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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AD ELISABETTA RENZI<br />

859(Verona#1825.11.05)<br />

Primo scambio epistolare con Elisabetta Renzi, che chiama figlia e che conoscerà con gran piacere, e alla quale<br />

chiede <strong>di</strong> eliminare ogni espressione cortigiana.<br />

V.G. e M. Stimatissima e Carissima Signora Elisabetta<br />

Per la prima volta, che mi dò il piacere <strong>di</strong> scriverle, debbo cominciare dal domandarle scusa<br />

della mia tardanza nel riscontrare la gra<strong>di</strong>tissima <strong>di</strong> Lei lettera. L’assicuro che col desiderio, e col cuore<br />

le risposi varie volte, ma le molte mie occupazioni, m’impe<strong>di</strong>rono do farlo sin qui colla penna. Mia<br />

Stimatissima Carissima Signora Elisabetta, anzi giacché la <strong>di</strong> Lei bontà così vuole le <strong>di</strong>rò anche, mia<br />

Carissima Figlia, nell’atto che me le professo obbligatissima come lo sono al degnissimo Signor<br />

Arciprete 1 , ed a tutte le altre ottime <strong>di</strong> Lei Compagne del compatimento, che hanno per me, e della<br />

premura che pure hanno pel minimo nostro Istituto, la posso accertare ch’io pure bramo assai <strong>di</strong> fare la<br />

loro conoscenza, e <strong>di</strong> poter servir loro nel poco <strong>di</strong> cui sarò capace. Le generali circostanze però, <strong>di</strong> un<br />

Istituto nascente sono quelle, che vanno ritardando la licenza de’ miei Superiori sulla bramata mia<br />

visita al Santuario <strong>di</strong> Loreto, nell’incontro della quale avrò la sorte <strong>di</strong> venirle a riverire ed abbracciare.<br />

Però ogni momento queste circostanze possono cangiarsi, e come già m’onorai <strong>di</strong> <strong>di</strong>re al veneratissimo<br />

loro Signor Arciprete, non sono avvezza ad avere certi riguar<strong>di</strong> per mettermi in viaggio, onde io stessa<br />

non depongo mai la speranza, che ci ve<strong>di</strong>amo anche presto. Vero è che talvolta la carità de’ Superiori<br />

nei rigi<strong>di</strong> maggiori m’impe<strong>di</strong>sce i viaggi lunghi. Però a quest’epoca pare manchi del tempo ancora. In<br />

ogni modo mia Carissima Figlia, mi tengo intanto a loro unita col cuore, e caldamente mi raccomando<br />

alle loro orazioni.<br />

Le domando sino da ora una nuova prova della <strong>di</strong> Lei bontà per me; e questa si è <strong>di</strong> trattar meco<br />

con ogni libertà, e <strong>di</strong> cominciare a farlo qualunque volta voglia favorirmi de’ suoi caratteri. Ella scrive<br />

benissimo, ma se anche non lo facesse così bene, a me basta che c’inten<strong>di</strong>amo, e vivo nella lusinga <strong>di</strong><br />

quando avrò il contento <strong>di</strong> abbracciarla, la <strong>di</strong> lei timi<strong>di</strong>tà niente troverà da vincersi, e lascierà luogo al<br />

suo desiderio della Divina Gloria, affinché concertare liberamente possiamo, quanto al <strong>di</strong>vino servizio<br />

potrà appartenere. Nò, nò mia Cara Figlia, non abbia tanti timori né del suo morale né del suo fisico.<br />

Non solo nell’Istituto nostro non vi sono austerità ma si aspetti pure indubitatamente dalla bontà del<br />

Signore tutto quello che si renderà necessario per sod<strong>di</strong>sfare a que’ <strong>di</strong>segni, che la <strong>di</strong>vina Misericor<strong>di</strong>a<br />

ha formati sopra <strong>di</strong> Lei.<br />

L’unica grazia che domando a Lei, ed a tutte del Conservatorio <strong>di</strong> Coriano si è, che accrescano<br />

quanto è possibile la <strong>di</strong>vozione <strong>di</strong> Maria, Già questa Santissima Nostra Madre, volle già de<strong>di</strong>carsi<br />

Padrona e Madre del loro Conservatorio, come mi scrisse il Signor Arciprete, e siccome recò a me tal<br />

cosa un impegno doppio per loro, così le prego a mantenersi sempre <strong>di</strong>rei in <strong>di</strong>ritto dell’amore<br />

particolare <strong>di</strong>mostrato loro dalla Madre delle Misericor<strong>di</strong>e coll’ossequio incessante, supplicandole a<br />

ricordarsi innanzi ad Essa, pure <strong>di</strong> me miserabile.<br />

Ella favorirà poi de’ miei rispetti al veneratissimo Signor Arciprete, come dei <strong>di</strong>stinti e cor<strong>di</strong>ali<br />

miei complimenti alla Signora Direttrice 2 , Alla Damina Ferrari 3 ed a tutte le degnissime <strong>di</strong> Lei<br />

Compagne. Non dubitino della continua, benché debole mia memoria per tutte loro.<br />

1 Don Gabellini Giacomo (Ep.II/1, lett. 647, n. 3, pag. 599).<br />

2 Suor Fattiboni Suor Fattiboni (Ep. II/2, lett. 852, n. 7, pag. 1123).<br />

3 Isabella Ferrari (Ep. I, lett. 347, n. 5, pag. 542)

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