epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AD ELISABETTA RENZI 866(Milano#1826.08.16) Risposta vaga ai problemi posti dalla Renzi e promessa di un non lontano incontro. V. G. e M. Carissima Figlia Ricevetti a Milano la graditissima di Lei lettera del giorno 4 del corrente agosto la quale al solito mi portò una vera consolazione. Rapporto al di Lei progetto mia cara Figlia alla mia venuta c'intenderemo di tutto. Però tra la madre, e le figlie, non si deve andare con tante sottigliezze. Ella non voglia prendersi pena per questo mia cara Figlia. Fidiamoci di Dio, e dilatiamo il cuore a cercare sempre maggiormente la di Lui gloria, ne ci stacchiamo un momento dai piedi di Maria Santissima nostra Madre. Raddoppiamo bensì quanto possiamo l'orazione e confido nella bontà del Signore che tutto andrà bene. Occludo a Lei la mia lettera di risposta al veneratissimo Signor Arciprete, stando sempre sul dubbio, che il medesimo non si ritrovi a Coriano per la circostanza del Santo Giubileo. Favorisca de' miei doveri alla Signora Direttrice, alla Damina Ferrari, ed a tutto il Conservatorio. Non mi diffondo di più, nella lusinga di presto avere il contento di seco lei trattenermi. Solo abbracciandola col più sincero attaccamento, la lascio nel Cuor Amorosissimo di Maria. Di Lei Carissima Figlia Milano li 16 Agosto 1826 1 NB. Firma autografa. Obbl.ma Aff .ma Madre Maddalena Canossa 1 Figlia della Carità

[Verona, settembre 1826] AL MARCHESE CASATI 867(Verona#1826.09.**) La Canossa ha finalmente ottenuto il passaporto per Rimini ed è decisa ad andare a Coriano. Vorrebbe però partire con la benedizione del Santo Padre. Il Marchese dovrebbe ottenerla, scrivendo a Roma e incaricandone il Nobile Giulio Dugnani o Monsignor Testa. Giunta appena martedì sera di ritorno da Venezia, eccomi subito a darle un nuovo disturbo, come già le accennai nell’antecedente mia, veneratissimo signor Marchese. Finalmente per grazia del Signore e della Madre Santissima, ho ottenuto il passaporto per Rimini. Questi miei Superiori dunque opinano ch’io faccia adesso una gita colà, ma prima essi con me desiderano ch’ella pregiatissimo signor Marchese, ci faccia una grazia, la quale si è che volesse aver la bontà, se il signor Don Giulio Dugnani 1 è ritornato da Napoli in Roma, di scrivergli e pregarlo del favore ch’egli immediatamente, o col mezzo di Monsignor Testa, volesse far presente al Santo Padre 2 , premessi sempre gli umilissimi miei sentimenti di riconoscenza e d’illimitata sommissione, quest’attuale mia combinazione. Noti che Sua Santità è pienamente al fatto dei desideri di Coriano, per cui mostrò già tutto il desiderio e l’adesione. Io vorrei dunque che semplicemente dall’una o dall’altra delle due rispettabili sunominate persone, le fosse umiliato trovarmi molto pressata da Coriano, perchè andassi a fare colà una gita, onde riconoscere se può aver luogo una nostra fondazione. E dall’altra parte vedendo che i restauri vistosi della Casa di Trento richiedono un tempo tale, per cui a mio giudizio, non potrassi effetuare che l’autunno dell’827 la fondazione, così approfitterei di questo tempo per soddisfare quelli di Coriano. Solo bramerei essere accompagnata coll’apostolica benedizione. Mi riservo ad affidare a lei in voce, pregiatissimo signor Marchese, i motivi per cui i miei Superiori pensano e vogliono ch’io intraprendi adesso questo viaggio. __________________ NB. Minuta senza data e senza firma. 1 Dugnani Don Giulio (Ep I, lett. 340, n. 3, pag. 531). 2 Pio VIII eletto Papa nel 1829 (Ep. I, lett. 348, n. 12, pag. 547).

[Verona, settembre 1826]<br />

AL MARCHESE CASATI<br />

867(Verona#1826.09.**)<br />

La <strong>Canossa</strong> ha finalmente ottenuto il passaporto per Rimini ed è decisa ad andare a Coriano. Vorrebbe però<br />

partire con la bene<strong>di</strong>zione del Santo Padre. Il Marchese dovrebbe ottenerla, scrivendo a Roma e incaricandone<br />

il Nobile Giulio Dugnani o Monsignor Testa.<br />

Giunta appena martedì sera <strong>di</strong> ritorno da Venezia, eccomi subito a darle un nuovo <strong>di</strong>sturbo,<br />

come già le accennai nell’antecedente mia, veneratissimo signor Marchese.<br />

Finalmente per grazia del Signore e della Madre Santissima, ho ottenuto il passaporto per<br />

Rimini. Questi miei Superiori dunque opinano ch’io faccia adesso una gita colà, ma prima essi con me<br />

desiderano ch’ella pregiatissimo signor Marchese, ci faccia una grazia, la quale si è che volesse aver la<br />

bontà, se il signor Don Giulio Dugnani 1 è ritornato da Napoli in Roma, <strong>di</strong> scrivergli e pregarlo del<br />

favore ch’egli imme<strong>di</strong>atamente, o col mezzo <strong>di</strong> Monsignor Testa, volesse far presente al Santo Padre 2 ,<br />

premessi sempre gli umilissimi miei sentimenti <strong>di</strong> riconoscenza e d’illimitata sommissione,<br />

quest’attuale mia combinazione.<br />

Noti che Sua Santità è pienamente al fatto dei desideri <strong>di</strong> Coriano, per cui mostrò già tutto il<br />

desiderio e l’adesione. Io vorrei dunque che semplicemente dall’una o dall’altra delle due rispettabili<br />

sunominate persone, le fosse umiliato trovarmi molto pressata da Coriano, perchè andassi a fare colà<br />

una gita, onde riconoscere se può aver luogo una nostra fondazione. E dall’altra parte vedendo che i<br />

restauri vistosi della Casa <strong>di</strong> Trento richiedono un tempo tale, per cui a mio giu<strong>di</strong>zio, non potrassi<br />

effetuare che l’autunno dell’827 la fondazione, così approfitterei <strong>di</strong> questo tempo per sod<strong>di</strong>sfare quelli<br />

<strong>di</strong> Coriano. Solo bramerei essere accompagnata coll’apostolica bene<strong>di</strong>zione.<br />

Mi riservo ad affidare a lei in voce, pregiatissimo signor Marchese, i motivi per cui i miei<br />

Superiori pensano e vogliono ch’io intrapren<strong>di</strong> adesso questo viaggio.<br />

__________________<br />

NB. Minuta senza data e senza firma.<br />

1 Dugnani Don Giulio (Ep I, lett. 340, n. 3, pag. 531).<br />

2 Pio VIII eletto Papa nel 1829 (Ep. I, lett. 348, n. 12, pag. 547).

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