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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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A MONS. ZOPPI<br />

826(Verona#1824.06.**)<br />

Le nuove fondazioni delle Figlie della Carità: Trento, Casa nuova <strong>di</strong> Milano, Ospedale delle Convalescenti a<br />

Venezia, Burano, vanno al rallentatore, anche se avanzano. La <strong>Canossa</strong> dà notizie <strong>di</strong> tutte.<br />

V. G. e M Illustrissimo e Reveren<strong>di</strong>ssimo Monsignore<br />

Se la invariabile bontà <strong>di</strong> Vostra Signoria Illustrissima e Reveren<strong>di</strong>ssima non si fosse<br />

compiaciuta scrivendo ultimamente alla buona Elena 1 <strong>di</strong> darmi coraggio, io non avrei certamente ar<strong>di</strong>to<br />

adesso incomodarla co' miei caratteri per quanto desiderassi presentarle le proteste del mio rispetto,<br />

come quelle della sempre viva mia riconoscenza. Aspettava bensì una qualche concludente risposta da<br />

quella persona, a cui Ella favorì consegnare que' nostri libri per avere un plausibile pretesto da farlo.<br />

Ma poiché degnasi Ella permettermelo in ogni modo, voglia esser certa non solo della mia illimitata<br />

venerazione, ma anche della continua memoria delle tante mie obbligazioni.<br />

Ebbi però in questo tempo la compiacenza <strong>di</strong> sentire da Milano le <strong>di</strong> Lei notizie e <strong>di</strong> essere<br />

assicurata della continuazione della buona <strong>di</strong> Lei salute. Spero che proseguirà questa bene anche al<br />

presente e supplico la bontà del Signore a volere spargere le più copiose bene<strong>di</strong>zioni non solo sopra <strong>di</strong><br />

Lei, ma altresì sulle molteplici opere, che in una novella Diocesi ella avrà da eseguire. Rapporto poi a<br />

noi Vostra Signoria Illustrissima e Reveren<strong>di</strong>ssima non aveva bisogno <strong>di</strong> farmi <strong>di</strong>re la <strong>di</strong> Lei<br />

propensione pel minimo nostro Istituto. Troppe sono le prove <strong>di</strong> fatto, che in ogni tempo la <strong>di</strong> Lei carità<br />

ce ne <strong>di</strong>ede e la supplico a non volersi prendere sù <strong>di</strong> ciò la pena più piccola. Pare, che Maria<br />

Santissima faccia andare in lungo ogni trattato <strong>di</strong> fondazione novella io penso per dar tempo ad uno<br />

stabilimento maggiore delle Case già erette. Ella sà quanti passi erano innoltrati per quella <strong>di</strong> Trento<br />

eppure si trova ancora nello stato in cui era quand'Ella si trovava ultimamente a Milano. Solo alcuni<br />

giorni sono dopo l'approvazione data dalla Santa Sede a quel Principe Vescovo 2 si degnò egli farmi<br />

significare le gentili e favorevoli <strong>di</strong> lui <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> favorirci, cosa la qual dovrebbe dare eccitamento<br />

ad una più sollecita conclusione. Già per me non saprei desiderare altro se non, che l'adempimento del<br />

<strong>di</strong>vino volere.<br />

Se altro non succede penso entro il corrente mese recarmi a Milano sembrando da quanto mi<br />

scrivono, che potrassi circa quest'epoca eseguire il traslocamento nostro nella Casa novella 3 . Frattanto<br />

mi ritrovo in Verona ritornata appena da Venezia dove nella novena della Pentecoste fecero da noi<br />

quelle buone Dame i Santi Esercizj che frequentarono in maggior numero degli altri anni. E se ne<br />

<strong>di</strong>mostrarono contente in modo che mi lasciarono luogo <strong>di</strong> sperare che tale Ramo in quella città possa<br />

considerarsi per istabilito, anzi proposero per l'anno venturo <strong>di</strong> farli fare contemporaneamente in una<br />

capella annessa al monastero nostro anche a loro barcajuoli.<br />

L 'affar pure dell'Ospitale delle Convalescenti 4 sembra incamminarsi assai bene, ma penso che<br />

ad eseguirlo ci vorrà un po' <strong>di</strong> tempo, perché già il <strong>di</strong>avolo vorrà fare le sue <strong>di</strong>ffese. Anche la mia<br />

povera isola <strong>di</strong> Burano è ritornata in campo. Monsignor Patriarca, il Provicario <strong>di</strong> Venezia, il Parroco<br />

ed i Deputati dell’isola me ne fanno premura. Mi esebiscono un monastero con Chiesa aperta, ed<br />

uffiziata.<br />

Il paese si offre d'acquistare e ristaurare il locale, ma poi nient'altro. Non v'ha dubbio che così<br />

1 Elena Bernar<strong>di</strong> (Ep. I, lett. 278, n. 2, pag. 411).<br />

2 Mons. Luschin Francesco Saverio, principe vescovo <strong>di</strong> Trento (Ep. I, lett. 388, n 5, pag. 626).<br />

3 In Via della Chiusa (Ep. I, lett. 337, n. 1, pag. 524).<br />

4 Cf. Aff. Ospedale delle Convalescenti (Ep. II/2, lett. 1590, n. 5, pag. 1224).

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