epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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persuasione pel minimo nostro Istituto. Forse col mezzo del medesimo anch'io potrò sapere le disposizioni della di Lei Sovrana verso di noi e se l'Altezza Sua ne sia persuasa, nel qual caso non mancherò di comunicarle nel debito modo quanto mi sarà possibile. Ella intanto per carità perdoni la libertà, ma mi risponda con quella sollecitudine che può, giacché se non sono insorti nuovi ostacoli, nella novena di Sant'Anna avendo stabilito le Dame di Milano di fare li Santi Esercizj, io dovrò colà restituirmi, e senza la di Lei risposta non saprò come regolarmi. Per non perdere il coriere debbo subito terminare riserbandomi a darle in seguito le notizie dell'Istituto, che il Signore in ogni luogo benedisce. Ho molte ricerche di fondazioni, ed io gia sempre aderisco, ma tante sono in ogni luogo le difficoltà da superarsi, che non ne vedo una vicina. Illustrissimo e Reverendissimo Monsignore per carità diamoci coraggio, Ella ha un casco di croci, ed a me qualche piccola non manca, ma già passa tutto, e anderemmo in Paradiso dove riposeremmo per sempre. Perdoni se tanto m'innoltro. Ella sa, che è il cuore, che parla. Mi raccomando quanto posso alla carità delle di Lei orazioni, e rinnovandole le proteste del mio rispetto imploro la sacra pastoral di Lei benedizione, ed ossequiosamente mi segno Di Vostra Signoria Illustrissima e Reverendissima Bergamo Santa Croce li 6 luglio 1825 PS. Onorandomi di risposta diriga pure le lettere a Milano per tutto questo mese poi a Bergamo. 3 NB. Autografa della Canossa solo la firma. Umil.ma Ubb.ma Osseq.ma Serva Maddalena di Canossa Figlia della Carità 3

