epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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[Verona, 6 agosto 1833] AL SIGNORE CARLO MANZIANA 801(Verona#1833.08.06) La Canossa vorrebbe passare da Brescia il 7 agosto, ma poiché la Fiera della città si svolge proprio in quel periodo, se Manziana lo ritiene opportuno, ritarderà. Pregiatissimo Signor Carlo Una sola riga Pregiatissimo Signor Carlo prima per presentarle in iscritto le sempre nuove proteste della mia stima poi per raccontarle come io aveva dissegnato domani sera giorno sette, col divino ajuto essere a Brescia per prosseguire la mattina dopo per Bergamo, ma colla certa speranza di vederla, e parlar seco de nostri affari Una combinazione che poi Le dirò mi fece sospendere il viaggio, e solo lunedì potrò eseguirlo. Sapendo però essere la loro Fiera 1 in tal epoca nel maggior suo fervore, la prego colla possibile sollecitudine volermi rispondere e dirmi se giudica migliore ch'io lasci scorrere tutta la ventura settimana, e poi ch'io parta, oppure se non vede difficoltà potendo ch'io parta lunedì. Già per fermarmi a Brescia quanto si renderà necessario per ossequiare Sua Eccellenza Reverendissima 2 , e Monsignore 3 come per tutto quello ch'Ella crederà opportuno disserno farlo nel ritorno. In somma fretta colla gratitudine più viva e colla stima più distinta Le presento i doveri di Cristina 4 e delle Compagne, e passo a segnarmi _____________________ NB. Minuta con qualche brevissima correzione della Canossa. 1 Periodo di contrattazione all'aperto che, in Brescia, ricorreva, e ricorre, nella prima metà di agosto in rapporto alla Festa dell'Assunta a cui è dedicata la cattedrale. 2 Mons. Ferrari Domenico (Ep. II/2, lett. 802, n. 4, pag. 990). 3 Mons. Faustino Pinzoni (Ep. II/2, lett. 788, n. 3, pag. 973). 4 Cristina Pilotti (Ep. I, lett. 297, n. 7, pag. 454).

