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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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DA MONS. TRAVERSI<br />

A 108(Venezia#1834.10.07)<br />

Gli stessi problemi, che la <strong>Canossa</strong> aveva esposto a Monsignor Traversi e che egli aveva risolti il 10<br />

<strong>di</strong>cembre 1833, ritornano in parte l‟anno dopo, così che il 7 ottobre 1834, assicura la Marchesa che ha fatto<br />

bene a negare l‟assenso al Vescovo <strong>di</strong> Chioggia per Giuseppe Carsana, che Don Luzzo <strong>di</strong> Venezia ha <strong>di</strong>ritto<br />

ad un periodo <strong>di</strong> vacanze ed egli troverà il modo <strong>di</strong> farlo sostituire, che le elezioni della superiora a Milano<br />

e a Bergamo possono non essere del tutto conformi alla Regola, infine che la Marchesa può, senza alcuno<br />

turbamento continuare a reggere l‟istituto anche senza Voti.<br />

V.G. e M. Pregiatissima Signora Marchesa<br />

Rispondo alle due <strong>di</strong> lei gra<strong>di</strong>tissime lettere; e lo avrei fatto anche prima, se il dover dare<br />

compimento a qualche altro affare molto pressante non me lo avesse impe<strong>di</strong>to.<br />

Quanto alla prima del 21 decorso, primieramente le <strong>di</strong>rò, che la <strong>di</strong> lei risposta a Monsignor<br />

Vescovo <strong>di</strong> Chioggia 1 non poteva essere più uniforme a quanto avea <strong>di</strong>visato io stesso: e spero che<br />

lo zelo <strong>di</strong> quel degno Prelato per li suoi Diocesani non vorrà privare Venezia <strong>di</strong> un operajo tanto<br />

necessario in questi momenti per lo stabilimento <strong>di</strong> un’istituzione tuttavia bambina e vacillante per<br />

scarsezza <strong>di</strong> mezzi sì morali che materiali. Le <strong>di</strong>rò in secondo luogo, che io sono ben lungi dal fare<br />

opposizione al sollievo desiderato dal signor Don Francesco Luzzo 2 : chè anzi ho combinate le cose<br />

in modo, che la <strong>di</strong> lui assenza non sarà per portare alterazione veruna all’andamento regolare<br />

dell’Istituto, fuori che la Messa nelle feste, a cui si supplirà col far condurre li ragazzi ad assistervi<br />

agli Scalzi 3 . Per le istruzioni quoti<strong>di</strong>ane della sera e per quelle dei giorni festivi ho ottenuto dal buon<br />

Parroco <strong>di</strong> San Geremia, che durante la villeggiatura <strong>di</strong> Don Luzzo, mi conceda a prestito l’ottimo e<br />

capacissimo giovane, ora Sud<strong>di</strong>acono, ad un tempo mia allievo, Todesco. Quanto alli due giovani<br />

Bergamaschi 4 , quantunque meritino la più estesa fiducia per la loro sodezza, e bontà, verranno da<br />

me medeismo frequentemente visitati, ed assistiti.<br />

Rispondendo poi a ciò ch’è promiscuo ad entrambe le <strong>di</strong> lei lettere, usando della facoltà, cui<br />

il Santo Padre ebbe la degnazione d’impartirmi, mi è grato <strong>di</strong> poterla autorizzare, come pienamente<br />

l’autorizzo, a prendere nelle elezioni da farsi sì nella Casa <strong>di</strong> Milano, che in quella <strong>di</strong> Bergamo tutte<br />

le misure che vede necessarie ed opportune per il miglior andamento <strong>di</strong> quelle Comunità, sebbene<br />

non affatto conformi al prescritto della Regola, e segnatamente l’anticipazione della nomina della<br />

maestra delle novizie e delle ministre. Accordo pure che <strong>di</strong>lazioni il preavviso ad estinzione della<br />

cambiale in<strong>di</strong>catami, la quale ella potrà comprendere, per quanto mi sembra, nel pagamento dei<br />

fon<strong>di</strong> ch’ella forse (sta) per acquistare. Quanto a tutto il restante della <strong>di</strong> lei lettera, non posso che<br />

eccitarla, quantunque sia certo che lo farà anche senza eccitamenti, a ravvivare sempre più la sua<br />

fiducia in Dio benedetto, il quale non lascierà certo <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>re un’opera, che in tutta l’estensione<br />

del termine deve chiamarsi Opera Sua. Io poi dal mio canto non lascierò d’innalzare, indegnamente<br />

in vero, ma con tutto il fervore li miei Voti all’Altissimo, perchè tutto succeda in modo per cui resti<br />

Egli glorificato, il bene della anime sempre più promosso, ed il <strong>di</strong> lei spirito santamente confortato.<br />

Continui ella pure a reggere pienamente l’Istituto da sè fondato con costanza, e con sempre<br />

nuovo coraggio regolato dal timore della cristiana prudenza, e viva sicura che, non ostante il non<br />

essere legata da Voti, non perderà no il Para<strong>di</strong>so, ma si guadagnerà anzi un posto più elevato in<br />

quella Patria Celeste.<br />

1<br />

Mons. Savorin Antonio, provve<strong>di</strong>tore dell’I. R. Liceo <strong>di</strong> Venezia (Ep. II/1, lett. 489, n. 2, pag. 165).<br />

2<br />

Don Francesco Luzzo inizia il primo Oratorio a Venezia dei Figli della Carità (Ep. I, lett. 412, n. 4, pag. 676).<br />

3<br />

S. MARIA DI NAZARETH, che si affaccia sulle fondamenta degli Scalzi, cioè dei frati carmelitani, che la fondarono<br />

all’inizio del Seicento<br />

4<br />

Carsana Giuseppe e Belloni Benedetto (Ep. I, lett. 412, n. 4, pag. 676-77).

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