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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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NB. Per completare il dossier dei Figli della Carità sembra opportuno stampare in APPENDICE la lettera scritta da<br />

Don Provolo a Roma a Monsignor Traversi, il 10 giugno 1835, due mesi esatti dopo la morte della <strong>Canossa</strong>. Non<br />

richiede alcun commento, tanto più che tutta la corrispondenza che precede dà piena evidenza della<br />

<strong>di</strong>scordanza del piano della <strong>Canossa</strong> con quella del Provolo, anche se inizialmente pareva che le aspirazioni si<br />

accordassero.<br />

V G e M Stimatissimo Monsignore<br />

DA DON PROVOLO A MONS. TRAVERSI<br />

A 114(Verona#1835.06.10)<br />

Poiché Sua Signoria Reveren<strong>di</strong>ssima gode il bene <strong>di</strong> trovarsi vicino al Padre comune dei fedeli, mi<br />

faccio ar<strong>di</strong>to <strong>di</strong> supplicarla, <strong>di</strong> presentare al Santo Padre il ristretto del Piano dei Figli della Carità, che<br />

insieme colla signora Marchesa <strong>Maddalena</strong> <strong>di</strong> <strong>Canossa</strong>, <strong>di</strong> felice e dolce memoria, ho scritto,<br />

protestando umilmente, e sinceramente d’innanzi Sua Signoria Reveren<strong>di</strong>ssima ed a chiunque mi<br />

conosce, che questi e non altri furono, sono, e colla grazia del nostro Signore, saranno sempre i miei<br />

sentimenti, e che le <strong>di</strong>ferenze che passarono colla Signora testè nominata, non furono che male<br />

intelligenze le quali per grazia del Signore ora sono tolte, avendo parlato colla signora Cristina Pilotti la<br />

quale mi assicurò che lo stesso Piano volea pure la signora Marchesa. Questo medesimo Piano da<br />

qualche tempo l’ho umiliato al nostro dottissimo, e zelantissimo Vescovo, e si degnò <strong>di</strong> mostrarne<br />

sod<strong>di</strong>sfatto prometendomi assistenza e protezione, come fece sino a questo punto.<br />

Io non ne bramo già un approvazione formale parendo non essere ancora venuto il momento<br />

opportuno solo mi basta della bene<strong>di</strong>zione del Vicario <strong>di</strong> Gesù Cristo il quale se mai si degnasse <strong>di</strong><br />

leggerlo, colla bocca per terra vorrei supplicarlo, <strong>di</strong> cancellare, e <strong>di</strong> aggiungere tutto quello che il<br />

Signore gli ispirasse protestandomi che in ogni cosa, con l’ajuto del Signore gli sarò ubbi<strong>di</strong>entissimo<br />

servo, ed affezionatissimo figlio che, se sul Piano che in questa mia inchiudo, Sua Santità non trovasse<br />

niente in contrario vorrei supplicarlo anche d’un altra grazia <strong>di</strong> compatirmi la sua Apostolica<br />

Bene<strong>di</strong>zione affinche, salvo il sostanziale dell’opera, potessi eseguirlo con libertà <strong>di</strong> spirito, facendo<br />

quelle accessorie mutazioni che in pratica si vedessero utile e necessarie.<br />

L’amore ardentissimo che Sua Signoria Reveren<strong>di</strong>ssima nutre per l’opera del Signore, e in<br />

singolar modo per quelle dei Figli della Carità mi assicura che otterrà quanto dal Santo Padre sospiro<br />

quantunque io ne sia per ogni ragione indegnissimo, e mentre pieno <strong>di</strong> sincero affetto, e <strong>di</strong> anticipata<br />

gratitu<strong>di</strong>ne, bacio umilmente a Sua Santità il sacro piede e Sua Signoria Reveren<strong>di</strong>ssima la veneranda<br />

mano, godo per vera stima e profonda venerazione <strong>di</strong> protestarmi<br />

Di Lei Signoria Reveren<strong>di</strong>ssima<br />

Verona li 10 giugno 1835<br />

_______________<br />

Umilissimo Devotissimo Servo<br />

Antonio Provolo Prete<br />

Nel verso dell’ultimo foglio, con gli stessi caratteri e uguale inchiostro:« Copie del Piano e lettera <strong>di</strong><br />

Don Provolo <strong>di</strong>retta a Monsignor Traversi ».<br />

1835

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