epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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A MONS. ZOPPI 846(Verona#1827.08.05) La lettera precedente non è giunta a destinazione, come attesta lo scritto del Vescovo, recato a mano dall'incaricato di riaccompagnare a Massa le tre neo maestre, di cui la Canossa dà ancora ragguagli ottimi. Ella vorrebbe dare un aiuto ancora più valido a Monsignor Zoppi, ma, in quel momento deve accettare le croci che trova nelle varie Case, tra 1'altra la morte della tirolese e il necessario ritorno a Coriano della Damina Ferrari, che non regge al clima di Verona. V: G: e M: Illustrissimo e Reverendissimo Monsignore Dall'ossequiato foglio di Vostra Signoria Illustrissima e Reverendissima recatomi dall'ottimo Signor Giovanni Brunetti 1 parmi comprendere non aver Ella ricevuto l'ultima mia lettera nella quale nell'atto, che in risposta alla pure pregiata antecedente di Lei lettera le diceva, essere al suo termine il corso delle studio delle figliuole che abbiamo ammaestrato, mi onorava altresì di dirle, che non si prendesse però una soverchia sollecitudine, nel mandare a prendere le sue Figlie, ma che cercasse il modo per Lei più opportuno, e meno dispendioso, niente a me decidendo settimana meno settimana più. In somma questo adesso più non giova, onde veniamo all'argomento presentemente il più interessante, ma prima mi permetto di supplicarla di risparmiare con me per sempre ringraziamenti che non merito per verun rapporto, e che ad altro non servono, che a raddoppiarmi la pena di non poterla servire in qualche cosa di proposito. Parlando adesso di queste buone Figlie, altro non sò, che ripeterle quanto già ebbi l'onore di dirle. L 'abilità non manca in nessuna. La più brava è la Manucci 2 . Questa e la Teresiana Vaccà 3 , hanno anche grande inclinazione al ritiro. La Colomba Vignaroli 4 dice sempre d'essere disposta a tutto quello ch'Ella crederà. E' assai buona, ed abile anch'Essa, ma pel suo fisico non posso accertarmene pienamente. Mi lusingo che per i lavori resterà pienamente contenta, ma non fù possibile far loro imparare il tessere perche troppo faticoso. Già la Vignaroli e la Vaccà, si vedono senz'altro, ma a confidarlo a Lei sola, la Francesca Manucci quantunque sanissima, non sarebbe per oggetto fisico atta a tale lavoro, che potrebbe impedire il maggior bene, che spero farà, non potendo reggere a questa fatica. Imparò bensì a fare il bindello 5 . Grazie al Signore mostrano tutte tre un gran fervore, ed impegno di operare per la divina gloria. Mi lusingo pur dunque, che corrisponderanno al meno in qualche parte all'ardente di Lei zelo, e carità. Siccome mi tengo certa, che il Signore darà a lei il lume da collocarle ove Dio sarà più servito. La sacra di Lei visita sento esser presto al termine. Mi figuro quante fatiche Ella avrà divorato. Qual consolazione sarebbe per me se in quello che a me è possibile, potessi sollevarla. Ma la mia vocazione come sà, è d'esser sola, nè piacque al Signore sin qui, ch'io mi trovassi in una Diocesi di potere col Vescovo lavorare indefessamente. Il Signore sia di tutto benedetto. Intendiamoci non posso se non che lodarmi di tutti li miei Superiori, ma voglio dire che quell'operare che farei se fossi nella sua Diocesi non ho occasione di fare nelle altre. Le di Lei Figlie le diranno che sono stata ammalata. Adesso è passato tutto, da molta debolezza in fuori restatami. Le dirò anche che il Signore mi và visitando con delle croci relative alle Care Compagne, una 1 L'accompagnatore delle giovani mandate dal Vescovo a Verona. 2 Francesca Mannucci (Ep. II/2, lett. 843, n. 1, pag. 1092). 3 Teresa Vaccà (Ep. II/2, lett. 843, n. 1, pag. 1092). 4 Colomba Vignaroli (Ep. II/2, lett. 843, n. 1, pag. 1092). 5 Forse fettuccia fatta a maglia.

delle quali Egli chiamò a se stesso giorno del mio arrivo a Venezia, ed era quella bravissima tirolese 6 di cui tante volte le parlai. La mia Damina di Rimini 7 dovrà ritornarsene per la salute, ed a Milano pure, tra la Maddalena 8 spedita dal medico e mi fanno temere della Poli 9 , e della Tagliabue 10 . Non si prenda pena per me, che già il Signore ha troppi motivi da darmi delle croci. Mi basta, che mi usi misericordia nella morte. Non posso nasconderle per altro, che non mi trovi sopracarica d'occupazioni dovendo supplire anche per chi mi manda. A me basta che mi faccia la carità di raccomandarmi al Signore, ed a Maria Santissima: del rimanente il Signore mi assisterà. Le presento i rispetti di Cristina 11 , e delle compagne tutte e hanno l'onore di conoscerla, e ringraziandola di tutto passo a domandarle la sacra pastorale di lei benedizione, ossequiosamente mi segno. Di Vostra Signoria Illustrissima e Reverendissima Verona San Giuseppe li 5 agosto 1827 6 Olivieri Beatrice (Ep. I, lett. 339 n. 5, pag. 529). 7 Isabella Ferrari (Ep. I, lett. 347, n. 5, pag. 542) 8 Crippa Maddalena (Ep. II/1, lett. 530, pag. 314). 9 Polli Rosa (Ep. II/1, lett. 541, n. 5, pag. 338). 10 Tagliabue Antonietta (Ep. III/2, lett. 1630, n. 1, pag. 1304). 11 Cristina Pilotti con Maddalena a Verona (Ep. I, lett. 297, n. 7, pag. 454). 12 NB. Autografa della Canossa solo la firma. Umil.ma Ubb.ma Osseq.ma Serva Maddalena Canossa Figlia della Carità 12

