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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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A DON TAVECCHI<br />

824(Verona#1833.11.29)<br />

Son intervenuti per Rovato dei contrattempi e anche dei malintesi. Don sercizi e lo stesso Curato Tavecchi<br />

avevano detto, l‟uno al Conte Luca Passi, l‟altro alla novizia Margherita Caprini, che sarebbe stato meglio<br />

inse<strong>di</strong>are a Rovato un sercizi o o. Ora le nuove richieste da parte <strong>di</strong> entrambi, rivolte alla <strong>Canossa</strong>, la<br />

lasciano perplessa, tanto più che i mezzi <strong>di</strong> sussistenza per le religiose non sono sufficienti. La Marchesa è<br />

quin<strong>di</strong> ora del parere <strong>di</strong> anticipare la fondazione a Brescia e, sistemata quella, venire ad un‟ultima decisione<br />

per Rovato. E‟ questa l‟ultima lettera reperita per Rovato.<br />

Veneratissimo signor Curato<br />

Non so neppur io quanti giorni sono ch’io desidero <strong>di</strong> scrivere alla Signoria Vostra Molto Illustre e<br />

Reveren<strong>di</strong>ssima ma tanti furono i miei imbarazzi, che non potei mai riuscirvi.<br />

Approfitto <strong>di</strong> questo momento <strong>di</strong> libertà e prima <strong>di</strong> tutto vivamente la ringrazio della pregiata<br />

sua lettera da me ricevuta a Brescia e <strong>di</strong> tutti que lumi <strong>di</strong> cui mi favorisce.<br />

Io però veneratissimo signor Curato approfittando della conosciuta bonta <strong>di</strong> lei mi trovo<br />

desiderosa <strong>di</strong> raccontarle can<strong>di</strong>damente alcune cose <strong>di</strong> cui non credetti poter parlare quand’ella fu a<br />

favorirmi a Bergamo siccome non ne feci cenno neppure col signor Don Carlo Angelini 1 che prima <strong>di</strong><br />

lei ebbi il vantaggio <strong>di</strong> riverire a Milano.<br />

Sappia dunque, che quando passai questo settembre da Brescia, l’ottimo signor Carlo<br />

Manziana 2 mi propose ivi una fondazione. Per quanto credessi che piantandosi una nostra Casa in<br />

Brescia avrebbe potuto riuscire <strong>di</strong> gloria maggiore <strong>di</strong> Dio <strong>di</strong> quello che fosse mettendola a Rovato<br />

siccome già sapeva che quest’estate il signor Giuseppe Angelini 3 essendo stato in assenza mia a Verona<br />

aveva detto a Cristina, che forse sarebbe stato maggior bene per Rovato il mettervi le orfane piuttosto<br />

che le Figlie della Carità, mi presi tempo per risolvere sinchè verificava meglio il sentimento <strong>di</strong> questo<br />

ed il suo. Per tale oggetto bramava io ch’ella mi favorisse della sua compagnia nel mio passaggio sino a<br />

Bergamo per consultarla in unione del signor Don Angelini, che come sa allora ivi pre<strong>di</strong>cava.<br />

La mia lettera a lei giunse troppo tar<strong>di</strong> e per ciò cercai <strong>di</strong> sapere ciò che ne giu<strong>di</strong>cavano<br />

separatamente. Giunta a Bergamo feci sapere al signor Don Giuseppe la mia brama <strong>di</strong> parlargli e lo<br />

stesso mi mandò a <strong>di</strong>re dal signor Conte Luca Passi 4 che giu<strong>di</strong>cava meglio per Rovato le orfane.<br />

Giunta a Milano mi scrissero le compagne ch’ella era stata a trovare la buona Caprina 5 e che<br />

aveva detto a questa e a Cristina, che giu<strong>di</strong>cava meglio le orfane. Ricevei pure a Milano una lettera del<br />

signor Manziana che mi <strong>di</strong>ceva che avevano trovato il locale ed entrammo in trattativa. Quando ella mi<br />

<strong>di</strong>ede il vantaggio <strong>di</strong> riverirla a Bergamo con somma mia sorpresa la trovai cangiata d’opinione, e si<br />

ricorderà, che quando ella mi <strong>di</strong>sse, che certamente sarebbe maggior Gloria <strong>di</strong> Dio se si facesse una<br />

nostra Casa a Brescia piuttosto che a Rovato, io le risposi che sino allora da Brescia non aveva avuto<br />

altro che buone parole com’era vero, non sapendo in quale stato fossero le trattative. Intanto io cercai<br />

anche, come pure le <strong>di</strong>ssi, <strong>di</strong> verificare quanto potevano avere i quattro soggetti destinati per Rovato<br />

per conoscere se vi fosse stato modo da eseguire la fondazione, ma trovai, che siamo lontani molto più,<br />

che com’ella ben sà quando si viene a stringere, spesso vi è molto da combattere, per avere anche il<br />

proprio.<br />

1 Don Carlo Angelini, prevosto <strong>di</strong> Rovato (Ep.II/2, lett. 797, n. 3, pag. 983).<br />

2 Carlo Manziana (Ep. II/2, lett. 786, n. 1, pag. 969).<br />

3 Don Giuseppe Angelici (Ep.II/2, lett. 797, n. 3, pag. 983).<br />

4 Conte Luca Passi, missionario apostolico e fondatore dell’Istituto <strong>di</strong> S. Dorotea (Ep. II/2, lett. 711, n. 7, pag. 788).<br />

5 Margherita Caprini (Ep. II/2, lett. 809, n. 3, pag. 1015).

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