epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa
epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa
avendo insieme bilanciato, e pesato ogni circostanza non abbiamo trovato eseguibile il trattato con esso fatto, che perciò mi affretto di parteciparglielo, perchè questo non gli serva d'ostacolo all'esecuzione della sua vocazione, che teneva per tale oggetto sospesa, pregandolo che singolarmente nel giorno del suo vestiario, che mi disse divisava dovesse essere il giorno della Natività di Maria Santissima, si ricordi di me col Signore e colla Santissima di Lui Madre. Quantunque a dire il vero, se avesse piaciuto al Signore che questo Religioso fosse stato addattato sembra si fosse potuto affrettare la cosa, però non sono senza speranza che abbiasi da effettuare tra non molto, ma forse la vuole il Signore in un modo totalmente in questi principj privato, ed aperto solo agli occhi suoi. Sto aspettando anzi tra non molto una qualche conclusione, che già allora le significherò, e forse sarà il momento che approfitterò della di Lei carità, purchè ci sia un'avviamento chiaro, e fondato. Raccomando nuovamente quest'opera alle sante di Lui orazioni, supplicandola in pari tempo a non dimenticarsi neppur di me miserabile, a cui ogni giorno s'aumentano li pesi, ed i doveri. I miei più distinti complimenti alla degnissima di Lei famiglia, ma in particolare alla Cara Signora Margherita. Le rassegno le proteste del mio rispetto, e me le confermo per sempre Di Vostra Signoria Illustrissima e Molto Reverenda Bergamo Santa Croce li 21 agosto 1822 BERGAMO All'Ill.mo e Molto Rev.do Signor il Nobile Signor Don Antonio Rosmini De' Serbati ROVERETO Umil.ma Ubb.ma Dev.ma Serva Maddalena di Canossa, Figlia della Carità
AD ANTONIO ROSMINI 704(Verona#1822.10.23) La Canossa chiede informazioni, per alcuni suoi conoscenti, sul Liceo di Venezia, ma quello che il Rosmini non deve ignorare é che il primo tentativo di dar vita alla Congregazione dei Figli della Carità, di cui gli aveva scritto nella lettera del 3 ottobre 1821, e ancora più il 27 dicembre, é fallito. Rimangono i primi due laici che, nel ritiro su di una montagna, stanno cercando di capire il vero piano divino. V. G. e M. Veneratissimo Signor Don Antonio, Le sorprenderà forse, Veneratissimo Signor Don Antonio, che in mezzo a tanti affari io venga ad incomodarla, per domandarle informazione di un luogo d'altra città, ma l'assicuro che conoscendo, e stimando tanto il di Lei modo di pensare, e le giustissime di Lei vedute, mi faccio coraggio di rivolgermi a Lei, che per quanto so pienamente conosce il Liceo di cui sono per parlarle. Da ottima persona, vengo pregata di procurarle una ingenua informazione del Liceo di Venezia 1 , essendovi una buona Signora che ha un figlio unico, conseguentemente al doppio caro, e questa come il padre, bramerebbe trovare un luogo nello Stato nostro, dove fosse educato nobilmente non solo, ma più ancora virtuosamente, e d'alcuna persona fu ad essa messo in vista il Regio Liceo di Venezia. Supplico dunque, Vostra Signoria Illustrissima e Molto Reverenda, a volermi dire su di ciò la di Lei opinione. Già può essere sicura che approfittando dei lumi, ch'Ella sarà per favorirmi, non si saprà com'io gli abbia avuti, ma creda che si tratta di fare un'atto di carità non piccola, essendo troppo dicisivo, che i figli che crescono, e che massimamente sembra siano destinati, a sostenere la propria famiglia, siano educati bene. Sò bene, che non si saprebbe cosa desiderare di più di quell'ottimo, e degno Provveditore 2 , e che frequentemente la buona direzione di simili, pubblici locali dipende in gran parte dai Superiori, ma talvolta o i subalterni, o altre combinazioni prodotte dalle circostanze impediscono, o almeno infirmano le buone intenzioni di chi dirige. Resto