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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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PRESENTAZIONE<br />

LONATO<br />

L’ amena località del Bresciano, ricca <strong>di</strong> torbiere e <strong>di</strong> manifatture seriche, era stata teatro <strong>di</strong> imprese napoleoniche,<br />

tra cui quella del 1796, nella quale l’esercito francese aveva sconfitto gli Austriaci. Poi l’alternarsi delle vicende aveva<br />

condotto il grosso borgo ad allinearsi alle altre terre del settentrione, in cui un’apparente passiva accettazione del governo<br />

straniero, voluto da! Congresso <strong>di</strong> Vienna, non poteva far ignorare le trame della gioventù colta e volitiva e, insieme, il<br />

<strong>di</strong>sagio <strong>di</strong> un’altra parte della popolazione, fiaccata dall’ignoranza e dalla miseria.<br />

Chi però avvertiva, con maggior incidenza, l’insostenibilità <strong>di</strong> una così forte <strong>di</strong>storsione sociale era quella parte del<br />

clero che, in nome del Vangelo, voleva, non tanto cambiare i livelli sociali, prospettiva a quei tempi non programmata,<br />

quanto smussare le asperità <strong>di</strong> una esistenza tormentosa per molti. Tra l’altro tanti ragazzi e ragazze, molti ancora in tenera<br />

età, dovevano necessariamente lavorare per rendere meno inconsistente il salario settirnanale dell’intera famiglia.<br />

I Governi, ufficialmente, avevano decretata obbligatoria la frequenza alla scuola, ma poiché l’ignoranza era un<br />

coefficiente utile alla tranquilla soggezione, non si curavano affatto <strong>di</strong> eliminare la prassi, quasi abituale. dell’assenteismo.<br />

Questa una delle ragioni che avevano suscitato tanta ammirazione per le scuole gratuite e serali, che molti volenterosi<br />

avevano organizzato, o stavano organizzando e, nel campo femminile in particolare, per l’opera della <strong>Canossa</strong>,<br />

Questa anche la ragione per cui molti Vescovi degli Stati Italiani del Settentrione e alcuni Car<strong>di</strong>nali per il Centro, appena<br />

avuto sentore dell’attività caritativa della Marchesa veronese, si erano affrettati a chiederne schiarimenti ed interventi.<br />

La seconda parte del 2° volume <strong>di</strong> quest’opera, dopo il problema dei Figli della Carità, dà una visione critica <strong>di</strong><br />

quella che non è una nuova fase della vita della <strong>Canossa</strong>, perchè cronologicamente affianca quasi tutto il suo <strong>di</strong>agramma<br />

operativo, ma è la panoramica delle fondazioni richieste, lentamente e, spesso, faticosamente preparate e non attuate, o<br />

attuate dopo la sua morte, da altre Superiore Generali dell’Istituto, anche a <strong>di</strong>stanza dì molti anni.<br />

In or<strong>di</strong>ne cronologico, la prima richiesta per Lonato fu fatta, nel 1817, dall’Arciprete Gaspare Gaspari. Non erano<br />

chiare a quel Sacerdote alcune particolari esigenze <strong>di</strong> una fondazione, per cui, dopo un primo incontro con la Marchesa che<br />

nei suoi viaggi per o da Milano, non trovava gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà ad una sosta a Lonato, lo scambio epistolare ha uno scopo più<br />

ristretto: la <strong>Canossa</strong> avrebbe dovuto ricevere nel suo Istituto alcune giovani del paese per addestrarle ed istruirle nella<br />

Scuola delle conta<strong>di</strong>ne, così da renderle atte a dare un intelligente e costruttivo aiuto al Parroco. Poi, a tempi e a livelli<br />

economici migliori, si sarebbe profilata un’autentica fondazione.<br />

Nel 1818, le giovani coa<strong>di</strong>utrici avevano già aperto le scuole per i ragazzi, che non potevano frequentare<br />

regolarmente quelle pubbliche e stavano organizzando l’oratorio festivo.<br />

Nel 1821, le insistenze dell’arciprete per una fondazione <strong>di</strong> Figlie della Carità sono più pressanti, ma la <strong>Canossa</strong> chiarisce<br />

che certe <strong>di</strong>ssonanze con la Regola, come il Gasperi prospetterebbe, non sarebbero accettabili Il Parroco entra allora nella<br />

esatta visuale della <strong>Canossa</strong> e non recede dalla sua progettazione. Solo però nel 1832, può annunciare che ha trovato una<br />

località adatta per l’Istituto, ma la fondazione si realizzerà nel lontano 1855.<br />

La corrispondenza della <strong>Canossa</strong>, che cessa, allo stato attuale delle ricerche d’Archivio, al 10 settembre 1832, non<br />

lascia intravedere il perchè delle nuove attese, troncate poi, nel 1835 dalla morte della <strong>Canossa</strong>, e riprese, in seguito, da M.<br />

Angela Bragato.<br />

ALL’ARC. GASPARE GASPARI<br />

769(Milano#1817.11.03)<br />

Primo incontro con l'Arciprete <strong>di</strong> Lonato. La <strong>Canossa</strong> ha accettato il suo invito in vista <strong>di</strong> una futura<br />

fondazione. Glielo annuncia con brevissima missiva.<br />

Veneratissimo Signor Arciprete<br />

Finalmente quando altro non succeda, domani partirò da Milano, e lunedì o martedì al più tar<strong>di</strong>,<br />

spero <strong>di</strong> essere a Lonato, dove colla mia Compagna mi fermerò il giorno seguente, se Ella così<br />

giu<strong>di</strong>cherà. Per far vedere a Vostra Signoria Molto Reverenda che la cortesissima <strong>di</strong> Lei esibizione a<br />

fatto frutto, smonterò alla <strong>di</strong> Lei casa, anticipandole intanto i miei ringraziamenti. Piena <strong>di</strong> venerazione,<br />

me le protesto, raccomandandomi alla carità delle <strong>di</strong> Lei orazioni<br />

Di Vostra Signoria Molto Illustre e Reveren<strong>di</strong>ssima<br />

Milano 3 novembre 1817 Umil.ma Dev.ma Serva<br />

<strong>Maddalena</strong> <strong>Canossa</strong> Figlia della Carità

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