epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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02.06.2013 Views

Già come ben sà tutte le speranze nostre sono unicamente appoggiate a Maria, dobbiamo però ancor noi al momento opportuno fare il poco che possiamo. Stavo dunque aspettando innanzi ad ogni cosa la di Lei risposta. Con questa occasione mi trovo in necessità d'incomodarla per altro affare del quale abbiamo varie volte trattato in Milano, e sul quale Ella troverà forse che dovrei star quieta, ed appoggiata a quanto ultimamente me ne disse. Veramente vi stetti molto tempo, ma poi m'insorse un dubbio che allora non le manifestai, ed avendolo domandato a chi mi comanda adesso mi fù suggerito di rivolgermi a Lei. La Signoria Vostra Illustrissima e Reverendissima ricorderà le mie angustia sull'articolo d'investire il danaro, aumentate queste dalla varietà dei pareri dai quali necessariamente mi conviene dipendere. Si ricorderà pur anche avendo io, per mettermi pur in quiete, fatto interpellare la santa memoria di Pio VII 1 quale gran Pontefice aveva io per meglio essere intesa... in iscritto. Per mio sbaglio fù tale carta passata alla Sacra Penitenzieria, ed Ella ben sà la risposta che mi fù fatta. So bene, che la di Lei carità interrogò sù questi miei timori il Cardinal Castiglioni 2 Penitenziere maggiore, e che poi Ella favorì prima scrivermi, e poi dirmi, che con tutta sicurezza di coscienza io continuassi ad investire il danaro. Il dubbio mio si è, se nel consultar detto Cardinal Penitenziere, Ella gli abbia mostrato la carta già antecedentemente presentata alla Sacra Penitenzieria, e sulla medesima abbia il Cardinale deciso, o se veramente il Cardinale abbia risposto sulle ragioni, ch'Ella come Superiore, e pienamente conoscente dell'Istituto abbia creduto adurgli. In questo secondo caso io debbo riposare sopra di Lei, e continuare a fare le mie investiture senza produrre altre dubietà, anzi non più parlar della cosa, ma se il Cardinale le avesse dicise sulla mia carta avendo io prodotto che stava già in traccia di qualche fondo in terre, e che presentandomisi un'opportuna occasione in tal compera avrei impiegato il danaro, vorrei sapere se come debbo regolarmi essendo a Lei ben noto singolarmente in Milano ma già nelle attuali circostanze quasi in ogni luogo, dalla piccola nostra dote impiegata in fondi difficilmente per non dire impossibilmente si può cavare il mantenimento. Già per questo Ella pur sà; ch'io tutto grazie al Signore sono disposta di sacrificare al mio dovere. Il mio maggior imbarazzo si è dove non posso operar sola, parlando di questo solo articolo, ma in continua dipendenza dai Superiori locali, i quali, chi è deciso... che venga decisione di Roma... 3 Termino questa mia lunghissima lettera col ripetere a Vostra Signoria Illustrissima e Reverendissima le umili proteste del mio rispetto. Ella accetti gli ossequiosi rispetti... e voglia accordarci la sacra pastorale di Lei benedizione. Di Vostra Signoria Illustrissima e Reverendissima Verona li 27 agosto 1825 San Giuseppe 1 Pio VII, Sommo Pontefice fino 1823 (Ep. I, lett. 146, n. 3, pag. 240). 2 Cardinale Castiglioni , penitenziere maggiore ( Ep. I, lett. 348, n. 12, pag. 547). 3 I puntini indicano parole illeggibili per la corrosione della carta operata dall'inchiostro. 4 NB. Autografa della Canossa solo la firma. Umil.ma Ubbl.ma Osseq.ma Serva Maddalena di Canossa Figlia della Carità 4

