epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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A DON GABELLINI 852(Milano#1825.02.05) Don Giacomo ha esposto alla Canossa quanto concerne l‟inizio e lo sviluppo del Conservatorio di Coriano ed ora vorrebbe ricorrere a Roma per far conoscere l‟opera della Marchesa, perchè più facile si ottenga l'assenso per la fusione. La Marchesa lo dissuade, esponendo, a sua volta, i suoi rapporti cordialissimi con la Santa Sede e in particolare col Cardinal Vicario Zurla, che aveva conosciuto a Venezia, da semplice sacerdote. V .G. e M. Veneratissimo Signor Arciprete La bontà con cui Vostra Signoria Illustrissima e Reverendissima si compiace con tanta apertura significarmi il principio, avviamento, e stabilimento del di Lei Conservatorio, sempre più m'impegna a metterla candidamente al fatto, non solo di quanto mi domanda, ma di varie altre cose in proposito, ch'io giudico non sentirà mal volentieri; dopo di che soffrirà che le sottoponga i riflessi che feci di quanto ha la bontà di comunicarmi nel Veneratissimo di Lei Foglio, per cui sarò poi a supplicarla di una grazia, della quale facilmente comprenderà il motivo, e la ragionevolezza. Prima però debbo dirle aver goduto sommamente nel sentire le preghiere, che coteste ottime di Lei Figlie hanno cominciato a porgere per tale oggetto alla comune Santissima nostra Madre Maria. Da miserabili noi pure ad esse ci uniremo onde ottenere col potentissimo Patrocinio di questa gran Signora, che in questo affare tutto cammini sempre in conformità col Divino Volere, e tutto ordinato resti alla maggior Gloria del Signore, e convien pur che, aggiunga, ch'Essa disponga in un caso, il cuore di tutte loro in modo, che abbiano da essere veramente persuase, e contente giacchè le dico il vero a me pure non fa riflesso né ricchezze né nascita, né altre cose umane, ma la vocazione sopra di tutto la reputo indispensabile e più di tutto mi preme. Veniamo adesso all'argomento. Sappia dunque V.S. Molto Illustre e Reverendissima rendersi affatto superfluo ch'Ella inoltri a Roma la ristretta idea da me datale di questo minimo Istituto, essendo il medesimo, le Regole sue, e la miserabile mia persona pienamente conosciute dal Regnante Pontefice 1 . Le didi più, che fino dal tempo in cui diede il Signore all'Istituto principio, ebbi la fortunata opportunità nell'iscriverne le Regole, di poter fare, direi sopra di ogni una, consultare la Santità di Nostro Signore il gran Pontefice Pio VII ed ho la consolazione d'aver potuto, come era mio dovere, pienamente regolarmi secondo la di Lui volontà. Mi diede pure il Signore la grazia di parlargliene io stessa a Piacenza nel di Lui ritorno da Genova, e da Lui eccittata col mezzo del fu Eminentissimo Cardinal Fontana 2 , che non conosceva di persona, ma col quale aveva io particolar servitù; e che era per noi fuor di modo impegnato, gliele feci umiliare in Roma, e degnossi Egli confortarmi con paterna Apostolica Lettera, in cui commendando la Regola, mi animava a vieppiù stabilirla. Passato poi a miglior vita, com'Ella ben sa, prima il Cardinale già detto, indi il Santo Pontefice, mi provvide ben presto la bontà del Signore di altro Protettore e Padre del Sacro Collegio nella persona dell'attuale Cardinal Vicario l'Eminentissimo Zurla 3 . Questo aveva io lungamente conosciuto a Venezia, ove Egli pure trovavasi nel tempo che per lo stabilimento di quella nostra Casa ivi soggiornai. Fu Egli testimonio occulare delle Misericordie che Dio sparse sull'Istituto, e per parte dell'Augusto nostro Sovrano 4 , e per parte di quel zelantissimo Patriarca 5 e per parte del nostro Governo. 1 Leone XII eletto Papa il 28-9-1823 (Ep. I, lett. 340, n. 2, pag. 530). 2 Cardinale Francesco Fontana, barnabita, era stato confessore della Durini (Ep. I. lett. 13, n. 1, pag. 35). 3 Card. Placido Zurla, Vicario del Papa Leone XII (Ep. I, lett. 339, n. 2, pag. 527).I, pag. 527. 4 Francesco I, imperatore (Ep.I, lett. 283, n. 2, pag. 422). 5 Mons. Pyrcker Giovanni Ladislao, Patriarca di Venezia (Ep. II/1, lett. 482, n. 1, pag. 156).