dunque colla lusinga, che vorrà darmi tutte quelle nozioni che potrà. L'altro affare di cui ebbi l'onore di parlarle, dalla parte che l'anno scorso sembrava volesse stabilirsi, si può dire caduto, ma , quelle due piissime persone, di cui pure diedi a Lei ragguaglio sino dal principio, non solo sono sempre perseveranti, ma a momenti dopo aver passato croci d'ogni sorte, Dio li ha messi in piena libertà. Agli occhi nostri sembra che avrebbero bisogno di un sacerdote in compagnia, per altro i disegni di Dio sono differenti dai nostri, e vedremo in progresso cosa il Signore disporrà. Intanto vanno ad abitare sù d'una montagna, ed a prepararsi a servire i prossimi coll'orazione, ed altre pratiche di pietà. Se il Signore aprirà una strada sollecita ne avrei piacere doppio, sino che c'è Sua Maestà ch'io credo aggradirebbe molto tal cosa. Io spero che lo scioglimento primo, abbia da giovare ad un più stabile iniziamento. Raccomando questo affare, come la fondazione di Trento, alla carità delle di Lei orazioni; supplicandola di aver memoria di me pur col Signore. Non ebbi ancora l'onore di presentarmi al Sovrano, non avendo cominciato a dare udienza, se non che, se non isbaglio lunedì. Dopo subito, bramo se posso ritornare a Bergamo, colle mie care contadine, avendone quest'anno varie in educazione. Favorisca de' miei doveri a tutta le degnissima di Lei famiglia, ma in particolare alla Carissima Signora Margherita. Colma di venerazione, rispettosamente mi segno 1 Liceo Classico Statale « Marco Foscarini », situato verso le Fondamenta Nuove di Venezia. 2 Mons. Traversi Antonio, provveditore dell’I. R. Liceo di Venezia (Ep. II/1, lett. 489, n. 2, pag. 165).
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avendo insieme bilanciato, e pesato ogni circostanza non abbiamo trovato eseguibile il trattato con esso<br />
fatto, che perciò mi affretto <strong>di</strong> parteciparglielo, perchè questo non gli serva d'ostacolo all'esecuzione<br />
della sua vocazione, che teneva per tale oggetto sospesa, pregandolo che singolarmente nel giorno del<br />
suo vestiario, che mi <strong>di</strong>sse <strong>di</strong>visava dovesse essere il giorno della Natività <strong>di</strong> Maria Santissima, si<br />
ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> me col Signore e colla Santissima <strong>di</strong> Lui Madre.<br />
Quantunque a <strong>di</strong>re il vero, se avesse piaciuto al Signore che questo Religioso fosse stato<br />
addattato sembra si fosse potuto affrettare la cosa, però non sono senza speranza che abbiasi da<br />
effettuare tra non molto, ma forse la vuole il Signore in un modo totalmente in questi principj privato,<br />
ed aperto solo agli occhi suoi. Sto aspettando anzi tra non molto una qualche conclusione, che già<br />
allora le significherò, e forse sarà il momento che approfitterò della <strong>di</strong> Lei carità, purchè ci sia<br />
un'avviamento chiaro, e fondato. Raccomando nuovamente quest'opera alle sante <strong>di</strong> Lui orazioni,<br />
supplicandola in pari tempo a non <strong>di</strong>menticarsi neppur <strong>di</strong> me miserabile, a cui ogni giorno s'aumentano<br />
li pesi, ed i doveri. I miei più <strong>di</strong>stinti complimenti alla degnissima <strong>di</strong> Lei famiglia, ma in particolare alla<br />
Cara Signora Margherita. Le rassegno le proteste del mio rispetto, e me le confermo per sempre<br />
Di Vostra Signoria Illustrissima e Molto Reverenda<br />
Bergamo Santa Croce li 21 agosto 1822<br />
BERGAMO<br />
All'Ill.mo e Molto Rev.do Signor<br />
il Nobile Signor Don Antonio Rosmini<br />
De' Serbati<br />
ROVERETO<br />
Umil.ma Ubb.ma Dev.ma<br />
Serva <strong>Maddalena</strong> <strong>di</strong> <strong>Canossa</strong>, Figlia<br />
della Carità