epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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A DON BUROCCO 853(Verona#1825.04.07) Il Cardinal Zurla ha già trasmesso alla Canossa il compiacimento del Santo Padre per una possibile fondazione a Coriano, ma poichè l‟Arciprete Gabellini, ansioso di realizzare il suo piano, vorrebbe raggiungerla a Verona per accompagnarla in Romagna e la Marchesa non ne è convinta, chiede consiglio al Superiore di Milano. Veneratissimo Signor Preposto Sembrerebbe pure che la mia lontananza maggiore da Milano dovesse liberare Vostra Signoria Molto Illustre e Reverendissima dai tanti disturbi che anche a mio particolare riguardo ella soffre, ma certa della di lei carità, a questa pur anche da Verona ricorro, non avendo sin qui potuto ottenere una risposta da quel santo Parroco nominatomi prima della sua morte dall’antecedente superiore, per successor suo, in conseguenza mi riesce molto pesante il dover risolvere negli affari gravi di mia sola testa, e lo scrivere, oltrechè non ho spesso il tempo di farlo, mi diviene riflessibile anche per esporre colla debita chiarezza nel domandare ogni cosa per la posta. Presentandomisi un privato incontro da poterle inviare le lettere da me ricevute e scritte, dopo la mia partenza da costì, mi onoro occludergliene la copia, e la supplico con quella sollecitudine che può, farmi la carità di scrivermi, come comanda che mi regoli. Non si formi verun riguardo a riscontrarmi colla posta, essendo ben differente il domandare dal rispondere, molto più potendole con questa occasione occludere le lettere stesse, che favorirà ritenere presso di sè. La prevengo che nè coll’Elena 1 , ne con nessuno in Milano farò cenno di quanto qui le dirò, nè della continuazione di questo trattato, trovando necessario di conservare adesso il massimo silenzio. Troverà dunque qui unita la lettera scrittami dal Cardinale 2 in riscontro di quella ch’ebbi il vantaggio di mostrarle, la lettera in conseguenza di questa da me scritta pochi giorni dopo al signor Arciprete di Coriano, accettando la fondazione, ed un’altra lettera scrittami dallo stesso Arciprete 3 giuntami solo martedì 5 aprile. Le confesso che quest’ultima mi da un gran pensiero, e per questa singolarmente la disturbo. Vedo per una parte il piacere del Santo Padre 4 , ed il desiderio del Cardinale Vicario, ed in ciò mi pare dover dedurre il Divin Volere, riflettendo a ciò, sembrerebbe si dovesse aspettare adesso la risposta che al Parroco verrà fatta da Roma, ma vediamo in questo un’attività sorprendente, e non vorrei che appunto adesso che avrà ricevuto la mia lettera, egli moltiplicasse passi e parole, e m’intralciasse l’affare. Vedo pure non esservi modo di battere per condur questo, la solita strada dai superiori assegnatami, cioè di essere chiamata dall’Ordinario, ma non mi pare questa circostanza simile alle altre volte, avendo in ciò la intenzione dichiarata del Pastore Supremo, il quale è anco il Sovrano temporale di quegli Stati, come il Consiglio del Cardinal Protettore. Io vivo nella certezza che il Signore mi darà la grazia di farmi da lei sapere come gli piace che mi regoli. Voglio anzi sottometterle un’altro mio pensiere, per averle detto tutto, e non glielo direi se dovessi temer ch’ella calcolasse le mie idee minimamente, e non mi dicesse schiettamente il di lei volere. A me dunque venne in mente, che per conciliare conclusivamente ogni cosa, e maturarla con sicurezza, non vi sarebbe altro plausibile ripiego che tutto coprisse, se non che io dicessi, ed effettuassi una visita al Santuario di Loreto 5 ed in quell’incontro, come per accidente, riconoscessi di persona ogni cosa, e tentassi se ivi pure avessi la solita mia fortuna di darla ad intendere anche a quel Vescovo, e 1 E1ena Bernardi (Ep. I, lett. 278, n. 2, pag. 411). 2 Card. Placido Zurla, Vicario del Papa Leone XII (Ep. I, lett. 339, n. 2, pag. 527). 3 Don Gabellini Giacomo (Ep. II/2, lett. 851, n. 1, pag. 1119). 4 Leone XlI, eletto Papa il 28-9-1823 (Ep. I, lett. 340, n. 2, pag. 530) 5 Santuario della Madonna di Loreto (Ancona) (Ep. I, lett. 265, n. 1, pag. 393).