A MONS. ZOPPI 832(Verona#1825.08.27) Il Vescovo, a suo conforto, sappia che nelle Case delle Figlie della Carità le opere sono in piena attuazione e la Canossa è convinta che anche per lui, che trova non poche difficoltà nella sua Diocesi, verrà presto il sereno. Ora la Marchesa vorrebbe sapere quale prassi seguire: se preparare prima l'ambiente per la fondazione a Massa e poi interpellarne il Governo, o viceversa. Espone poi, con una certa ampiezza, il dubbio, che in lei ritorna più angoscioso, sulla possibilità o meno di investire le doti delle religiose. V G e M Illustrissimo e Reverendissimo Monsignore L'ossequiatissimo foglio in data 26 luglio con cui Vostra Signoria Illustrissima e Reverendissima m'onorò, lo ricevetti a Bergamo, ma in una circostanza che mi rese impossibile darmi il vantaggio di subito riscontrarlo, come bramava. Passata colà quasi immediatamente dopo gli Esercizj di Milano, che come sà furono dal Signore felicemente prosperati, abbiamo ivi avuto subito gli Esercizj similmente, non gia per le Dame, ma per le giovani, le quali vi concorsero in più di 60. Ebbi anche in quest'incontro occasione d'ammirare la bontà del Signore, il quale degnossi benedire con mirabil frutto anche questi, e portarono la conseguenza per la grande contentezza delle esercitande, che se ne invogliarono delle Signore maritate comunemente del ceto mercantile, perché solo di poche Dame mi fù parlato. Ne venne alcuna a trattar meco e se il Signore mi lascierà viva, ed in libertà questa Quaresima, in cui come le avranno forse detto le amiche, se ne farà un’altra muta, credo che prima veranno fatti questi di Bergamo. Per altro con tutte queste belle cose io mi trovo in tanta pena, e tanto soffocata d’occupazioni, che malgrado la più viva mia premura mi fu impossibile di scriverle sin qui. Ella vedrà la mia lettera dattata da Verona, dove giunsi felicemente la sera del 20 corrente, e dove sembra abbia da trattenermi alquanto tempo, perché vorrei pure in tutto stabilire questa prima casa in modo, ch’abbia da servire di norma a tutte le altre, e perciò mi raccomando caldamente alla carità delle di lui orazioni, dandomi più pensiero tal cosa, che dieci fondazioni, perché si richiederebbe per farlo bene uno spirito di perfezione di cui Ella ben sa, che non conosco neppur il nome onde mi faccia questa gran carità di pregar su tale soggetto Maria Santissima per me, ch’io non mancherò di farlo fare dalle buone mie Compagne per Lei, come faranno anche pel nostro affare. E venendo a parlare di questo, quantunque dovrei arrossirmi di dover io dar coraggio alla Signoria Vostra Illustrissima e Reverendissima conviene che prima domandi perdono, ma che la preghi di nuovo a volersi dar animo, non solo in questo, ma in tutto, che già il Signore essendo con Lei, mi tengo certa l’abbia anche qui in terra da far godere il premio della di Lei pazienza e delle di Lei fatiche. Non ci sgomentiamo di quanto le scriverò sul proposito. Ella ben sa che gli affari di Maria Santissima sono sempre cause vinte. Il fatto… la risposta ricevuta da Monsignor Ostini sembra non lasciar luogo a speranza veruna. Egli parlò per quanto mi fece sapere colla Maggior Donna, la quale rispose, che dopo l’imprudenza di quelle Signore giudicava inutile… che piacendo alla nostra Santissima Madre, essa in un momento cambia tutto. Trovo per altro indispensabile ch’Ella si compiaccia dichiararmi una cosa, attesa questa tale circostanza. Nell’ultima veneratissima di Lei lettera Ella mi dice, che nel caso potessimo offerire all’ottima di Lei Sovrana tutto ciò, che per la fondazione si richiede fuori delle località, Ella non esiterebbe di dirigere direttamente alla stessa un ossequiosa interpellanza. Bramerei io dunque ch’Ella favorisse di dirmi, se nello stato attuale di cose ella crede più prudente scoprir prima le disposizioni di Sua Altezza Imperiale prima d’inoltrare qualche passo, o se dobbiamo così nell’incerto far tentativi per disporre la cosa, ed aspettar Ella a fare il passo colla Sovrana dopo che avremo tutto pronto.

A MONS. ZOPPI<br />

832(Verona#1825.08.27)<br />

Il Vescovo, a suo conforto, sappia che nelle Case delle Figlie della Carità le opere sono in piena attuazione e la<br />

<strong>Canossa</strong> è convinta che anche per lui, che trova non poche <strong>di</strong>fficoltà nella sua Diocesi, verrà presto il sereno.<br />

Ora la Marchesa vorrebbe sapere quale prassi seguire: se preparare prima l'ambiente per la fondazione a<br />

Massa e poi interpellarne il Governo, o viceversa. Espone poi, con una certa ampiezza, il dubbio, che in lei<br />

ritorna più angoscioso, sulla possibilità o meno <strong>di</strong> investire le doti delle religiose.<br />

V G e M Illustrissimo e Reveren<strong>di</strong>ssimo Monsignore<br />

L'ossequiatissimo foglio in data 26 luglio con cui Vostra Signoria Illustrissima e<br />

Reveren<strong>di</strong>ssima m'onorò, lo ricevetti a Bergamo, ma in una circostanza che mi rese impossibile darmi<br />

il vantaggio <strong>di</strong> subito riscontrarlo, come bramava. Passata colà quasi imme<strong>di</strong>atamente dopo gli Esercizj<br />

<strong>di</strong> Milano, che come sà furono dal Signore felicemente prosperati, abbiamo ivi avuto subito gli Esercizj<br />

similmente, non gia per le Dame, ma per le giovani, le quali vi concorsero in più <strong>di</strong> 60. Ebbi anche in<br />

quest'incontro occasione d'ammirare la bontà del Signore, il quale degnossi bene<strong>di</strong>re con mirabil frutto<br />

anche questi, e portarono la conseguenza per la grande contentezza delle esercitande, che se ne<br />

invogliarono delle Signore maritate comunemente del ceto mercantile, perché solo <strong>di</strong> poche Dame mi<br />

fù parlato. Ne venne alcuna a trattar meco e se il Signore mi lascierà viva, ed in libertà questa<br />