A MONS. ZOPPI 833(Verona#1825.12.24) La contessa Durini, in viaggio per l'Italia, arriverà probabilmente anche a Massa. Il Vescovo dia le notizie che la Canossa attende: più che le sue condizioni fisiche, quelle morali, perché lo sa sofferente per l'iniziale disimpegno della sua Diocesi. Lei è a Verona, dove dovrebbe organizzare la Casa con una maggior aderenza alle Regole, così che possa rispondere al suo ruolo di Casa madre. V G e M Illustrissimo e Reverendissimo Monsignore La speranza ed il desiderio di potere nell'atto che rinnovavo alla Signoria Vostra Illustrissima e Reverendissima le invariabili proteste del mio rispetto, significarle anche alcune notizie dell'Istituto mi fecero restar priva tanto tempo dell'onore di scriverle. Ed a ciò mi determino per non privarmi più a lungo di questo vantaggio coll'intenzione di rinnovarle il disturbo quando saranno maturate le trattative, e gli affari. Intanto le dirò esser io molto desiderosa di sapere se la di Lei salute si conserva tra tante fatiche sempre egualmente buona. Vorrei aggiungere, ma non ho coraggio, che bramerei pur sentire se il Signore vadi alleviando le di Lei croci. Mi creda che sinceramente proverei una sorte di sollievo se la sentissi sollevata. Per rapporto a noi non si prenda la più piccola pena. Se il Signore ci vorrà costì, al momento suo verremo senza dubbio. La supplico unicamente di pregare su di ciò Maria Santissima la quale intercederà certamente quello, che sarà della maggior Gloria di Dio. Certa che la di Lei carità si interesserà sempre egualmente per quel minimo Istituto per cui in ogni tempo tanta cura si prese, le dirò quì alcune cose relative, lasciando poi che la cara mia amica Durini se può riuscire nel suo intento di venirle a fare una visita ritornando da Roma, le racconti minutamente ogni cosa. So bene che la stessa non ritorna sì presto, nondimeno più potrà dirle di Milano quanto più tarderà. Le dirò dunque, che sono ancora a Verona, dove credo mi fermerò almeno sino ai primi di febbrajo. Il motivo che mi ritardò l'onore di scriverle fù quello altresì che quì mi tiene più lungo tempo. Gli attuali miei Superiori, conformi a quanto Vostra Signoria Illustrissima e Reverendissima pensava, vogliono che mi occupi a mettere nella possibile attività le Regole in ogni luogo cominciando da questa prima Casa. Siccome però pendeva una trattativa di fondazione, che portava grande impegno per le circostanze sin che non aveva ricevuto una deffinitiva risposta dal primo dei miei Superiori, non vollero ch'io mettessi mano all'opera. Ogni ordinario di posta aspettava tale risposta, ma ritardata questa mi venne sino al principio del corrente mese. Fui lasciata in libertà per alcun tempo, così passai, pochi giorni dopo, alla formale elezione della Superiora della Casa la quale era presso a compire i sei anni dalla Regola prescritti dopo i quali conviene necessariamente cambiarla. Fu eletta la maestra delle novizie, e dal quel punto può credere che non ho propriamente un respiro perché vorrei che tutto si stabilisse. L 'unico timore di non far riescere come vorrei, non l'ho sinceramente parlandole, che sopra di me, solo confido in Maria. Le mie Compagne sono angeli. Non creda però che mi affatichi troppo, che prendo i miei gran riposi, e conviene dire, che piaccia al Signore ch'io mi occupi a lavorare godendo da varj mesi una salute molto, ma molto migliore del tempo passato. Le fondazioni di Trento, e di Rovato di Brescia si vanno lentamente avvicinando. Le Compagne di Milano se la passano bene in ambidue le Case. Eccole quanto posso dire per ora, concludendo solo di aver gran bisogno d'orazione e che per ciò mi raccomando quanto posso alle sante orazioni di Lei. Mi permetta, prima di chiudere la presente, ch'io desideri di vero cuore alla Signoria Vostra Illustrissima e Reverendissima ogni più copiosa celeste benedizione nelle vicine sante Feste e nel

A MONS. ZOPPI<br />

833(Verona#1825.12.24)<br />

La contessa Durini, in viaggio per l'Italia, arriverà probabilmente anche a Massa. Il Vescovo <strong>di</strong>a le notizie che<br />

la <strong>Canossa</strong> attende: più che le sue con<strong>di</strong>zioni fisiche, quelle morali, perché lo sa sofferente per l'iniziale<br />

<strong>di</strong>simpegno della sua Diocesi. Lei è a Verona, dove dovrebbe organizzare la Casa con una maggior aderenza<br />

alle Regole, così che possa rispondere al suo ruolo <strong>di</strong> Casa madre.<br />

V G e M Illustrissimo e Reveren<strong>di</strong>ssimo Monsignore<br />

La speranza ed il desiderio <strong>di</strong> potere nell'atto che rinnovavo alla Signoria Vostra Illustrissima e<br />