A MONS. ZOPPI<br />

846(Verona#1827.08.05)<br />

La lettera precedente non è giunta a destinazione, come attesta lo scritto del Vescovo, recato a mano<br />

dall'incaricato <strong>di</strong> riaccompagnare a Massa le tre neo maestre, <strong>di</strong> cui la <strong>Canossa</strong> dà ancora ragguagli ottimi.<br />

Ella vorrebbe dare un aiuto ancora più valido a Monsignor Zoppi, ma, in quel momento deve accettare le croci<br />

che trova nelle varie Case, tra 1'altra la morte della tirolese e il necessario ritorno a Coriano della Damina<br />

Ferrari, che non regge al clima <strong>di</strong> Verona.<br />

V: G: e M: Illustrissimo e Reveren<strong>di</strong>ssimo Monsignore<br />

Dall'ossequiato foglio <strong>di</strong> Vostra Signoria Illustrissima e Reveren<strong>di</strong>ssima recatomi dall'ottimo<br />

Signor Giovanni Brunetti 1 parmi comprendere non aver Ella ricevuto l'ultima mia lettera nella quale<br />

nell'atto, che in risposta alla pure pregiata antecedente <strong>di</strong> Lei lettera le <strong>di</strong>ceva, essere al suo termine il<br />

corso delle stu<strong>di</strong>o delle figliuole che abbiamo ammaestrato, mi onorava altresì <strong>di</strong> <strong>di</strong>rle, che non si<br />

prendesse però una soverchia sollecitu<strong>di</strong>ne, nel mandare a prendere le sue Figlie, ma che cercasse il<br />

modo per Lei più opportuno, e meno <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>oso, niente a me decidendo settimana meno settimana<br />

più. In somma questo adesso più non giova, onde veniamo all'argomento presentemente il più<br />

interessante, ma prima mi permetto <strong>di</strong> supplicarla <strong>di</strong> risparmiare con me per sempre ringraziamenti che<br />

non merito per verun rapporto, e che ad altro non servono, che a raddoppiarmi la pena <strong>di</strong> non poterla<br />

servire in qualche cosa <strong>di</strong> proposito.<br />

Parlando adesso <strong>di</strong> queste buone Figlie, altro non sò, che ripeterle quanto già ebbi l'onore <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>rle. L 'abilità non manca in nessuna. La più brava è la Manucci 2 . Questa e la Teresiana Vaccà 3 , hanno<br />

anche grande inclinazione al ritiro. La Colomba Vignaroli 4 <strong>di</strong>ce sempre d'essere <strong>di</strong>sposta a tutto quello<br />

ch'Ella crederà. E' assai buona, ed abile anch'Essa, ma pel suo fisico non posso accertarmene<br />

pienamente. Mi lusingo che per i lavori resterà pienamente contenta, ma non fù possibile far loro<br />

imparare il tessere perche troppo faticoso. Già la Vignaroli e la Vaccà, si vedono senz'altro, ma a<br />

confidarlo a Lei sola, la Francesca Manucci quantunque sanissima, non sarebbe per oggetto fisico atta a<br />

tale lavoro, che potrebbe impe<strong>di</strong>re il maggior bene, che spero farà, non potendo reggere a questa fatica.<br />

Imparò bensì a fare il bindello 5 . Grazie al Signore mostrano tutte tre un gran fervore, ed impegno <strong>di</strong><br />

operare per la <strong>di</strong>vina gloria. Mi lusingo pur dunque, che corrisponderanno al meno in qualche parte<br />

all'ardente <strong>di</strong> Lei zelo, e carità. Siccome mi tengo certa, che il Signore darà a lei il lume da collocarle<br />

ove Dio sarà più servito.<br />

La sacra <strong>di</strong> Lei visita sento esser presto al termine. Mi figuro quante fatiche Ella avrà <strong>di</strong>vorato.<br />

Qual consolazione sarebbe per me se in quello che a me è possibile, potessi sollevarla. Ma la mia<br />

vocazione come sà, è d'esser sola, nè piacque al Signore sin qui, ch'io mi trovassi in una Diocesi <strong>di</strong><br />

potere col Vescovo lavorare indefessamente. Il Signore sia <strong>di</strong> tutto benedetto. Inten<strong>di</strong>amoci non posso<br />

se non che lodarmi <strong>di</strong> tutti li miei Superiori, ma voglio <strong>di</strong>re che quell'operare che farei se fossi nella<br />

sua Diocesi non ho occasione <strong>di</strong> fare nelle altre.<br />

Le <strong>di</strong> Lei Figlie le <strong>di</strong>ranno che sono stata ammalata. Adesso è passato tutto, da molta debolezza<br />

in fuori restatami.<br />

Le <strong>di</strong>rò anche che il Signore mi và visitando con delle croci relative alle Care Compagne, una<br />

1 L'accompagnatore delle giovani mandate dal Vescovo a Verona.<br />

2 Francesca Mannucci (Ep. II/2, lett. 843, n. 1, pag. 1092).<br />

3 Teresa Vaccà (Ep. II/2, lett. 843, n. 1, pag. 1092).<br />

4 Colomba Vignaroli (Ep. II/2, lett. 843, n. 1, pag. 1092).<br />

5 Forse fettuccia fatta a maglia.

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