frattanto scrivessi al Parroco di sospendere ogni passo ulteriore, sinchè senza ch’egli si disturbi di venirmi a prender come dice, e come io non sarei in nessun caso persuasa, non avrò l’incontro, andando a Loreto, di portarmi anche colà. Non penserei di fare per ora questo viaggio, ma basterebbe secondo me effettuarlo al più quest’autunno. Ma già, del tempo al mio ritorno a Milano per gli Esercizj della Dame, potremo concludere in voce. Ripeto mi faccia la carità di non badarmi in niente se vuole che stia quieta ma di dirmi solo come pensa lei assolutamente. Nulla più seppi del predicatore. Io scrissi ad un’altro ma questo pure è impegnato. Mi dica se è provveduta, restandomi qualche altra vista. Qui vado facendo il poco che posso, ma mi trovo sopracarica di occupazioni, come Vostra Signoria Molto Illustre e Reverendissima ben si figurerà. I primi di maggio a Dio piacenda passerò a Venezia per gli Esercizj delle Dame, sempre ferma nell’intenzione di venir poi a Milano, giusto lo stabilito. Mi raccomando quanto posso alla carità delle di lei orazioni, e mi confermo col massimo rispetto, e colla maggiore venerazione Di Vostra Signoria Molto Illustre e Reverendissima Verona 7 aprile 1825 __________________________ Maddalena di Canossa NB. La lettera è scritta, con molta cura, da Teresa Spasciani, che aggiunge pure il nome della Canossa, evidentemente per mettere la copia agli atti.

A DON BUROCCO<br />

853(Verona#1825.04.07)<br />

Il Car<strong>di</strong>nal Zurla ha già trasmesso alla <strong>Canossa</strong> il compiacimento del Santo Padre per una possibile fondazione<br />

a Coriano, ma poichè l‟Arciprete Gabellini, ansioso <strong>di</strong> realizzare il suo piano, vorrebbe raggiungerla a Verona<br />

per accompagnarla in Romagna e la Marchesa non ne è convinta, chiede consiglio al Superiore <strong>di</strong> Milano.<br />

Veneratissimo Signor Preposto<br />

Sembrerebbe pure che la mia lontananza maggiore da Milano dovesse liberare Vostra Signoria Molto<br />

Illustre e Reveren<strong>di</strong>ssima dai tanti <strong>di</strong>sturbi che anche a mio particolare riguardo ella soffre, ma certa<br />

della <strong>di</strong> lei carità, a questa pur anche da Verona ricorro, non avendo sin qui potuto ottenere una risposta<br />

da quel santo Parroco nominatomi prima della sua morte dall’antecedente superiore, per successor suo,<br />

in conseguenza mi riesce molto pesante il dover risolvere negli affari gravi <strong>di</strong> mia sola testa, e lo<br />

scrivere, oltrechè non ho spesso il tempo <strong>di</strong> farlo, mi <strong>di</strong>viene riflessibile anche per esporre colla debita<br />

chiarezza nel domandare ogni cosa per la posta.<br />

Presentandomisi un privato incontro da poterle inviare le lettere da me ricevute e scritte, dopo la<br />

mia partenza da costì, mi onoro occludergliene la copia, e la supplico con quella sollecitu<strong>di</strong>ne che può,<br />

farmi la carità <strong>di</strong> scrivermi, come comanda che mi regoli. Non si formi verun riguardo a riscontrarmi<br />