Passato Egli poi a Roma, seco portò la stessa bontà, e persuasione per noi. Restammo in relazione e fatto Egli Cardinale poco dopo la morte dell’Eminentissimo Fontana, di pieno cuore accettò le mie suppliche e s'impegnò di esserci Protettore e Padre. Tale effettivamente l'ho sempre da poi esperimentato, Egli mi ottenne l'apostolica Benedizione dal Novello Pontefice subito dopo la di Lui assunzione al Trono, indi col di Lui mezzo Sua Santità pienamente conobbe l'Istituto e degnossi la medesima favorirlo con benefizi e privilegi. Da tutto ciò Ella ammirerà certamente, come per essere l'Istituto nostro totalmente dedicato ed appartenente alla Gran Madre di Dio, in di Lei riguardo abbia il Signore dimenticato la mia miseria e siasi ricordato soltanto della sua Misericordia. Siccome però mi trovo col detto Cardinal Vicario in pieno carteggio, ecco la grazia di cui sono a supplicarla, e senza ch'io mi diffonda Ella già comprende i miei riflessi. Nel caso Ella si determinasse per l'Istituto nostro, non voglia fare passo alcuno, né presso il Santo Padre, né presso il Cardinale senza prima comunicarmelo. Da quanto fin qui le dissi, Ella bene ne vede il motivo, però se disporrà il Signore abbia la sorte di fare la di Lei conoscenza, in voce poi le significherò il di più. Non mancherò intanto come può credere di tenerla informata del luogo dove mi troverò, per avere in qualsiasi parte la sorte di ricevere le di Lei lettere, e non si formi riguardo per la posta, ma mi scriva pure quanto crede opportuno. Per ora mi trovo ancora in Milano, Incerta quando potrò partire atteso che queste buone Dame vorrebbero nella quaresima fare da noi i santi Esercizi, e se sarà vero che giungano a combinarli, cosa non probabile in si breve tempo, dovrò in quel caso fermarmi essendo la prima volta che ciò in nostra Casa farassi in Milano, essendo poco tempo che siamo nella nuova località 6 , la quale offre bastante capacità da riceverle. Perciò la prima di Lei lettera l’indirizzi pure a Milano, che già in ogni caso questa Superiora me la farà recapitare ove sarò. Sono obbligatissima alla Signora Direttrice 7 , ed alla Signora Renzi 8 dei gentili loro saluti, Favorisca contracambiarli co’ miei doveri. Mi raccomando alle di Lei, e Loro orazioni confermandomi con sincero ed invariabile rispetto Di Vostra Signoria Molto Illustre e Reverendissima Milano dal Locale della Certosa li 5 Febbraio 1825 Umil.ma Ubb.ma Dev.ma Serva Maddalena di Canossa Figlia della Carità 9 6 Casa di Via della Chiusa (Ep. I, lett. 337, n. 1, pag. 524). 7 Suor MARIA AGNESE dei Conti FATTIBONI di Cesena, del monastero di S. Chiara di Forlì, dal quale fu estromessa per le leggi napoleoniche. Chiese allora ed ottenne di far parte delle Maestre del Conservatorio, di cui prese la direzione alla morte della fondatrice Prudenza Uccellini (Cf. Introduzione) e dal quale dovette allontanarsi nel 1828, in seguito alla gravosa campagna di calunnie. Entrò allora nel riaperto Monastero di Clarisse di Modiano. 8 Elisabetta Renzi, nata nel 1786 a Saludecio di Romagna, da Giambattista e dalla Contessa Vittoria Boni di Urbino. Faceva parte dell’educandato delle Clarisse di stretta clausura, ma, nel 1807, aveva chiesto di passare al Monastero di Agostiniane di Pietra Rubbia, da cui però venne estromessa, con le altre monache, per le leggi napoleoniche. Era rimasta poi in famiglia fino al 1824, quando aveva domandato di far parte delle Maestre del Conservatorio di Coriano. Diverrà in seguito fondatrice delle Maestre Pie dell’Addolorata. Morì nel 1859. 9 NB. Firma autografa.

Passato Egli poi a Roma, seco portò la stessa bontà, e persuasione per noi. Restammo in relazione e<br />

fatto Egli Car<strong>di</strong>nale poco dopo la morte dell’Eminentissimo Fontana, <strong>di</strong> pieno cuore accettò le mie<br />

suppliche e s'impegnò <strong>di</strong> esserci Protettore e Padre. Tale effettivamente l'ho sempre da poi<br />

esperimentato, Egli mi ottenne l'apostolica Bene<strong>di</strong>zione dal Novello Pontefice subito dopo la <strong>di</strong> Lui<br />

assunzione al Trono, in<strong>di</strong> col <strong>di</strong> Lui mezzo Sua Santità pienamente conobbe l'Istituto e degnossi la<br />

medesima favorirlo con benefizi e privilegi. Da tutto ciò Ella ammirerà certamente, come per essere<br />

l'Istituto nostro totalmente de<strong>di</strong>cato ed appartenente alla Gran Madre <strong>di</strong> Dio, in <strong>di</strong> Lei riguardo abbia il<br />

