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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AD ELISABETTA RENZI<br />

871(Bergamo#1827.11.02)<br />

Isabella Ferrari è dovuta rientrare a Coriano momentaneamente per ricuperare le forze fisiche. Il clima <strong>di</strong><br />

Verona le è nocivo. Intanto i contrasti per Coriano sono ancora molti, perché quel piccolo centro sarà la ra<strong>di</strong>ce<br />

<strong>di</strong> un ampliarsi <strong>di</strong> Case e <strong>di</strong> opere e il demonio si affanna ad ostacolarlo.<br />

V. G. e M. Carissima Figlia<br />

Ben facile mi riuscì mia Cara Figlia il figurarmi la <strong>di</strong> lei consolazione nel riacquistare la<br />

Carissima nostra Isabella 1 . Il figurarmi il <strong>di</strong> lei contento mi fa manco sentire la lontananza <strong>di</strong> questa sì<br />

Cara Figlia.<br />

Non abbiamo né l’una, né l’altra timore mai del demonio, bestia legata, e condannata sin dal<br />

principio a stare sotto il piede invitto dell’Amorosissima Nostra Madre.<br />

Non vè dubbio mia Cara Signora Betta, ch’egli però non sia per fare le sue <strong>di</strong>ffese,<br />

considerando io nel piccolo Coriano la prima ra<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> tutte le Case che Maria Santissima vorrà<br />

stabilirsi da coteste parti dalle povere sue Figlie della Carità. Cuori gran<strong>di</strong> anch’io ripeto, ma cuori<br />

gran<strong>di</strong> non a paragone del mio, ma a paragone, o <strong>di</strong>rò meglio ad imitazione <strong>di</strong> quel gran Cuore, che sul<br />

Calvario offerì per le anime tutta la vita del proprio Figlio. Peraltro mi raccomando che non<br />

s’angustiano poi troppo né l’una, né l’altra, facciano quanto possono, ed a poco, a poco, vedrà che<br />

riusciranno in tutto.<br />

Ella mi <strong>di</strong>ce che quest’anno le sembrerà un secolo ma con sincerità l’assicuro che a me pure mi<br />

riesce molto lungo, e che non vedo l’ora <strong>di</strong> rivederla. Intanto da miserabile le avrò sempre presenti<br />

<strong>di</strong>nnanzi a Dio, ed a Maria Santissima e sto lavorando quanto posso qui, perché la futura mia gita non<br />

abbia da portare <strong>di</strong>sturbo a questi nostri affari. Quantunque sia utile sapendo la <strong>di</strong> Lei premura per la<br />

Cara Isabella gliela raccomando peraltro caldamente. La faccia governare, abbia attenzione che non<br />

abbia scrupoli per la qualità, e quantità dei cibi. Già spero che il Signor Arciprete farà lui, che<br />

altrimenti vorrei accludere in questa lettera quell’autorità che la bontà della mia Isabella, ha voluto<br />

darmi sopra <strong>di</strong> essa.<br />

Mi assistano per carità colle loro orazioni nei miei lavori affinche possa condur tutto a termine<br />

se così piace al Signore, nel tempo che bramiamo. L’abbraccio <strong>di</strong> tutto cuore lasciandola nel Cuor<br />

Santissimo <strong>di</strong> Maria.<br />

Di Lei Carissima Figlia<br />

Bergamo li 2 novembre 1827<br />

1 Isabella Ferrari (Ep. I, lett. 347, n. 5, pag. 542)<br />

La Sua Aff.ma Madre<br />

<strong>Maddalena</strong> Figlia della Carità

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