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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AD ELISABETTA RENZI<br />

877(Verona#1829.05.06)<br />

La Renzi aveva manifestato alla <strong>Canossa</strong> il desiderio <strong>di</strong> ritirarsi a vita contemplativa nel « deserto », ma la<br />

Marchesa la <strong>di</strong>ssuade, assicurandola che è ben <strong>di</strong>versa la volontà del Signore. Isabella Ferrari sta preparandosi<br />

alla vestizione religiosa. Aggiunge, come da richiesta, un regolamento sulla pratica della generosità.<br />

V: G : e M: Carissima figlia<br />

Mi fu tanto Cara la <strong>di</strong> Lei lettera, mia Cara Figlia, e nello stesso tempo mi fece tanto da ridere<br />

per la vocazione del deserto che non posso <strong>di</strong>meno <strong>di</strong> non riscontrarla sul punto.<br />

Rapporto al lamento che mi fa <strong>di</strong> esser priva <strong>di</strong> mie lettere, sappia mia Cara Figlia, che dovetti<br />

andare a Bergamo, poi a Milano, ed è poco tempo, che mi trovo ritornata a Verona.<br />

Restai sorpresa sentendo, che la Cara Isabella non le abbia spe<strong>di</strong>to scrivendole i gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> virtù,<br />

come già eravamo intese. Per darle un attestato mia Cara Figlia della premura che ho per Lei, su questa<br />

mia gliene scriverò intanto uno, e poi farò che gliene scrivano degli altri.<br />

Ritornata che fui a Verona, la Cara Isabella mi mostrò la sua lettera che spe<strong>di</strong>va a Lei, che a<br />

quest'ora avrà già anche ricevuta. Io poi mi trovo sopracarica d'imbrogli, e mi manca proprio il tempo<br />

<strong>di</strong> fare quello che tanto desidererei.<br />

Riguardo alla nostra salute stia quieta, che grazia al Signore, l'Isabella si <strong>di</strong>fende proprio<br />

benino, ed io me la passo, ma con un poco <strong>di</strong> tosse, non è però delle più gran<strong>di</strong>, la Cristina secondo il<br />

solito.<br />

Rapporto poi alla vocazione del deserto, quando vi penso non posso a meno <strong>di</strong> non ridere.<br />

Sappia mia Cara Figlia, che il Signore la vuole tra noi mortali, e non la vuole nella vita contemplativa.<br />

Se aspetta <strong>di</strong> andare nel deserto, quando in me sarà scemato l'amore e la premura che ho verso <strong>di</strong> Lei,<br />

ed al Conservatorio, glielo <strong>di</strong>co con tutta la compiacenza, che dunque lei non ci va mai più, nè viva, nè<br />

morta. Le dò la nuova che jeri entrò nei Santi spirituali Esercizj la nostra Cara Isabella per la<br />

vestizione. Non posso spiegarle il giubilo che prova per essere prossima a vestirsi del santo abito. La<br />

suddetta l'abbraccia caramente unitamente alle altre care Figlie, il medesimo fan la Cristina, e tutte le<br />

altre, raccomandandoci tutte alla carità delle loro orazioni. L'abbraccio <strong>di</strong> vero cuore, in somma fretta,<br />

lasciandola nel cuor Santissimo <strong>di</strong> Maria mi segno.<br />

Di Lei Carissima Figlia<br />

Verona li 16 maggio 1829<br />

Generosità mista colla pace<br />

Sua Aff.ma<br />

Madre <strong>Maddalena</strong> <strong>Canossa</strong><br />

Figlia della Carità<br />

1° grado. Abbracciar tutto quello che si presenterà <strong>di</strong> <strong>di</strong>sgustoso, e contrario nella giornata non <strong>di</strong>cendo<br />

alcuna parola denotante turbazione.<br />

2° grado. Abbracciandolo non mostrerete turbamento negli occhi e nel volto.

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