Signore <strong>di</strong>menticato la mia miseria e siasi ricordato soltanto della sua Misericor<strong>di</strong>a. Siccome però mi<br />

trovo col detto Car<strong>di</strong>nal Vicario in pieno carteggio, ecco la grazia <strong>di</strong> cui sono a supplicarla, e senza<br />

ch'io mi <strong>di</strong>ffonda Ella già comprende i miei riflessi. Nel caso Ella si determinasse per l'Istituto nostro,<br />

non voglia fare passo alcuno, né presso il Santo Padre, né presso il Car<strong>di</strong>nale senza prima<br />

comunicarmelo. Da quanto fin qui le <strong>di</strong>ssi, Ella bene ne vede il motivo, però se <strong>di</strong>sporrà il Signore<br />

abbia la sorte <strong>di</strong> fare la <strong>di</strong> Lei conoscenza, in voce poi le significherò il <strong>di</strong> più.<br />

Non mancherò intanto come può credere <strong>di</strong> tenerla informata del luogo dove mi troverò, per<br />

avere in qualsiasi parte la sorte <strong>di</strong> ricevere le <strong>di</strong> Lei lettere, e non si formi riguardo per la posta, ma mi<br />

scriva pure quanto crede opportuno. Per ora mi trovo ancora in Milano, Incerta quando potrò partire<br />

atteso che queste buone Dame vorrebbero nella quaresima fare da noi i santi Esercizi, e se sarà vero che<br />

giungano a combinarli, cosa non probabile in si breve tempo, dovrò in quel caso fermarmi essendo la<br />

prima volta che ciò in nostra Casa farassi in Milano, essendo poco tempo che siamo nella nuova<br />

località 6 , la quale offre bastante capacità da riceverle. Perciò la prima <strong>di</strong> Lei lettera l’in<strong>di</strong>rizzi pure a<br />

Milano, che già in ogni caso questa Superiora me la farà recapitare ove sarò. Sono obbligatissima alla<br />

Signora Direttrice 7 , ed alla Signora Renzi 8 dei gentili loro saluti, Favorisca contracambiarli co’ miei<br />

doveri. Mi raccomando alle <strong>di</strong> Lei, e Loro orazioni confermandomi con sincero ed invariabile rispetto<br />

Di Vostra Signoria Molto Illustre e Reveren<strong>di</strong>ssima<br />

Milano dal Locale della Certosa li 5 Febbraio 1825<br />

Umil.ma Ubb.ma Dev.ma Serva<br />

<strong>Maddalena</strong> <strong>di</strong> <strong>Canossa</strong> Figlia della Carità 9<br />

6 Casa <strong>di</strong> Via della Chiusa (Ep. I, lett. 337, n. 1, pag. 524).<br />

7 Suor MARIA AGNESE dei Conti FATTIBONI <strong>di</strong> Cesena, del monastero <strong>di</strong> S. Chiara <strong>di</strong> Forlì, dal quale fu estromessa per<br />

le leggi napoleoniche. Chiese allora ed ottenne <strong>di</strong> far parte delle Maestre del Conservatorio, <strong>di</strong> cui prese la <strong>di</strong>rezione alla<br />

morte della fondatrice Prudenza Uccellini (Cf. Introduzione) e dal quale dovette allontanarsi nel 1828, in seguito alla<br />

gravosa campagna <strong>di</strong> calunnie. Entrò allora nel riaperto Monastero <strong>di</strong> Clarisse <strong>di</strong> Mo<strong>di</strong>ano.<br />

8 Elisabetta Renzi, nata nel 1786 a Saludecio <strong>di</strong> Romagna, da Giambattista e dalla Contessa Vittoria Boni <strong>di</strong> Urbino. Faceva<br />

parte dell’educandato delle Clarisse <strong>di</strong> stretta clausura, ma, nel 1807, aveva chiesto <strong>di</strong> passare al Monastero <strong>di</strong> Agostiniane<br />

<strong>di</strong> Pietra Rubbia, da cui però venne estromessa, con le altre monache, per le leggi napoleoniche. Era rimasta poi in<br />

famiglia fino al 1824, quando aveva domandato <strong>di</strong> far parte delle Maestre del Conservatorio <strong>di</strong> Coriano. Diverrà in seguito<br />

fondatrice delle Maestre Pie dell’Addolorata. Morì nel 1859.<br />

9 NB. Firma autografa.

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