[Verona, ottobre 1833] AL SIGNORE CARLO MANZIANA 802(Verona#1833.10.**) Il Manziana non conosce indugi: ha già trovato la casa per la nuova fondazione e anche i mezzi per acquistarla, ma la Canossa è in apprensione perché non ha quasi più nulla dei suoi beni avendoli adoperati per le altre fondazioni, ed ora la sussistenza delle religiose in Brescia dovrebbe ricavarsi dalle doti delle candidate a Brescia stessa. Non ha però la certezza di poterle avere. V G e M Pregiatissimo Signor Carlo Non le negherò Pregiatissimo Signor Carlo come non mi sia riuscita di grata sorpresa la notizia ch'Ella si compiace comunicarmi nel pregiato suo foglio. Veder in un momento trovato il locale 1 , e quello che più conta trovati i mezzi per farne l'acquisto. Veramente pare che si possa con ogni sicurezza dire esser opera del Signore. Nell'atto, che mi vedo dinnanzi a Dio a moltiplicare colle di lui misericordie i debiti di mia corrispondenza, sono altresì ricolma della più viva gratitudine verso di Lei, del Reverendissimo Signor Arciprete della Cattedrale 2 , e di tutte quelle persone, che concorrono in questa santa impresa. Pregiatissimo Signor Carlo la gratitudine doverosamente raddoppia in me il desiderio che la misera nostra opera corrisponda alla santa loro aspettazione, ma questa m'angustia poi pel timore, che facciano i passi prima ch'io possa verificare ciò che per parte mia ci vuole perché la cosa abbia effetto. Per parte di Rovato, da quanto mi disse ultimamente il Conte Luca Passi 3 che occupato, al Paradiso non va, non sembrerebbe che aver dovessimo opposizioni avendomi egli fatto esternare dal suddetto Conte Luca il di Lui desiderio per le orfane. Una parola di Monsignor Ferrari 4 loro futuro degnissimo Vescovo parmi facilmente terminerà d'appianare quello che potesse esservi di ancor dubioso. Ma ciò che mi tiene ancor sospesa eccole cosa è. Malgrado la pena che mi reca proporre dilazioni pel temporale pure prima che s'impegnino in una spesa, trovo doveroso di rimarcarle tutto. Ella sà come del poco di cui piacque il Signore di provvedermi io ora quasi direi sono priva, avendolo impiegato nello stabilimento, ed avviamento delle prime case. In conseguenza non potendo io disporre del mio nel verificare una fondazione, conviene, che misuri quello, che portano le Compagne che entrano. Desiderando io possibilmente che non siano ulteriormente disturbati i benefattori. Come già le dissi, e le confermo, le quattro Compagne che ho per Rovato, e che io destinerei per Brescia sono tutte provvedute della dote, ed anzi, hanno, tre di queste, qualche cosa più della dote, e la quarta premorendo ad essa i genitori ha molto più di quello che sopra la dote hanno le tre altre unite, che per essere in campagna rendevano più facile la sussistenza. Noti però che di queste quattro io non ho nelle mani ancora la roba di nessuna perché quella della buona Signora Margherita Caprini, la quale si obbligò con istromento, ma semprechè succedesse la fondazione di Rovato. In questo viaggio io aveva già stabilito, fissata la massima di fondare, o lasciare Rovato, di fare tutte le legali formalità per riconoscere le doti di tutte, ed assicurarmene nel modo solito per la loro sussistenza non solo ma anche per vedere cosa risulterebbe tra tutto per eseguire anche la fondazione accettandola. 1 Il locale per la fondazione. 2 Don Faustino Pinzoni, Arciprete della Cattedrale dal 1823 (Ep. II/2, lett. 788, n. 3, pag. 973). 3 Don Luca Passi missionario apostolico e fondatore dell’Istituto di S. Dorotea (Ep. II/2, lett. 711, n. 7, pag. 788). 4 Mons. CARLO DOMENICO FERRARI, nato a Brescia nel 1769, consacrato vescovo di Brescia nel 1834, come riferisce la Hierarchia Catholica, VII, ma dalle lettera della Canossa apparirebbe già nella sua sede vescovile nel febbraio 1833.

[Verona, ottobre 1833]<br />

AL SIGNORE CARLO MANZIANA<br />

802(Verona#1833.10.**)<br />

Il Manziana non conosce indugi: ha già trovato la casa per la nuova fondazione e anche i mezzi per acquistarla,<br />

ma la <strong>Canossa</strong> è in apprensione perché non ha quasi più nulla dei suoi beni avendoli adoperati per le altre<br />

fondazioni, ed ora la sussistenza delle religiose in Brescia dovrebbe ricavarsi dalle doti delle can<strong>di</strong>date a<br />

Brescia stessa. Non ha però la certezza <strong>di</strong> poterle avere.<br />

V G e M Pregiatissimo Signor Carlo<br />

Non le negherò Pregiatissimo Signor Carlo come non mi sia riuscita <strong>di</strong> grata sorpresa la notizia<br />

ch'Ella si compiace comunicarmi nel pregiato suo foglio.<br />

Veder in un momento trovato il locale 1 , e quello che più conta trovati i mezzi per farne<br />

l'acquisto. Veramente pare che si possa con ogni sicurezza <strong>di</strong>re esser opera del Signore. Nell'atto, che<br />

mi vedo <strong>di</strong>nnanzi a Dio a moltiplicare colle <strong>di</strong> lui misericor<strong>di</strong>e i debiti <strong>di</strong> mia corrispondenza, sono<br />

altresì ricolma della più viva gratitu<strong>di</strong>ne verso <strong>di</strong> Lei, del Reveren<strong>di</strong>ssimo Signor Arciprete della<br />

