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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AD ELISABETTA RENZI<br />

860(Verona#1825.12.16)<br />

L‟Arciprete Gabellini è a Roma e vorrebbe notizie estese sulla struttura dell‟Istituto delle Figlie della carità, ma<br />

non ha in<strong>di</strong>cato l‟in<strong>di</strong>rizzo. La <strong>Canossa</strong> manda alla Renzi la sua risposta, perché gliela faccia avere, ma limita<br />

le segnalazioni strutturali della spiritualità interna alla recita delle sette commemorazioni dei Dolori <strong>di</strong> Maria.<br />

V.G. e M. Stimatissima e Carissima Signora Elisabetta<br />

Questa volta non potrò darmi il contento <strong>di</strong> seco Lei trattenermi quanto pur bramerei mia<br />

Stimatissima e Carissima Signora Elisabetta, trovandomi per molte combinazioni <strong>di</strong> affari più del solito<br />

occupata. Non<strong>di</strong>meno avrò il piacere se non altro <strong>di</strong> darle un cor<strong>di</strong>ale abbraccio, e <strong>di</strong> confermarle le<br />

variabili proteste della mia stima e premura per Lei mia Cara Figlia, e per tutto il Conservatorio.<br />

L’oggetto per cui oggi debbo incomodarla egli è questo. Il veneratissimo Signor Arciprete 1 favorì<br />

scrivermi, come partiva per Roma, e bramava che colà gli scrivessi. Non avendomi però in<strong>di</strong>cato se<br />

doveva <strong>di</strong>riggere la lettera ferma in posta, o con quale ricapito, sul timore, che andando la mia lettera<br />

smarrita potesse arrecar <strong>di</strong>spiacere a questo si degno Ministro del Signore, mi prendo la libertà<br />

d’occluderla a lei, affinché favorisca <strong>di</strong> fargliela avere sicuramente.<br />

Bramerebbe detto Signor Arciprete ch’io le dessi una qualche idea dell’Istituto nostro rapporto<br />

all’interno. Ciò non mi consente per questa volta l’angustia dei momenti. Solo le <strong>di</strong>rò, che essendo noi<br />

de<strong>di</strong>cate a Maria Santissima Addolorata, in sette varie volte al giorno facciamo Commemorazione dei<br />

suoi Dolori, recitando ciascuna volta una brevissima orazione relativa ad uno dei Dolori <strong>di</strong> Maria, poi<br />

sette Ave Maria e concludendo sempre col oremus Deus, in cujus passionem etc.<br />

Per questa volta mi perdoni, ma non m’è possibile <strong>di</strong>ffondermi <strong>di</strong> più. Mi faccia la grazia de’<br />

più <strong>di</strong>stinti, e cor<strong>di</strong>ali miei complimenti alla Signora Direttrice 2 , alla Damina Ferrari 3 , ed a tutte le altre<br />

ancora. A tutte desidero nelle vicine Sante Feste, e nel prossimo novello anno, ogni più copiosa celeste<br />

bene<strong>di</strong>zione. Mi raccomando alle orazioni <strong>di</strong> tutte, e col più sincero attaccamento abbracciandola <strong>di</strong><br />

vero cuore mi segno, quale lasciandola nel Cuor Santissimo <strong>di</strong> Maria, sono, e sarò sempre<br />

Di Lei Stimatissima e Carissima Signora Elisabetta<br />

Verona li 16 <strong>di</strong>cembre 1825<br />

1 Gabellini Giacomo (Ep.II/1, lett. 647, n. 3, pag. 599).<br />

2 Suor Maria Agnese Fattiboni (Ep. II/2, lett. 852, n. 7, pag. 1123).<br />

3 Isabella Ferrari (Ep. I, lett. 347, n. 5, pag. 542).<br />

Dev.ma, Aff.ma Serva<br />

e Madre <strong>Maddalena</strong> <strong>di</strong> <strong>Canossa</strong><br />

Figlia della Carità

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