle Case in cui sono solita andare una sol volta all'anno. Ricevetti appunto la sua lettera pochi giorni dopo che fui arrivata a Venezia, e in tempo in cui mi trovava occupatissima, per gli Esercizj di queste buone Dame. Terminati questi, tale, e tanta è stata la moltitudine degli affari, che mi hanno circondata, che non mi è mai riuscito di trovare un ritaglio di tempo da scrivere alla mia Betta, quantunque mi stesse sempre sul cuore. Lo creda pure mia Carissima Figlia. Come vede mi servo dell'Isabella 1 , che condussi in mia compagnia a Venezia. Questa cordialmente la saluta, ed abbraccia unitamente a tutte le altre compagne. Nel passar da Vicenza feci avvisare il Padre Biagio Migani, zio della Tonina 2 , che io mi trovava alla tal locanda e che molto avrei gradito di poterlo riverire, ma siccome era il giorno di San Filippo mi fece dire, che molto gli dispiaceva ma che non poteva essendo occupatissimo, per le funzioni di chiesa, che si facevano ai Filippini, cioè nella chiesa già s'intende del suo convento. Mandai Michele la seconda volta per darle le nuove della nipote, e ne rimase soddisfattissimo. Al mio ritorno a Verona, che sarà in breve, cercherò nel passar da Vicenza di potergli parlare ma sarà difficile, perché stante il caldo passerò in ora non opportuna, ma farò di tutto per fargli avere le buone nuove della Tonina, di lei e del Conservatorio dal Signor Michele 3 . Da questo comprenderà Cara Betta, che io non mi dimentico nè di Lei, nè del caro Conservatorio, ma se non le scrivo quanto pur vorrei si assicuri, che proprio è per mancanza di tempo. Quando sarò a Verona farò di tutto, per mandarle le Regole ne sia pur certa ma se non lo farò subito lo attribuisca sempre alla stessa ragione. Intanto vedrò che Isabella le trascriva qualche grado di virtù. Ho piacere, che sia per venire (anzi a quest'ora sarà già venuta) la Margheritina Renzi, e spero proprio, che tanto questa, che la Tonina mediante la di Lei cura, e vigilanza abbiano da fare un ottima riuscita. Gradirò assai di sapere se quell'Arciprete di Stregara sia poi venuto al Conservatorio, e se la di lui visita abbia portato qualche buon effetto presso il Signor Salvi 4 . Confidi nel Signore cara Signora Betta, e non tema. Fa bene a far premura ai fratelli delle Beccari. Già mi figuro, che a quest'ora avranno concluso qualche cosa. 1 Isabella Ferrari (Ep. I, lett. 347, n. 5, pag. 542) 2 Padre Biagio Migani , oratoriano di Vicenza, zio di un'aspirante alla vita religiosa nel Conservatorio. 3 Michele Masina, il vetturale (Ep.I, lett. 357, pag. 564). 4 L'Arciprete di Strigara (e non Stregara), frazione di Sogliano, aveva promesso di chiedere al signor PIETRO SALVI di collaborare con aiuti finanziari alla costruzione di un Oratorio pubblico e il Salvi non solo aderì, ma divenne il più forte benefattore del Conservatorio.

AD ELISABETTA RENZI<br />

878(Venezia#1829.07.10)<br />

La <strong>Canossa</strong> riba<strong>di</strong>sce il suo <strong>di</strong>ssenso alla vocazione contemplativa della Renzi e la consiglia a continuare la sua<br />

missione nel Conservatorio. Oltre ad altre <strong>di</strong>rettive, le acclude delle norme sulla pratica dell‟ubbi<strong>di</strong>enza.<br />

V.G.M. Carissima Signora Betta e Figlia Amatissima<br />

Cosa mai <strong>di</strong>rà <strong>di</strong> me la Cara Signora Betta? Mi figuravo che questo mio lungo ritardo nel<br />

riscontrare la gra<strong>di</strong>tissima sua lettera in data del primo <strong>di</strong> giugno le avrà dato occasione <strong>di</strong> pensare male<br />

