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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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A DON GABELLINI<br />

855(Venezia#1825.05.11)<br />

La <strong>Canossa</strong>, prima <strong>di</strong> iniziare accor<strong>di</strong> definitivi per la fusione del Conservatorio <strong>di</strong> Coriano con il suo Istituto,<br />

desidera che Don Gabellini sottoponga le sue proposte al Vescovo Zollio, da cui deve partire il primo assenso.<br />

Non ha ancora stabilito quando andrà in Romagna: deve attendere il permesso dei suoi Superiori e decidere<br />

insieme <strong>di</strong> assecondare il proprio desiderio <strong>di</strong> visitare il Santuario <strong>di</strong> Loreto. La <strong>Canossa</strong>, dopo accor<strong>di</strong> presi<br />

con la Santa Sede, cela, <strong>di</strong>etro un‟aspirazione devozionale, in un momento politico tanto <strong>di</strong>fficile, il suo viaggio<br />

in Romagna.<br />

V. G. e M. Veneratissimo Signor Arciprete<br />

Questa volta mi do l’onore <strong>di</strong> scrivere a Vostra Signoria Molto Illustre e Reveren<strong>di</strong>ssima da<br />

Venezia ove da otto giorni mi trovo, dovendosi in questa nostra casa, Venerdì primo giorno della<br />

novena della Pentecoste, dare principio da queste buone Dame ai Santi Spirituali Esercizi.<br />

Mi rallegro molto, che in questo maggio Ella sia occupata nelle Sante Missioni sperando che in<br />

questo mese de<strong>di</strong>cato all'adorata nostra Madre Maria, Ella la farà pregare in modo particolare per l'affar<br />

nostro. Sento ch'Ella faticherà coll'Illustre e Degnissimo Monsignor Cadolini 1 , che non ho l'onore <strong>di</strong><br />

conoscere <strong>di</strong> persona, ma che forse avrà qualche cognizione del minimo nostro Istituto per la relazione<br />

che il medesimo fece in Venezia, per l'ultima volta che vi pre<strong>di</strong>cò, colla mia strettissima Amica la<br />

Contessa Carolina Durini Trotti <strong>di</strong> Milano 2 , molto conosciuta dal <strong>di</strong> Lei amico Signor Neri. Questa<br />

buona Signora accidentalmente qui trovavasi a quell'epoca come vi era ancor io, ed avevamo desiderio<br />

ambedue <strong>di</strong> ossequiarlo. Non mi ricordo positivamente qual motivo m'abbia privato <strong>di</strong> questo<br />

vantaggio, parmi più <strong>di</strong> tutto fosse per la <strong>di</strong>fficoltà che sempre ho <strong>di</strong> sortire <strong>di</strong> casa, che potendo starei<br />

sempre in convento e siccome a questo genio, mi conviene molto spesso rinunziare, essendo<br />

frequentemente in viaggio, com'ella ben sà, quando mi trovo nelle nostre Case, ogni cosa mi serve forse<br />

<strong>di</strong> pretesto per non sortire.<br />

Sappia anzi, che prima che Vostra Signoria Molto Illustre e Reveren<strong>di</strong>ssima mi scrivesse essere<br />

Monsignor Zollio 3 il loro Vescovo, mi avevano detto a Milano, che Monsignor Cadolini lo fosse, e<br />

come lo conosceva per fama, ed in conseguenza molto lo venerava, me n'era propriamente compiaciuta.<br />

Non dubito, che anche il loro Prelato non sia persona, che abbia tutti i numeri, e niente io calcolo, che<br />

possa essere cauto e misurato nel contemplare un'Istituzione, che nasce, giacché Veneratissimo Signor<br />

Arciprete, il Signore a me pare dona solo a chi impegna nelle Istituzioni una certa confidente sicurezza<br />

nella povertà, che non concede a chi non ha uopo da usarne.<br />

Sappia però, che sinora, tra le singolari misericor<strong>di</strong>e concesse dal Signore in riguardo <strong>di</strong> Maria<br />

Santissima al minimo nostro Istituto si è il favore ed adesione dei vari Vescovi, ove le nostre Case sono<br />

situate e per me riesce <strong>di</strong> singolare conforto la bene<strong>di</strong>zione dei rispettivi Prelati. Io bramerei dunque<br />

sommamente, che a poco a poco Ella potesse far entrare in persuasione Monsignore <strong>di</strong> lei Vescovo, non<br />

già per nessuno oggetto temporale, ma solo per avere un assenso paterno, e la <strong>di</strong> Lui Episcopale<br />

Bene<strong>di</strong>zione. Le <strong>di</strong>co il vero, questo è il maggiore mio desiderio giacchè non posso dubitare <strong>di</strong> quella<br />

del Santo Padre che con tanta carità ci riguarda, ed Ella saprà bene dolcemente, ed a tempo opportuno,<br />

insinuarsi nel <strong>di</strong> lui animo volendomelo in<strong>di</strong> significare per mia consolazione.<br />

Adesso poi eccomi a rispondere a quanto Ella si compiace domandarmi, cominciando dal tempo<br />

in cui potrei recarmi costì. Conviene, che per questo momento le risponda, non saper ancora quando i<br />

miei Superiori me lo permetteranno e certamente prenderanno Essi le misure dalle generali circostanze<br />

dell'Istituto. Peraltro io le <strong>di</strong>rò che come già <strong>di</strong> sopra le rimarcai, io viaggio spessissimo, ma quando il<br />

dovere non mi costringe a sortire, mi fermo anche degli anni successivamente, parlando delle città,<br />

senza vederle, né visitarle neppure i Santuari. Vero è che dove Gesù Sacramentato si trova, evvi il<br />

1 Mons. ANTONIO CADOLINI, barnabita <strong>di</strong> Ancona, vescovo <strong>di</strong> Cesena.<br />

2 Contessa Carolina Durini (Ep. I, lett. 2, pag. 6).<br />

3 Mons. Ottavio Zollio, vescovo <strong>di</strong> Rimini (Ep. II/1, lett. 650, n. 4, pag. 605).

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