epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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ALL’ARC. GASPARE GASPARI 775(Verona#1818.02.25) L‟Arciprete ha chiesto consiglio alla Canossa su qualche cambiamento che è costretto a fare nel gruppo delle sue maestre. La Marchesa esprime il suo parere e lo prega di avvertire il suo collaboratore che, dovendo ella assentarsi dalla città, non potrà assecondare il suo desidero di recarsi a Verona per conoscere l‟opera. Veneratissimo Signor Arciprete Sempre con nuova consolazione io sento l’ottimo proseguimento delle scuole di carità, eppure con egual piacere la ricuperata tranquillità relativamente all’Oratorio; il Signore per la intercessione della Santissima di Lui Madre spero vorrà sempre più benedire e perfezionare un tanto bene. Ho veduto, giache così volle Vostra Signoria Illustrissima e Reverendissima, il fazzoletto che aveva provveduto per la buona Gallina. Per ubbidirla dunque le dirò che anch’io lo trovai troppo vistoso e non intieramente addattato per la medesima, che è molto soda. Se il Signore la provvede come già non dubito di una buona portinara, trovo poco calcolabile la perdita della Sigurtà, giacche anche in questo comanda che le dica quello che a me pare, io lascierei la Resini, e la Moroni, ambidue unite, tanto più, che già nell’innoltrarsi la stagione, le ragazze diminuiranno di numero, e siccome anche queste due buone persone, si convengono molto nel pensare, possono essersi di molto ajuto l’una all’altra, e la vedova che è per prendere, potrebbe a mio credere far benissimo la portinara; e piuttosto se il numero fosse ancora grande, mettere delle grandi colla Franceschini, e colla Gallina, alle quali similmente già diminueranno per i lavori delle campagne le discepole. Insieme colla pregiatissima di Lei lettera una ne ricevetti dal Veneratissimo Signor Don Paolo, nella quale, egli ripetendo i desiderj meco esternati dalla buona Moroni mi dice, che questo, verso la metà della settimana santa, avrebbe opportuno incontro per venire un po’ di giorni da noi. Essendo ristrettissima di tempo dubito non potere a quest’ottimo Religioso far risposta, e perciò la supplico di voler al medesimo significare il mio dispiacere di non poter per ora aver questo contento, dovendo se la mia salute me lo permetterà, i primi dell’entrante settimana partir per Venezia, da dove non potrò ritornare in così breve tempo. Mi riservo per questo ad altro momento bramando di non perdere questa occasione di potermi prestare in cosa che mi sta tanto a cuore. Favorisca presentar al medesimo come pure agli altri degni suoi Religiosi i miei rispetti. I soliti miei cordialissimi complimenti alla buona Signora Catterina, alle Madri Cappuccine, ed alle care Maestre. Restai consolata di sentire anche la buona disposizione della Gallinetti, e della Madre Sommai, per supplire per la lettura, insomma ringrazio il Signore delle benedizioni che sparge sopra il di Lei paese. Riguardo alla mia salute, mi creda che lo stesso sarebbe stato se non fossi venuta costì, essendo già il solito d’ogni anno dal più al meno, solo naturalmente siccome divengo vecchia si va sempre più declinando come è giusto, ed ora mi è tornato la mia tosse, che già passerà di nuovo, sino che una volta o l’altra passerò poi anch’io, ma per ora non ce né idea. La ringrazio distintamente della lettera consegnata al Signor Franceschini, che similmente riverisco. Le ricordo le note carte, che in assenza mia potrà far consegnare alla mia compagna, Angelina Bragatto 1 Figlia della Carità in San Giuseppe. Benche viva certa della di Lei carità, pure tanto grande è il mio bisogno, che non posso a meno di raccomandarmi caldamente alle di Lei orazioni in cui tanto confido. 1 Bragato Angela , maestra delle novizie a Verona (Ep.I, lett. 339, n. 4, pag. 529).

Le confermo il mio rispetto, e la mia venerazione, dichiarandomi per sempre Di Vostra Signoria Molto Illustre e Reverendissima Verona San Giuseppe 25 febbraio 1818 All’Illustrissimo e Reverendissimo Signore Il Signor Gaspare Gaspari Arciprete Degnissimo di L O N A T O Umil.ma Ubb.ma Obbl.ma Serva Maddalena di Canossa Figlia della Carità

ALL’ARC. GASPARE GASPARI<br />

775(Verona#1818.02.25)<br />

L‟Arciprete ha chiesto consiglio alla <strong>Canossa</strong> su qualche cambiamento che è costretto a fare nel gruppo delle<br />

sue maestre. La Marchesa esprime il suo parere e lo prega <strong>di</strong> avvertire il suo collaboratore che, dovendo ella<br />

assentarsi dalla città, non potrà assecondare il suo desidero <strong>di</strong> recarsi a Verona per conoscere l‟opera.<br />