Cattedrale 2 , e <strong>di</strong> tutte quelle persone, che concorrono in questa santa impresa. Pregiatissimo Signor<br />

Carlo la gratitu<strong>di</strong>ne doverosamente raddoppia in me il desiderio che la misera nostra opera corrisponda<br />

alla santa loro aspettazione, ma questa m'angustia poi pel timore, che facciano i passi prima ch'io possa<br />

verificare ciò che per parte mia ci vuole perché la cosa abbia effetto.<br />

Per parte <strong>di</strong> Rovato, da quanto mi <strong>di</strong>sse ultimamente il Conte Luca Passi 3 che occupato, al<br />

Para<strong>di</strong>so non va, non sembrerebbe che aver dovessimo opposizioni avendomi egli fatto esternare dal<br />

suddetto Conte Luca il <strong>di</strong> Lui desiderio per le orfane. Una parola <strong>di</strong> Monsignor Ferrari 4 loro futuro<br />

degnissimo Vescovo parmi facilmente terminerà d'appianare quello che potesse esservi <strong>di</strong> ancor<br />

dubioso. Ma ciò che mi tiene ancor sospesa eccole cosa è. Malgrado la pena che mi reca proporre<br />

<strong>di</strong>lazioni pel temporale pure prima che s'impegnino in una spesa, trovo doveroso <strong>di</strong> rimarcarle tutto.<br />

Ella sà come del poco <strong>di</strong> cui piacque il Signore <strong>di</strong> provvedermi io ora quasi <strong>di</strong>rei sono priva, avendolo<br />

impiegato nello stabilimento, ed avviamento delle prime case. In conseguenza non potendo io <strong>di</strong>sporre<br />

del mio nel verificare una fondazione, conviene, che misuri quello, che portano le Compagne che<br />

entrano. Desiderando io possibilmente che non siano ulteriormente <strong>di</strong>sturbati i benefattori.<br />

Come già le <strong>di</strong>ssi, e le confermo, le quattro Compagne che ho per Rovato, e che io destinerei<br />

per Brescia sono tutte provvedute della dote, ed anzi, hanno, tre <strong>di</strong> queste, qualche cosa più della dote,<br />

e la quarta premorendo ad essa i genitori ha molto più <strong>di</strong> quello che sopra la dote hanno le tre altre<br />

unite, che per essere in campagna rendevano più facile la sussistenza.<br />

Noti però che <strong>di</strong> queste quattro io non ho nelle mani ancora la roba <strong>di</strong> nessuna perché quella<br />

della buona Signora Margherita Caprini, la quale si obbligò con istromento, ma semprechè succedesse<br />

la fondazione <strong>di</strong> Rovato. In questo viaggio io aveva già stabilito, fissata la massima <strong>di</strong> fondare, o<br />

lasciare Rovato, <strong>di</strong> fare tutte le legali formalità per riconoscere le doti <strong>di</strong> tutte, ed assicurarmene nel<br />

modo solito per la loro sussistenza non solo ma anche per vedere cosa risulterebbe tra tutto per eseguire<br />

anche la fondazione accettandola.<br />

1 Il locale per la fondazione.<br />

2 Don Faustino Pinzoni, Arciprete della Cattedrale dal 1823 (Ep. II/2, lett. 788, n. 3, pag. 973).<br />

3 Don Luca Passi missionario apostolico e fondatore dell’Istituto <strong>di</strong> S. Dorotea (Ep. II/2, lett. 711, n. 7, pag. 788).<br />

4 Mons. CARLO DOMENICO FERRARI, nato a Brescia nel 1769, consacrato vescovo <strong>di</strong> Brescia nel 1834, come riferisce<br />

la Hierarchia Catholica, VII, ma dalle lettera della <strong>Canossa</strong> apparirebbe già nella sua sede vescovile nel febbraio 1833.

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