Quaresima, in cui come le avranno forse detto le amiche, se ne farà un’altra muta, credo che prima<br />

veranno fatti questi <strong>di</strong> Bergamo.<br />

Per altro con tutte queste belle cose io mi trovo in tanta pena, e tanto soffocata d’occupazioni,<br />

che malgrado la più viva mia premura mi fu impossibile <strong>di</strong> scriverle sin qui. Ella vedrà la mia lettera<br />

dattata da Verona, dove giunsi felicemente la sera del 20 corrente, e dove sembra abbia da trattenermi<br />

alquanto tempo, perché vorrei pure in tutto stabilire questa prima casa in modo, ch’abbia da servire <strong>di</strong><br />

norma a tutte le altre, e perciò mi raccomando caldamente alla carità delle <strong>di</strong> lui orazioni, dandomi più<br />

pensiero tal cosa, che <strong>di</strong>eci fondazioni, perché si richiederebbe per farlo bene uno spirito <strong>di</strong> perfezione<br />

<strong>di</strong> cui Ella ben sa, che non conosco neppur il nome onde mi faccia questa gran carità <strong>di</strong> pregar su tale<br />

soggetto Maria Santissima per me, ch’io non mancherò <strong>di</strong> farlo fare dalle buone mie Compagne per<br />

Lei, come faranno anche pel nostro affare.<br />

E venendo a parlare <strong>di</strong> questo, quantunque dovrei arrossirmi <strong>di</strong> dover io dar coraggio alla<br />

Signoria Vostra Illustrissima e Reveren<strong>di</strong>ssima conviene che prima doman<strong>di</strong> perdono, ma che la preghi<br />

<strong>di</strong> nuovo a volersi dar animo, non solo in questo, ma in tutto, che già il Signore essendo con Lei, mi<br />

tengo certa l’abbia anche qui in terra da far godere il premio della <strong>di</strong> Lei pazienza e delle <strong>di</strong> Lei fatiche.<br />

Non ci sgomentiamo <strong>di</strong> quanto le scriverò sul proposito. Ella ben sa che gli affari <strong>di</strong> Maria Santissima<br />

sono sempre cause vinte. Il fatto… la risposta ricevuta da Monsignor Ostini sembra non lasciar luogo a<br />

speranza veruna. Egli parlò per quanto mi fece sapere colla Maggior Donna, la quale rispose, che dopo<br />

l’imprudenza <strong>di</strong> quelle Signore giu<strong>di</strong>cava inutile… che piacendo alla nostra Santissima Madre, essa in<br />

un momento cambia tutto. Trovo per altro in<strong>di</strong>spensabile ch’Ella si compiaccia <strong>di</strong>chiararmi una cosa,<br />

attesa questa tale circostanza. Nell’ultima veneratissima <strong>di</strong> Lei lettera Ella mi <strong>di</strong>ce, che nel caso<br />

potessimo offerire all’ottima <strong>di</strong> Lei Sovrana tutto ciò, che per la fondazione si richiede fuori delle<br />

località, Ella non esiterebbe <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigere <strong>di</strong>rettamente alla stessa un ossequiosa interpellanza. Bramerei io<br />

dunque ch’Ella favorisse <strong>di</strong> <strong>di</strong>rmi, se nello stato attuale <strong>di</strong> cose ella crede più prudente scoprir prima le<br />

<strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> Sua Altezza Imperiale prima d’inoltrare qualche passo, o se dobbiamo così nell’incerto<br />

far tentativi per <strong>di</strong>sporre la cosa, ed aspettar Ella a fare il passo colla Sovrana dopo che avremo tutto<br />

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