Reveren<strong>di</strong>ssima le invariabili proteste del mio rispetto, significarle anche alcune notizie dell'Istituto mi<br />

fecero restar priva tanto tempo dell'onore <strong>di</strong> scriverle. Ed a ciò mi determino per non privarmi più a<br />

lungo <strong>di</strong> questo vantaggio coll'intenzione <strong>di</strong> rinnovarle il <strong>di</strong>sturbo quando saranno maturate le trattative,<br />

e gli affari. Intanto le <strong>di</strong>rò esser io molto desiderosa <strong>di</strong> sapere se la <strong>di</strong> Lei salute si conserva tra tante<br />

fatiche sempre egualmente buona. Vorrei aggiungere, ma non ho coraggio, che bramerei pur sentire se<br />

il Signore va<strong>di</strong> alleviando le <strong>di</strong> Lei croci. Mi creda che sinceramente proverei una sorte <strong>di</strong> sollievo se la<br />

sentissi sollevata. Per rapporto a noi non si prenda la più piccola pena. Se il Signore ci vorrà costì, al<br />

momento suo verremo senza dubbio.<br />

La supplico unicamente <strong>di</strong> pregare su <strong>di</strong> ciò Maria Santissima la quale intercederà certamente<br />

quello, che sarà della maggior Gloria <strong>di</strong> Dio. Certa che la <strong>di</strong> Lei carità si interesserà sempre egualmente<br />

per quel minimo Istituto per cui in ogni tempo tanta cura si prese, le <strong>di</strong>rò quì alcune cose relative,<br />

lasciando poi che la cara mia amica Durini se può riuscire nel suo intento <strong>di</strong> venirle a fare una visita<br />

ritornando da Roma, le racconti minutamente ogni cosa. So bene che la stessa non ritorna sì presto,<br />

non<strong>di</strong>meno più potrà <strong>di</strong>rle <strong>di</strong> Milano quanto più tarderà. Le <strong>di</strong>rò dunque, che sono ancora a Verona,<br />

dove credo mi fermerò almeno sino ai primi <strong>di</strong> febbrajo.<br />

Il motivo che mi ritardò l'onore <strong>di</strong> scriverle fù quello altresì che quì mi tiene più lungo tempo.<br />

Gli attuali miei Superiori, conformi a quanto Vostra Signoria Illustrissima e Reveren<strong>di</strong>ssima pensava,<br />

vogliono che mi occupi a mettere nella possibile attività le Regole in ogni luogo cominciando da questa<br />

prima Casa. Siccome però pendeva una trattativa <strong>di</strong> fondazione, che portava grande impegno per le<br />

circostanze sin che non aveva ricevuto una deffinitiva risposta dal primo dei miei Superiori, non vollero<br />

ch'io mettessi mano all'opera. Ogni or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> posta aspettava tale risposta, ma ritardata questa mi<br />

venne sino al principio del corrente mese. Fui lasciata in libertà per alcun tempo, così passai, pochi<br />

giorni dopo, alla formale elezione della Superiora della Casa la quale era presso a compire i sei anni<br />

dalla Regola prescritti dopo i quali conviene necessariamente cambiarla.<br />

Fu eletta la maestra delle novizie, e dal quel punto può credere che non ho propriamente un<br />

respiro perché vorrei che tutto si stabilisse. L 'unico timore <strong>di</strong> non far riescere come vorrei, non l'ho<br />

sinceramente parlandole, che sopra <strong>di</strong> me, solo confido in Maria. Le mie Compagne sono angeli. Non<br />

creda però che mi affatichi troppo, che prendo i miei gran riposi, e conviene <strong>di</strong>re, che piaccia al Signore<br />

ch'io mi occupi a lavorare godendo da varj mesi una salute molto, ma molto migliore del tempo<br />

passato. Le fondazioni <strong>di</strong> Trento, e <strong>di</strong> Rovato <strong>di</strong> Brescia si vanno lentamente avvicinando. Le<br />

Compagne <strong>di</strong> Milano se la passano bene in ambidue le Case.<br />

Eccole quanto posso <strong>di</strong>re per ora, concludendo solo <strong>di</strong> aver gran bisogno d'orazione e che per<br />

ciò mi raccomando quanto posso alle sante orazioni <strong>di</strong> Lei.<br />

Mi permetta, prima <strong>di</strong> chiudere la presente, ch'io desideri <strong>di</strong> vero cuore alla Signoria Vostra<br />

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