Veneratissimo Signor Arciprete<br />

Sempre con nuova consolazione io sento l’ottimo proseguimento delle scuole <strong>di</strong> carità, eppure<br />

con egual piacere la ricuperata tranquillità relativamente all’Oratorio; il Signore per la intercessione<br />

della Santissima <strong>di</strong> Lui Madre spero vorrà sempre più bene<strong>di</strong>re e perfezionare un tanto bene. Ho<br />

veduto, giache così volle Vostra Signoria Illustrissima e Reveren<strong>di</strong>ssima, il fazzoletto che aveva<br />

provveduto per la buona Gallina. Per ubbi<strong>di</strong>rla dunque le <strong>di</strong>rò che anch’io lo trovai troppo vistoso e non<br />

intieramente addattato per la medesima, che è molto soda. Se il Signore la provvede come già non<br />

dubito <strong>di</strong> una buona portinara, trovo poco calcolabile la per<strong>di</strong>ta della Sigurtà, giacche anche in questo<br />

comanda che le <strong>di</strong>ca quello che a me pare, io lascierei la Resini, e la Moroni, ambidue unite, tanto più,<br />

che già nell’innoltrarsi la stagione, le ragazze <strong>di</strong>minuiranno <strong>di</strong> numero, e siccome anche queste due<br />

buone persone, si convengono molto nel pensare, possono essersi <strong>di</strong> molto ajuto l’una all’altra, e la<br />

vedova che è per prendere, potrebbe a mio credere far benissimo la portinara; e piuttosto se il numero<br />

fosse ancora grande, mettere delle gran<strong>di</strong> colla Franceschini, e colla Gallina, alle quali similmente già<br />

<strong>di</strong>minueranno per i lavori delle campagne le <strong>di</strong>scepole. Insieme colla pregiatissima <strong>di</strong> Lei lettera una ne<br />

ricevetti dal Veneratissimo Signor Don Paolo, nella quale, egli ripetendo i desiderj meco esternati dalla<br />

buona Moroni mi <strong>di</strong>ce, che questo, verso la metà della settimana santa, avrebbe opportuno incontro per<br />

venire un po’ <strong>di</strong> giorni da noi.<br />

Essendo ristrettissima <strong>di</strong> tempo dubito non potere a quest’ottimo Religioso far risposta, e perciò<br />

la supplico <strong>di</strong> voler al medesimo significare il mio <strong>di</strong>spiacere <strong>di</strong> non poter per ora aver questo<br />

contento, dovendo se la mia salute me lo permetterà, i primi dell’entrante settimana partir per Venezia,<br />

da dove non potrò ritornare in così breve tempo. Mi riservo per questo ad altro momento bramando <strong>di</strong><br />

non perdere questa occasione <strong>di</strong> potermi prestare in cosa che mi sta tanto a cuore. Favorisca presentar<br />

al medesimo come pure agli altri degni suoi Religiosi i miei rispetti. I soliti miei cor<strong>di</strong>alissimi<br />

complimenti alla buona Signora Catterina, alle Madri Cappuccine, ed alle care Maestre.<br />

Restai consolata <strong>di</strong> sentire anche la buona <strong>di</strong>sposizione della Gallinetti, e della Madre Sommai,<br />

per supplire per la lettura, insomma ringrazio il Signore delle bene<strong>di</strong>zioni che sparge sopra il <strong>di</strong> Lei<br />

paese.<br />

Riguardo alla mia salute, mi creda che lo stesso sarebbe stato se non fossi venuta costì, essendo<br />

già il solito d’ogni anno dal più al meno, solo naturalmente siccome <strong>di</strong>vengo vecchia si va sempre più<br />

declinando come è giusto, ed ora mi è tornato la mia tosse, che già passerà <strong>di</strong> nuovo, sino che una volta<br />

o l’altra passerò poi anch’io, ma per ora non ce né idea.<br />

La ringrazio <strong>di</strong>stintamente della lettera consegnata al Signor Franceschini, che similmente<br />

riverisco. Le ricordo le note carte, che in assenza mia potrà far consegnare alla mia compagna,<br />

Angelina Bragatto 1 Figlia della Carità in San Giuseppe. Benche viva certa della <strong>di</strong> Lei carità, pure tanto<br />

grande è il mio bisogno, che non posso a meno <strong>di</strong> raccomandarmi caldamente alle <strong>di</strong> Lei orazioni in cui<br />

tanto confido.<br />

1 Bragato Angela , maestra delle novizie a Verona (Ep.I, lett. 339, n. 4, pag. 529).

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