colla posta, essendo ben <strong>di</strong>fferente il domandare dal rispondere, molto più potendole con questa<br />

occasione occludere le lettere stesse, che favorirà ritenere presso <strong>di</strong> sè. La prevengo che nè coll’Elena 1 ,<br />

ne con nessuno in Milano farò cenno <strong>di</strong> quanto qui le <strong>di</strong>rò, nè della continuazione <strong>di</strong> questo trattato,<br />

trovando necessario <strong>di</strong> conservare adesso il massimo silenzio. Troverà dunque qui unita la lettera<br />

scrittami dal Car<strong>di</strong>nale 2 in riscontro <strong>di</strong> quella ch’ebbi il vantaggio <strong>di</strong> mostrarle, la lettera in<br />

conseguenza <strong>di</strong> questa da me scritta pochi giorni dopo al signor Arciprete <strong>di</strong> Coriano, accettando la<br />

fondazione, ed un’altra lettera scrittami dallo stesso Arciprete 3 giuntami solo martedì 5 aprile.<br />

Le confesso che quest’ultima mi da un gran pensiero, e per questa singolarmente la <strong>di</strong>sturbo.<br />

Vedo per una parte il piacere del Santo Padre 4 , ed il desiderio del Car<strong>di</strong>nale Vicario, ed in ciò mi pare<br />

dover dedurre il Divin Volere, riflettendo a ciò, sembrerebbe si dovesse aspettare adesso la risposta che<br />

al Parroco verrà fatta da Roma, ma ve<strong>di</strong>amo in questo un’attività sorprendente, e non vorrei che<br />

appunto adesso che avrà ricevuto la mia lettera, egli moltiplicasse passi e parole, e m’intralciasse<br />

l’affare. Vedo pure non esservi modo <strong>di</strong> battere per condur questo, la solita strada dai superiori<br />

assegnatami, cioè <strong>di</strong> essere chiamata dall’Or<strong>di</strong>nario, ma non mi pare questa circostanza simile alle altre<br />

volte, avendo in ciò la intenzione <strong>di</strong>chiarata del Pastore Supremo, il quale è anco il Sovrano temporale<br />

<strong>di</strong> quegli Stati, come il Consiglio del Car<strong>di</strong>nal Protettore.<br />

Io vivo nella certezza che il Signore mi darà la grazia <strong>di</strong> farmi da lei sapere come gli piace che<br />

mi regoli. Voglio anzi sottometterle un’altro mio pensiere, per averle detto tutto, e non glielo <strong>di</strong>rei se<br />

dovessi temer ch’ella calcolasse le mie idee minimamente, e non mi <strong>di</strong>cesse schiettamente il <strong>di</strong> lei<br />

volere. A me dunque venne in mente, che per conciliare conclusivamente ogni cosa, e maturarla con<br />

sicurezza, non vi sarebbe altro plausibile ripiego che tutto coprisse, se non che io <strong>di</strong>cessi, ed effettuassi<br />

una visita al Santuario <strong>di</strong> Loreto 5 ed in quell’incontro, come per accidente, riconoscessi <strong>di</strong> persona ogni<br />

cosa, e tentassi se ivi pure avessi la solita mia fortuna <strong>di</strong> darla ad intendere anche a quel Vescovo, e<br />

1 E1ena Bernar<strong>di</strong> (Ep. I, lett. 278, n. 2, pag. 411).<br />

2 Card. Placido Zurla, Vicario del Papa Leone XII (Ep. I, lett. 339, n. 2, pag. 527).<br />

3 Don Gabellini Giacomo (Ep. II/2, lett. 851, n. 1, pag. 1119).<br />

4 Leone XlI, eletto Papa il 28-9-1823 (Ep. I, lett. 340, n. 2, pag. 530)<br />

5 Santuario della Madonna <strong>di</strong> Loreto (Ancona) (Ep. I, lett. 265, n. 1, pag. 393).

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