epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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(Timbro arrivo) (V)ERONA ROVEREDO MAR (zo) 14 All’Illustrissima Signora Marchesa la Signora Marchesa Maddalena di Canossa fondatrice delle Figlie della Carità VERONA
DA DON ANTONIO ROSMINI A 105(Rovereto#1824.01.09) Don Antonio è spiacente perchè, nonostante le promesse fatte, si trova al momento, a non poter aiutare l‟erigenda Congregazione dei Figli della carità. Ha dovuto contrarre qualche debito, ma se avrà, quanto prima mezzi disponibili, li offrirà volentieri. Propone Treviso come prima sede, pur essendone incerto. Tratteggia infine come vorrebbe la forma devozionale della nuova opera. Veneratissima Signora Marchesa E’ proprio del Signore e non di noi conoscere i tempi ed i momenti; e per questo non mi faccio nessuna meraviglia se dopo aver fatto aspettare Vostra Signoria Illustrissima col suo pio desiderio, ora sembri finalmente che voglia renderlo soddisfatto circa la meditata Istituzione de’ Fratelli della Carità. Il sentire il principio di questa santa sua impresa a me fu di incredibile consolazione, perché ne spero ogni bene: e sebbene questa radice sia ancora piccioletta, tuttavia veramente confido che il Signore le darà aumento; e la consolerà a pieno. I suoi consigli mi sembrano prudentissimi, per quanto posso vedere io da lontano, e non dubito che avranno buon effetto. D’una cosa sommamente mi duole, che io non potrò dare a questa bell’opera quell’assistenza ch’io vorrei. Ella si rammenterà, Veneratissima signora Marchesa, come qualche altra volta le ho manifestato quel desiderio che nutriva di potere anch’io contribuire all’opera con qualche somma. Adesso però sono nella impossibilità di ciò fare: nè voglio tacere a lei la ragione, ma, pregandola però di segretezza, aprirgliela. Io ho disposto per qualche tempo di tutto quel poco che mi avanzerà: e a dirgliele schiettamente ho arbitrato a fare anche qualche piccolo debito. Potrebbe però avvenire che mi cessasse qualcheduna delle spese; e in questo caso mi sarà carissimo potere adoperare quell’avanzo, qualunque fosse per essere, in favore de’ nuovi fratelli della Carità. Il Signore però non lascierà mancare de’ mezzi necessari, quando a lui piacc NB. Tutto autografo da « Di te, carissima figlia ».ia; ed io credo che gli piaccia. Prosegua adunque con quella sua costanza, che nè pure ha bisogno di conforti. In quanto al luogo sarebbe certo desiderabile che fosse presso un Vescovo che vi potesse attendere. Non potrebbe forse essere a proposito Treviso? E’ vero che la città è piccola, ma in quanto all’animo del Vescovo 1 sarebbe favorevolissimo. Ella stessa lo conosce: io mi confido che non trascurerebbe nessuna cosa per potere giovar l’opera. Qui da noi oh quanto sarebbe desiderabile che si potesse introdurre questo Istituto! ma è luogo troppo freddo, per cominciare. Oltre che il nostro futuro Vescovo 2 , sebbene di ottimo cuore, è tutto nuovo, e i Vescovi nuovi, com’ella sa, hanno infinite brighe e pensieri, fra i quali difficilmente troverebbe luogo una nuova fondazione. Non so quando mi verrà l’occasione di scrivergli: ma la prima volta che ciò avvenga farò nella lettera qualche cenno della sua venerata persona, della Istituzione di cui è trattato delle Sorelle della Carità, e non ometterò di dare un tocco anche de fratelli della Carità. Rispetto a questi non posso tacere che sommamente me ne piace lo spirito. Nel che mi piacerebbe però ancora una cosa cioè, che le forme esteriori delle loro devozioni fossero, per così dire, uno stile il più semplice, e per quanto è possibile ne’ nostri tempi, conformato ai modi degli antichi cristiani, e alle pubbliche funzioni della Santa Chiesa. Capisco bene che è cosa difficile che l’universale de’ cristiani gusti il succo, per dir così, di cui sono pieni gli Uffici e le preghiere della Santa Chiesa, principalmente perché sono latine e perciò dalla maggior parte non intese: ma non mi sembrerebbe però impossibile che una particolare comunità di uomini dedicati a Dio non potessero da esse trarne tutto il frutto, rivolgendo tutta la loro divozione nel bene intendere e usare con profitto di quelle preghiere pubbliche. Questo servirebbe anche loro, mi pare, di uno studio per conoscere le nostre sante verità 1 Mons. Grasser Giuseppe, Vescovo di Verona (Ep.I, lett. 379, n. 2, pag. 646). 2 Mons. Francesco Saverio Luschin, principe vescovo di Trento (Ep. I, lett. 388, n 5, pag. 626).