<strong>di</strong> me, o almeno le avrà rinnovato l'idea del deserto. Già io le ho scritto altra volta, che la sua vocazione<br />

non è pel deserto onde non vi deve neppur più pensare, ma esser ben sicura, che il Signore la vuole in<br />

questo Conservatorio ove molto può contribuire alla Divina Gloria, ed alla salute delle anime. Ora poi<br />

vengo a fare le mie scuse, per aver tanto ritardato a risponderle. Mia Cara Signora Betta, Ella già sa<br />

quanto molteplici sieno le mie occupazioni in tutte le Case, ma molto più queste si aumentano allorchè<br />

mi trovo in quelle Case in cui sono solita andare una sol volta all'anno. Ricevetti appunto la sua lettera<br />

pochi giorni dopo che fui arrivata a Venezia, e in tempo in cui mi trovava occupatissima, per gli<br />

Esercizj <strong>di</strong> queste buone Dame. Terminati questi, tale, e tanta è stata la moltitu<strong>di</strong>ne degli affari, che mi<br />

hanno circondata, che non mi è mai riuscito <strong>di</strong> trovare un ritaglio <strong>di</strong> tempo da scrivere alla mia Betta,<br />

quantunque mi stesse sempre sul cuore. Lo creda pure mia Carissima Figlia.<br />

Come vede mi servo dell'Isabella 1 , che condussi in mia compagnia a Venezia. Questa<br />

cor<strong>di</strong>almente la saluta, ed abbraccia unitamente a tutte le altre compagne. Nel passar da Vicenza feci<br />

avvisare il Padre Biagio Migani, zio della Tonina 2 , che io mi trovava alla tal locanda e che molto avrei<br />

gra<strong>di</strong>to <strong>di</strong> poterlo riverire, ma siccome era il giorno <strong>di</strong> San Filippo mi fece <strong>di</strong>re, che molto gli<br />

<strong>di</strong>spiaceva ma che non poteva essendo occupatissimo, per le funzioni <strong>di</strong> chiesa, che si facevano ai<br />

Filippini, cioè nella chiesa già s'intende del suo convento. Mandai Michele la seconda volta per darle le<br />

nuove della nipote, e ne rimase sod<strong>di</strong>sfattissimo. Al mio ritorno a Verona, che sarà in breve, cercherò<br />

nel passar da Vicenza <strong>di</strong> potergli parlare ma sarà <strong>di</strong>fficile, perché stante il caldo passerò in ora non<br />

opportuna, ma farò <strong>di</strong> tutto per fargli avere le buone nuove della Tonina, <strong>di</strong> lei e del Conservatorio dal<br />

Signor Michele 3 .<br />

Da questo comprenderà Cara Betta, che io non mi <strong>di</strong>mentico nè <strong>di</strong> Lei, nè del caro<br />

Conservatorio, ma se non le scrivo quanto pur vorrei si assicuri, che proprio è per mancanza <strong>di</strong> tempo.<br />

Quando sarò a Verona farò <strong>di</strong> tutto, per mandarle le Regole ne sia pur certa ma se non lo farò subito lo<br />

attribuisca sempre alla stessa ragione. Intanto vedrò che Isabella le trascriva qualche grado <strong>di</strong> virtù.<br />

Ho piacere, che sia per venire (anzi a quest'ora sarà già venuta) la Margheritina Renzi, e spero<br />

proprio, che tanto questa, che la Tonina me<strong>di</strong>ante la <strong>di</strong> Lei cura, e vigilanza abbiano da fare un ottima<br />

riuscita. Gra<strong>di</strong>rò assai <strong>di</strong> sapere se quell'Arciprete <strong>di</strong> Stregara sia poi venuto al Conservatorio, e se la <strong>di</strong><br />

lui visita abbia portato qualche buon effetto presso il Signor Salvi 4 . Confi<strong>di</strong> nel Signore cara Signora<br />

Betta, e non tema. Fa bene a far premura ai fratelli delle Beccari. Già mi figuro, che a quest'ora avranno<br />

concluso qualche cosa.<br />

1 Isabella Ferrari (Ep. I, lett. 347, n. 5, pag. 542)<br />

2 Padre Biagio Migani , oratoriano <strong>di</strong> Vicenza, zio <strong>di</strong> un'aspirante alla vita religiosa nel Conservatorio.<br />

3 Michele Masina, il vetturale (Ep.I, lett. 357, pag. 564).<br />

4 L'Arciprete <strong>di</strong> Strigara (e non Stregara), frazione <strong>di</strong> Sogliano, aveva promesso <strong>di</strong> chiedere al signor PIETRO SALVI <strong>di</strong><br />

collaborare con aiuti finanziari alla costruzione <strong>di</strong> un Oratorio pubblico e il Salvi non solo aderì, ma <strong>di</strong>venne il più forte<br />

benefattore del Conservatorio.

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