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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AL SIGNOR ANGELINI<br />

814(Verona#1825.10.02)<br />

Il padre dei tre sacerdoti Angelini, il signor Antonio (Cf. lett. 797), si è assunto l‟incarico <strong>di</strong> vendere all‟asta<br />

la casa <strong>di</strong> Margherita Caprini. Le offerte iniziali sono però troppo basse. La <strong>Canossa</strong>, richiesta, espone il<br />

suo parere sul comportamento che si debba tenere nella riproposta dell‟asta e, se mai, della conclusione <strong>di</strong><br />

essa.<br />

Pregiatissimo signor Antonio<br />

Obbligatissima me le professo, pregiatissimo signor Antonio, non solo della premura, e bontà con<br />

cui si presta pel noto affare, ma anche per la sollecitu<strong>di</strong>ne con cui si compiacque significarmi l’esi<br />

to della seguita asta. Però voglio che speriamo bene, e non ci sgomentiamo <strong>di</strong> questo primo<br />

esperimento.<br />

Io pienamente con lei convengo, che gli aspiranti pensando, che vogliamo, e <strong>di</strong>ro anche<br />

dobbiamo vendere la località, hanno voluto fare anche per parte loro un esperimento, essendo ben<br />

naturale che cercheranno <strong>di</strong> pagare meno che possono. Ella non ha bisogno de’ miei consigli,<br />

perchè oltre le cognizioni sue, la canta, l’interessamento che ha per l’Opera le danno ogni lume Però<br />

giacche così vuole le <strong>di</strong>rò quanto mi pare. Trovo molto giusto, ed utile il <strong>di</strong> lei pensiere <strong>di</strong> sentire la<br />

nuova offerta dopo una settimana essendo troppo ragionevole per parte nostra <strong>di</strong> privatamente far<br />

riflettere agli aspiranti la vastità del brolo, la como<strong>di</strong>tà dell’acqua la quale oltre l’irrigazione del<br />

recinto rende atta la casa a qualsiasi fabbrica, l’area <strong>di</strong> tutta la località, ed an che l’abitazione, non<br />

bene <strong>di</strong>sposta per una comunità religiosa, ma ottima ed addattata per una famiglia, la quale volesse,<br />

o avere qualsiasi fabbrica propria, o ritenendo per se abitazione, e un pò d’ortaglia a suo uso,<br />

affittare bene ad uso <strong>di</strong> comerciare il rimanente.<br />

Detto però tra noi se fatta ogni <strong>di</strong>ligenza non si potesse ri cavare maggior prezzo io dubito<br />

che in riflesso del vistoso frutto del capitale da esportarsi per Sant’Orsola 1 <strong>di</strong>verrà forse più<br />

espe<strong>di</strong>ente alienare la località, almeno pel prezzo, che si comperò Sant’Orsola, onde estinguere quel<br />

primo debito. Per altro siccome <strong>di</strong> tale località non an<strong>di</strong>amo al possesso che a San Martino, chi sà<br />

che non torni più conto se le offerte continuano così basse a mostrare un po’ d’in<strong>di</strong>fferenza, e<br />

rintracciare se si potessero ricavare trà il locale, ed il brolo l’affitto almeno delle cinquecento lire,<br />

che dobbiamo pagare a quei Signori, che vendettero San t’Orsola, che in allora forse potressimo<br />

venderlo ad altro prezzo. Si ricor<strong>di</strong> che altro non faccio secondo ella desidera, che esporre le cose<br />

che mi vengono in mente parlando io senza cognizione del loro paese, del valore dè generi, dei<br />

fon<strong>di</strong>, e delle località dalle loro parti, come anche degli affitti, che si possono ricavare.<br />

E che per ciò io sottopongo i miei pensieri, ma loro che tutto conoscono, vederanno cosa<br />

possa essere veramente il migliore, ed il più vantaggioso. Ben vedo che non avremo così subito in<br />

questo modo i mezzi da passare a queste riduzioni, e fabbriche che occorrono nella novella località,<br />

ma dall’altra parte ci conviene seguire le traccie della Divina Provvidenza, e contentarci quando<br />

questa non aprisse inpensatamente altre strade <strong>di</strong> andare passo passo seguitandola.<br />

Qualche cre<strong>di</strong>to anche dovressimo ricavare dal locale acquistato. Vorrà <strong>di</strong>re che in ogni caso<br />

ci converrà portar pazienza e por mano alla fabbrica a momento opportuno. Ripeto stimatissimo<br />

signor Antonio ch’altro non faccio che sottoporre a lei alla mia cara signora Margherita 2 ed a loro<br />

tutti, che s’interessano tanto per loro bontà per questa fondazione ma parlo <strong>di</strong> quanto mi viene<br />

sott’occhio, parlo quasi <strong>di</strong>rei senza cognizione <strong>di</strong> causa.<br />

Favorisca dei più <strong>di</strong>stinti miei complimenti all’ottima <strong>di</strong> lei famiglia ed alla mia cara<br />

Margherita e colla maggior stima mi dò il vantaggio <strong>di</strong> raffermarmi<br />

Verona li 2 ottobre 1825<br />

__________________<br />

NB. Minuta con qualche correzione autografa della <strong>Canossa</strong>.<br />

1 Il convento espropriato e acquistato per l’Istituto delle Figlie della Carità.<br />

2 Margherita Caprini (Ep. II/2, lett. 809, n. 3, pag. 1015).

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