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LETTERE DI MADDALENA DI CANOSSA VOL
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prime maestre continuavano ad alter
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dar principio all'opera. Li sostenn
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maggiore tra essi volesse accettarl
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gliela farò similmente tenere. Mi
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feste alla Dottrina cristiana dei r
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anche a lasciar tutto. Si ricorder
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Massa, con questo che accettando ne
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BERGAMO All 'Illustrissimo Molto Re
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carità, per quanto spenderà vi sa
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La prego dei miei doveri alla di Le
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quell’ottima persona a cui diede
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Calassanzio 11 , e non si trattava,
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Mi raccomando quanto posso alle san
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Il Signor Don Clemente non l’ho p
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Di Lei Pregiatissimo Signor Carlo B
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Arciprete 2 ed al Reverendissimo Pa
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Ripeto mi lasci però un po’ di t
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DAL MANZIANA A 117(Brescia#1833.11.
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PRESENTAZIONE ROVATO Durante il per
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ALLA SIGNORA MARGHERITA CAPRINI 810
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AL MARCHESE FRANCESCO CASATI 822(Be
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APPENDICE DA MONS. NAVA A 119(Bresc
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PRESENTAZIONE MASSA Il Ducato di Ma
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mi scrissero, né io non ebbi più
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poveri fanno molto, ma io non ho av
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quantunque la nostra Elena gliene a
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Pochi giorni sono ebbi lettera da M
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a Milano, voglio ossequiarlo certam
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Signor Preposto di San Giorgio 3 .
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Verona San Giuseppe 2 dicembre 1826
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chiamata ed invito che da gran temp
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seguito vedremo, ed in un caso vedr
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giovare ed assistere con frutto nel
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PS. Mi faccia la carità di domanda
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delle quali Egli chiamò a se stess
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nel migliore stabilimento che potr
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Bergamo li 23 febbraro 1828 Santa C
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quale il convento ha preso il nome.
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APPENDICE DA MONS. ZOPPI A 121(Mass
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PRESENTAZIONE CORIANO Quando la Can
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professo obbligatissima per la degn
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Passato Egli poi a Roma, seco port
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frattanto scrivessi al Parroco di s
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Per carità non si dimentichino di
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Per non perdere anche quest’ordin
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Di Lei Stimatissima e Carissima Fig
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Milano dalla Certosina li 20 Marzo
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Ancora affettuoso interesse per Cor
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[Verona, settembre 1826] AL MARCHES
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Tanti rispetti anche al degnissimo
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10°. Ubbidire allegramente, ed amo
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Credi mia cara Figlia che il Signor
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Arciprete Gabellini 3 , quali dispo
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Per parte mia le ricordo, che le no
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AD ELISABETTA RENZI 885(Milano#1830
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facesse ivi pure una Casa. Altrimen
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APPENDICE DALL’ARCIPRETE GABELLIN
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DA MONS. TRAVERSI A 123(Venezia#182
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Sento aver ella scritto al buon Cal
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AL SIGNOR ALESSANDRI 893(Verona#182
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A FRANCESCO PADENGHE 894(Milano#182
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A FRANCESCO PADENGHE 896(Verona#182
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A FRANCESCO PADENGHE 897(Trento#182
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A FRANCESCO PADENGHE 898(Verona#182
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vale a dire studiò molto bene, ade
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A MONS. SARDAGNA 901(Verona#1833.11
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Già mi posso sbagliare. Ad ogni mo
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A MONS. SARDAGNA 907(Bergamo#1834.1
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A MONS. TRAVERSI 909(Bergamo#1835.0
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servirla personalmente prima d'impe
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Verona le sottoporrò l'elenco vole
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consegnata e sul punto non voglio m
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AL CONTE ABATI 917(Verona#1820.07.0
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A MONS. CHIARISSIMO FALCONIERI 919(
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TREVISO A MONS. SEBASTIANO SOLDATI
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[Senza data] A DON TREVISANI 922(Ve
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BRENO A DON GIOVANNI RONCHI E DON G
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AL CONTE LUCA PASSI 924(Verona#1833
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MONZA AL PADRE GIANFILIPPO LEONARDI
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NB. Le lettere che seguono fino al
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questo contento. Parlai qui con una
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Mia nipote sino l’altro jeri fu s
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Notizie varie. V. G. e M. Veneratis
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Notizie intorno al « Corso di educ
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Siccome dalla mancanza di questa cu
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Santissima in sette varie volte sec
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